Pubblichiamo di seguito un altro articolo uscito sulla stampa in seguito alla segnalazione
delle associazioni: ribadiamo che è stato distrutto un ambiente che contribuisce in maniera rilevante al mantenimento della biodiversità dell’area protetta. Ricordiamo anche che la Riserva delle Torbiere del Sebino è Zona di Protezione Speciale (ZPS), ai sensi della Direttiva europea 79/409/CEE. I Piani di gestione devono perseguire un’attenta conservazione di tutte le zone umide, prestando particolare attenzione ai canneti in acqua e in asciutta o periodicamente sommersi. La conservazione di queste aree si realizza attraverso il divieto di trasformazioni ambientali, bonifiche, mutamenti di destinazione d’uso del suolo, attraverso il ripristino e la creazione di ambienti umidi naturali e attraverso la creazione e la tutela di aree “cuscinetto” (D.g.r. 8 aprile 2009 – n. 8/9275 Determinazioni relative alle misure di conservazione per la tutela delle ZPS lombarde in attuazione della Direttiva 92/43/CEE) ————————————————————————————————-
Fonte: Bresciaoggi, mercoledì 16 maggio 2012
ISEO. Levata di scudi degli ambientalisti dopo che un agricoltore ha trasformato un prato in un campo coltivato a cereali
Dove c´era l´erba ora c´è il mais «Uno sfregio per le Lamette» Giuseppe Zani
Sotto accusa anche i teli che sono stati usati per proteggere il terreno Ma il contadino si difende: «Si tratta di un materiale biodegradabile»
Teli di plastica stesi a due passi dalle Lamette? «Macché plastica. È bio-materiale fatto di amido di mais che, dopo qualche mese, si decompone e diventa concime», precisa Giorgio Pezzotti, il contadino che, titolare della Stalla sociale del Sebino, a Sulzano, ha preso in affitto da Vigo Nulli, a Iseo (ai piedi della cascina Belaordo), un vasto terreno prima coperto di erba da sfalcio e ora seminato a granoturco. Una trasformazione stigmatizzata da Legambiente e dalle associazioni La Schiribilla e Monte Alto, che hanno puntato il dito contro i teli usati per la pacciamatura del terreno e il passaggio al granoturco. «Vedremo una riserva plastificata e spogliata di biodiversità?», tuonano gli ambientalisti in un volantino diffuso in questi giorni.
«Nei Siti Natura 2000 – vi si legge – i prati da sfalcio vanno mantenuti o recuperati a tutela della biodiversità. Poiché la conversione in coltivi rappresenta un danno per l´equilibrio ecologico, ci sono norme – Indennità Natura 2000 – che prevedono contributi o incentivi per il mantenimento dei prati e anche per la conversione dei coltivi in prati. Ciò nonostante, alle Lamette si va in controtendenza: distrutto il prato da sfalcio, crescono tra le coperture di plastica le nuove piantine». Per i terreni addossati alla Zona A, la zona di massima tutela, puntualizzano le tre associazioni succitate, il Piano di gestione delle Torbiere prevede «la salvaguardia del regime idraulico sia da opere di dreno sia dall´introduzione di nutrienti». A rischio, secondo loro, la ricchezza floristica del sito e la sopravvivenza dell´avifauna. E la manomissione segnalata, insistono, costituisce un grave precedente: «Immaginiamo le conseguenze se tutti i prati dovessero trasformarsi in seminativi». Da qui la richiesta di fare marcia indietro, anche perché ogni cambio di coltivazione all´interno della riserva naturale deve essere autorizzato dal consorzio.
«IO NON LO SAPEVO– ammette candidamente Giorgio Pezzetti -. Sono passato dal prato da taglio al seminativo per ruotare un po´ le colture. Per il resto, non ho nulla da nascondere». Anzi, a suo dire, l´aver introdotto i teli biodegradabili per la pacciamatura del granoturco, che ha piantato per le sue mucche, riduce il consumo di acqua e azzera il ricorso agli erbicidi. «Un metodo più rispettoso dell´ambiente già sperimentato all´estero: insomma, tutto l´opposto di quel che sostengono gli ambientalisti», spiega il contadino sulzanese, sempre attento alle novità che la tecnologia sforna per la tutela dell´ambiente. A Sulzano, non a caso, ha realizzato un impianto che ricava biogas dai liquami. «Forse farebbe più bene all´ambiente se i sedicenti ecologisti si battessero per estendere la pacciamatura con teli biodegradabili al mais della Bassa Bresciana – conclude Pezzotti-. Ve lo immaginate il risparmio di acqua e diserbanti?».
L’Onu ha proclamato il giorno 22 maggio come Giornata internazionale della biodiversita’, con l’obiettivo di dare sempre maggior risalto al tema della conservazione della varieta’ biologica della vita sulla Terra. Qui cosa si fa? Si va contromarcia???