da Bresciaoggi, 29 luglio 2006
Le Torbiere del Sebino hanno recentemente registrato una significativa vittoria nella causa relativa all’abuso commesso in località Ciochet a Iseo.
Ad annunciarlo, durante una conferenza stampa che si è svolta nella sede della «Società operaia», Legambiente Franciacorta e l’associazione «La Schiribilla», che si erano costituite parte civile nel procedimento penale nel quale erano imputati Domenico S. e Gabriella F. Al centro del caso uno sbancamento effettuato nelle aree sottoposte a vincolo e protezione naturalistica della Riserva.
Dopo dieci anni di battaglie giudiziarie si è da poco arrivati alla sentenza d’appello con due importanti risultati: la condanna dei presunti autori dell’abuso e il pagamento di una sanzione di 24 mila euro da dividere in parti uguali fra il Comune di Iseo e la Provincia di Brescia.
«La vicenda si può ritenere conclusa – spiega l’avvocato Pietro Garbarino, coordinatore provinciale di Legambiente – perché; risulta che gli imputati abbiano risarcito gli Enti e le relative spese processuali. Per noi è stato un successo dal momento che abbiamo dovuto sostituire l’inerzia degli Enti coinvolti che non avevano assunto nessuna iniziativa. Tuttavia resta ancora aperto il discorso del ripristino della situazione antecedente ai fatti, possibilità che resta ancora in capo al Comune di Iseo o al Consorzio.
«Finalmente non solo è stato riconosciuto un abuso effettuato all’interno della Riserva – commenta il presidente di Legambiente Franciacorta Silvio Parzanini -, ma sono state create delle risorse. Tale risarcimento sarà oggetto di una discussione che faremocon il sindaco di Iseo perché; vorremmo che questi soldi fossero impiegati a vantaggio delle Torbiere».
Sulla stessa linea anche il presidente de «La Schiribilla» Angelo Danesi, il quale mette sul piatto altri problemi: «Ci sono alcune questioni che incombono – ha affermato – come ad esempio il previsto intervento di una rotatoria sempre in località Ciochèt o l’ipotesi fatta dal Comune di Provaglio di creare nuovi centri visitatori all’interno della zona mentre per noi è sufficiente far funzionare bene quello già esistente. Siamo anche perplessi rispetto al percorso della pista ciclabile “Brescia-Paratico” che induce al passaggio su terreni della Riserva di persone non interessate alla tutela ambientale, così come alcuni comportamenti tenuti delle persone che la visitano. A questo proposito le Guardie Ecologiche Volontarie stanno chiedendo un appoggio più specifico da parte degli organi di Polizia». Preoccupazione viene anche espressa rispetto alla gestione del Centro visitatori di Iseo: l’ipotesi di affidarlo ad associazioni che hanno stretti rapporti col mondo venatorio viene vissuta come «una contraddizione in termini».
Infine le questioni legate alla pesca, al campo di golf, agli scarichi abusivi e al nuovo piano di gestione della Riserva. ritenuto «superfluo» e foriero di possibili situazioni anomale.
«Noi non vogliamo apparire come quelli che denunciano tutto e tutti o come quelli contrari sempre e comunque – ha concluso Danesi – A noi basterebbe solo che gli Enti intervenissero affinchè la Riserva non modifichi le sue finalità. Visitare le Torbiere significa scoprire l’ambiente che la circonda e gli animali che la popolano. Non è un luogo per andare a riposare, mangiare, fare il bagno o giocare. È giusto che tutti vi accedano a patto che la rispettino perchè all’interno esiste una sua legalità»
Dopo dieci anni di battaglie giudiziarie si è da poco arrivati alla sentenza d’appello con due importanti risultati: la condanna dei presunti autori dell’abuso e il pagamento di una sanzione di 24 mila euro da dividere in parti uguali fra il Comune di Iseo e la Provincia di Brescia.
«La vicenda si può ritenere conclusa – spiega l’avvocato Pietro Garbarino, coordinatore provinciale di Legambiente – perché; risulta che gli imputati abbiano risarcito gli Enti e le relative spese processuali. Per noi è stato un successo dal momento che abbiamo dovuto sostituire l’inerzia degli Enti coinvolti che non avevano assunto nessuna iniziativa. Tuttavia resta ancora aperto il discorso del ripristino della situazione antecedente ai fatti, possibilità che resta ancora in capo al Comune di Iseo o al Consorzio.
«Finalmente non solo è stato riconosciuto un abuso effettuato all’interno della Riserva – commenta il presidente di Legambiente Franciacorta Silvio Parzanini -, ma sono state create delle risorse. Tale risarcimento sarà oggetto di una discussione che faremocon il sindaco di Iseo perché; vorremmo che questi soldi fossero impiegati a vantaggio delle Torbiere».
Sulla stessa linea anche il presidente de «La Schiribilla» Angelo Danesi, il quale mette sul piatto altri problemi: «Ci sono alcune questioni che incombono – ha affermato – come ad esempio il previsto intervento di una rotatoria sempre in località Ciochèt o l’ipotesi fatta dal Comune di Provaglio di creare nuovi centri visitatori all’interno della zona mentre per noi è sufficiente far funzionare bene quello già esistente. Siamo anche perplessi rispetto al percorso della pista ciclabile “Brescia-Paratico” che induce al passaggio su terreni della Riserva di persone non interessate alla tutela ambientale, così come alcuni comportamenti tenuti delle persone che la visitano. A questo proposito le Guardie Ecologiche Volontarie stanno chiedendo un appoggio più specifico da parte degli organi di Polizia». Preoccupazione viene anche espressa rispetto alla gestione del Centro visitatori di Iseo: l’ipotesi di affidarlo ad associazioni che hanno stretti rapporti col mondo venatorio viene vissuta come «una contraddizione in termini».
Infine le questioni legate alla pesca, al campo di golf, agli scarichi abusivi e al nuovo piano di gestione della Riserva. ritenuto «superfluo» e foriero di possibili situazioni anomale.
«Noi non vogliamo apparire come quelli che denunciano tutto e tutti o come quelli contrari sempre e comunque – ha concluso Danesi – A noi basterebbe solo che gli Enti intervenissero affinchè la Riserva non modifichi le sue finalità. Visitare le Torbiere significa scoprire l’ambiente che la circonda e gli animali che la popolano. Non è un luogo per andare a riposare, mangiare, fare il bagno o giocare. È giusto che tutti vi accedano a patto che la rispettino perchè all’interno esiste una sua legalità»
Carola Fiora