Fonte:Bresciaoggi, mercoledì 14 dicembre
ISEO. Monta la protesta contro il progetto Costa Verde: a rischio le colonie di anfibi della zona
No al villaggio «ingoia rospi»
Gli ambientalisti alzano il tiro
Giuseppe Zani
Oggi la questione arriverà sul tavolo della Comunità montana del Sebino Gli ecologisti: «Sarebbe un disastro: non escludiamo di adire le vie legali»
L´area di Clusane dove dovrebbe sorgere il nuovo villaggio turistico
Le ragioni dei rospi e della natura e le ragioni di chi vuol investire nel turismo si confronteranno stamani, alle 10, nella sede della Comunità Montana del Sebino Bresciano, a Sale Marasino.
I MEMBRI della conferenza dei servizi decisoria, così chiamata nella lettera di convocazione, si troveranno infatti sul tavolo, accanto al progetto del villaggio turistico che intende realizzare a Clusane la Costa Verde srl, due combattive lettere: la prima firmata da Alessandro Gatti e Angelo Danesi, presidenti delle associazioni «Montealto» e «La schiribilla»; la seconda da Dario Balotta, presidente di Legambiente Basso Sebino.
Gatti e Danesi, per la verità, la loro mail l´hanno spedita anche al ministero dell´Ambiente a Roma e alla Commissione europea a Bruxelles. Vi si scrive che l´area destinata alla nuova struttura ricettiva, 35.850 metri quadri situati tra la strada Iseo-Paratico e il lago, è non solo l´ultimo lembo di natura che attualmente spezza il «continuum edificato» lungo la sponda bresciana, ma anche l´ultimo punto d´accesso a lago di cui dispongono i rospi bufo bufo che in primavera, per andare ad accoppiarsi in acqua, scendono in massa dal monte Alto.
TALI ANFIBI, precisano Gatti e Danesi, sono protetti insieme ai loro habitat dalla Convenzione di Berna, recepita con legge della Regione Lombardia n.10/2008. Per entrambi i presidenti, inoltre, la prevista costruzione di 48 alloggi e, a monte della strada, di una rotatoria e di 147 stalli pubblici, potrebbe avere un impatto negativo pure sulle vicine torbiere sebine, «uno dei nodi della Rete europea Natura 2000».
Da lì la richiesta di bocciare il progetto in questione, preservando l´unico corridoio ecologico ancora esistente nel tessuto urbano tra il monte e la riva bresciana del Sebino, oppure, in subordine, di sottoporre il costruendo villaggio «alla procedura di Valutazione d´Incidenza Comunitaria, prescritta dalla normativa vigente anche per interventi che, pur sviluppandosi all´esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione di un sito Natura 2000».
BALOTTA, dal canto suo, nel segnalare che l´area di proprietà della Costa verde è sottoposta a vincoli ambientali e forestali, ed è inquadrata come «varco insediativo a rischio» dal Ptcp della Provincia, sostiene che «non sono state sufficientemente chiarite le finalità dell´opera, in particolare dei lotti pubbici, e che non vi è stata adeguata valutazione dell´impatto che si produrrà sull´ambiente». Per giunta, la rotatoria e il parcheggio pubblico, secondo Balotta, non possono essere realizzati in quanto insisterebbero su un terreno ad uso agricolo. Nel caso le amministrazioni in indirizzo non respingessero il progetto della «Costa verde», ammonisce Balotta, «Legambiente si riserva di adire le vie legali».
—————————-
Qui le osservazioni del Circolo Legambiente Basso Sebino:www.laschiribilla.it/DOCS/doc.2011/Osservazioni_Clusane.pdf