articoli: Censimento Iwc: diminuiti gli «acquatici svernanti»

Fonte: Edizione:  Giornale di Brescia  5 aprile 2012

 

Sul Sebino volatili in calo ma è ritornata la gru
Censimento Iwc: diminuiti gli «acquatici svernanti»
ma si segnala anche il ritorno di alcuni esemplari

 

LAGO D’ISEO Appostamenti e nascondigli, zone d’osservazione, vista acuta e binocoli, ma anche metodo ed esperienza. Armati di doti, pazienza e di tanta passione, anche quest’inverno i volontari dell’Iwc (International waterbird census) hanno battuto palmo a palmo il lago d’Iseo e la riserva delle Torbiere, sfidando il gelo di dicembre e gennaio, per realizzare il censimento annuale degli «uccelli acquatici svernanti», quelli che scelgono la nostra terra per superare i rigori dell’inverno.
Coordinati dal provagliese (di Provezze) Marco Guerrini, gli «osservatori» hanno scoperto che tra il 2011 e il 2012 il numero delle specie ornitologiche presenti nell’area sebina ha subito un calo rispetto alla scorsa stagione: 21 contro 26. Rispetto al 2011, sono mancati all’appello nove tipi di uccelli pescatori, ma se ne sono anche visti quattro che l’anno scorso non c’erano. Tra gli assenti la strolaga mezzana, una tuffatrice abitante in Russia e Alaska; le anatre germanate, dirette discendenti del germano reale; la canapiglia, anatra di superficie che pesca immergendo solo la testa; il moriglione, anatide che predilige i grandi spazi aperti; la moretta, pescatrice con il ciuffo che riesce a scendere sott’acqua fino a 9 metri; il fistione turco, uccello acquatico originario della Turchia; il quattrocchi, anatra di colore bianco e nero; il martin pescatore, piccolo volatile con piumaggio sgargiante e becco affilatissimo; e il merlo acquaiolo, cacciatore dal petto bianco, goloso di insetti e pesciolini, che in Europa scende raramente in pianura e può vivere fino a 2000 metri di quota.
In compenso però, pur rimanendo in deficit per quanto riguarda la varietà, sugli specchi d’acqua del Sebino sono apparse quattro specie che l’inverno passato non si erano viste: pavoncella, smergo minore, airone bianco e gru, tutti presenti con un solo esemplare. Per la gru in particolare, avvistata più volte in tutta la sua imponenza nei mesi scorsi a Pisogne, si tratta di una presenza davvero eccezionale.
Per quest’anno i protagonisti della ricerca avifaunistica sono stati dodici, nove uomini e tre donne: oltre all’immancabile Guerrini c’erano Emanuele Forlani, Marco Fredi, Daniele Vezzoli, Paolo Trotti, Dario Quaranta, Stella Magrone, Francesca Giliani, Marta Musatti, Giorgio Garzetti, Luca Ilahiane e Andrea Zampatti. Giova ricordare che per l’Italia l’attività di censimento viene organizzata dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), mentre a livello regionale le operazioni sono in capo all’Università degli studi di Pavia.
Per quanto riguarda i numeri, gli avvistamenti complessivi sono cresciuti rispetto all’anno passato. A trascinare il rialzo la colonia di svassi maggiori, passata da 600 a 1300 esemplari (di cui 1100 nella parte nord del lago), i gabbiani comuni, passati da 1000 a 1300, e i germani reali, incrementati da 550 a 600 esemplari. Aumenti anche per gli aironi cenerini (+17), i porciglioni (+12), i gabbiani reali (+23) e le gallinelle d’acqua (+6). In calo i cigni reali (da 130 a 80), le folaghe (da 1260 a 1180) e i tuffetti (da 88 a 44).

 

L’esperto «Senza canneti l’area diventerà meno ospitale»
LAGO D’ISEO Considerazioni e valutazioni dei dati, tra cali di presenze, incrementi e anomalie, le ha fornite Marco Guerrini, esperto di lavoro sul territorio e, contestualmente, responsabile numero uno del censimento Iwc.
Guerrini è un attento osservatore delle dinamiche che si sono verificate nell’ultimo decennio. Cosa emerge? Una riduzione generalizzata delle presenze più importanti, in qualche caso anche drastica. Ad esempio: il cigno reale è arrivato a 238 esemplari nel 2004 e oggi se ne contano 79; il moriglione e la moretta, che quest’inverno non sono stati avvistati, nel 2004 erano colonie che contavano rispettivamente 370 e 55 unità; allo stesso modo, lo svasso piccolo è sceso da quota 58 – raggiunta nel 2008 – ai soli 15 esemplari del 2012.
Che conclusioni si possono trarre da questi riscontri?
«Fondamentalmente il problema della presenza di questi uccelli pescatori è legata alla naturalità delle aree vicine all’acqua – riferisce Guerrini – e pare destinata a decrescere progressivamente in rapporto all’aumento delle urbanizzazioni che interesseranno la sponda del lago. È inutile nascondersi: estirpando i canneti, il Sebino è destinato a divenire una zona poco accogliente per questi uccelli, che trovano sempre meno cibo».
La razza che non subisce perdite è quella dei gabbiani. «L’osservazione è giusta ma questo dato ha una valenza relativa – precisa l’esperto -. Questo uccello infatti di giorno si reca in massa a mangiare nelle discariche e di sera torna a dormire sul lago. Con queste abitudini, gli individui non sono monitorabili come altre specie e il loro numero non è particolarmente significativo».
Tornando alle assenze, quest’inverno ha fatto molto freddo e le Torbiere sono rimaste ghiacciate per molti giorni. «Per le anatre pescatrici – conclude Guerrini – non potersi tuffare è un vero problema, che le spinge a dirigersi sul lago, e proprio nella zona confinante con la Riserva ci sono i capanni di caccia».

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