Nuova zona umida nelle Torbiere: serve una verifica archeologica preventiva
Prima degli scavi per la realizzazione della nuova zona umida prevista a sud della Riserva (v.qui), sarà necessaria una verifica preventiva dell'interesse archeologico sulle aree coinvolte dai lavori da attuare.
A seguito della presentazione del progetto definitivo presso il comune di Provaglio d’Iseo per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Bergamo e Brescia, ha infatti prescritto verifiche preliminari in quanto l’area è ad alto rischio archeologico.
La nuova opera, la cui realizzazione era prevista nei primi due mesi dell’anno, dovrà dunque attendere gli esiti delle esplorazioni che l’Ente gestore ha affidato a una ditta specializzata, indagini consistenti in specifici carotaggi sotto la supervisione di un archeologo (65_2019; 66_2019).
P.S. L'opera non sarà attuata poiché i costi per gli scavi archeologici sono così ingenti da superare quelli per la realizzazione del progetto.
Ricordiamo che durante gli scavi della torba e dell’argilla (dalla metà dell’Ottocento) vennero alla luce numerosi ritrovamenti preistorici.
Risalgono al Mesolitico (8.300 – 4.500 anni a.C.) gli utensili litici più antichi. Riguardo ai periodi successivi, studi su reperti trovati in zona accertano la presenza dell’uomo, forse saltuaria, in tutto il periodo neolitico, mentre era da tempo indubbia la presenza nella tarda età del rame-inizio età del bronzo (2000/1000 A.C.), a cui risalgono la maggior parte degli oggetti in pietra ed in metallo trovati duranti gli scavi della torba. All’età del bronzo risalgono anche i resti di palafitte rinvenuti in alcune località delle Torbiere.
In programma modello digitale tridimensionale delle strutture di una palafitta
E a proposito di palafitte, sempre nell’ambito del progetto emblematico “I like Torbiere”, per valorizzare le testimonianze archeologiche rinvenute nell’area della riserva, con particolare attenzione all’età del bronzo, è prevista al centro accoglienza visitatori, insieme ad altri allestimenti, la realizzazione di un modello digitale tridimensionale delle strutture di una palafitta, sulla base dei dati storici presenti, illustrando e spiegando le tecniche costruttive impiegate mediante l’utilizzo delle risorse proprie dell’ambiente naturale nel quale si inseriscono.
Il modello sarà collegato ad un testo sintetico ed esplicativo che illustri i vari aspetti che coinvolgevano la “vita” quotidiana delle popolazioni che vissero durante questo periodo della Protostoria, mostrando alcuni esempi dei manufatti utilizzati e la loro funzione, con particolare attenzione al rapporto uomo-ambiente, mettendo in luce la precisa conoscenza e sfruttamento della natura e dell’ambiente che lo circondava.(60_2019)