Durante l'estrazione dello strato di torba (il più consistente del Nord d'Italia) le cave si riempirono di acqua, trasformando la zone, seppure con il contributo dell'uomo, in un' area molto simile ad una palude interna naturale.
L'apporto dell'acqua è dato soprattutto dalla pioggia, ma anche dal torrente Rì, dal Fontanino e da sorgenti presenti sul fondo delle vasche.
L'uscita dell'acqua avviene principalmente per evaporazione e attraverso un canale di collegamento con il lago. Su questo canale, di cui si ignora l'origine,già alla fine del secolo scorso, esisteva un'idrovora a vento, oggi funzionante elettricamente e utilizzata dal Consorzio dell' Oglio per travasare acqua dalle Torbiere al lago.
L'acqua della Lama (185 metri sul livello del mare) ha una profondità massima di 4-5 metri, (le cave di argilla sono molto più profonde), ed è quindi soggetta a notevoli escursioni termiche, più marcate di quelle del vicino lago: se d'estate la temperatura dell'acqua sale, d'inverno le vasche gelano, spesso completamente. Questi fenomeni, come anche il lento ricambio, non impediscono una ricca presenza di specie planctoniche, (plancton= microrganismi vegetali e animali fluttuanti alla deriva nell'acqua), e bentoniche (benton = microrganismi situati sul fondo); particolarmente interessante è lo zooplancton, che comprende alcune specie non molto comuni. La situazione è in rapida evoluzione per l'enorme massa vegetale che cresce e finisce in acqua (ninfee e cannucce soprattutto), per lo sfaldamento di alcuni argini divisori e per l'avanzare del canneto nelle acque meno profonde. |