Sabato 16 marzo 2013
presso il Centro accoglienza visitatori (tangenziale sud, Iseo)
su iniziativa dell’Ente gestore della Riserva delle Torbiere del Sebino
si terrà il convegno
«Tutela e valorizzazione delle popolazioni di persico reale, luccio, anguilla e alborella» Programma:
09.30: apertura e saluti del Presidente 09.45: evoluzione del popolamento ittico della Riserva e indicazioni per la sua corretta gestione – Relaziona il Dott. Cristian Salogni (Ittiopatologo dell’Istituto zooprofilattico di Brescia) 10.15: presentazione del progetto realizzato e obiettivi presenti e futuri – Relaziona il Dott. Agr. Marco Mancini (Ittiologo) 11.00: Coffe break 11.15: azioni di progetto realizzate e risultati ottenuti – Relaziona il Dott. Agr. Marco Mancini (Ittiologo) 12.00: Tavola Rotonda – Modera il Dott. Cristian Salogni 12.30: chiusura e saluti
La locandina dell’evento: Locandina convegno Torbiere 16-03-13
P.S. L’articolo uscito su Bresciaoggi il 17 marzo:
Un santuario per le alborelle fra le Torbiere e il lago d´Iseo
Una nursery dedicata alle «aole» tra le Lame, le Lamette e il Sebino. Risultati promettenti dalle attività di salvaguardia della fauna ittica
Dall´enclave delle Lame, dove ancora resistono, le alborelle potrebbero nascere nelle Lamette e da lì tornare a popolare il Sebino.È una delle indicazioni di lavoro suggerite dall´ittiologo Marco Mancini e dall´ittiopatologo Cristian Salogni nel corso del convegno svoltosi ieri al Centro accoglienza visitatori delle Torbiere, a Iseo. Sul tappeto il progetto di tutela e valorizzazione delle popolazioni di alborella, persico reale, luccio e anguilla nella riserva delle torbiere, finanziato con 140mila euro da Regione e Fondo europeo per la pesca. Un progetto avviato nel settembre 2011 e terminato il 31 dicembre 2012.Oltre che sui risultati ottenuti, Mancini e Salogni hanno posto l´accento su possibili interventi futuri. «Abbiamo notato che le alborelle hanno utilizzato le cassette contenenti ghiaia da noi deposte nelle acque delle lamette per favorirne la frega. Purtroppo, però, i riproduttori di questa specie sono ormai rari. Ce n´è invece una buona disponibilità in alcune zone delle lame. Si tratterebbe di applicare nelle lame la tecnica delle cassette, che si potrebbero trasportare per la schiusa delle uova nelle lamette, una nursery ricca di plancton e macrofauna invertebrata: da lì gli avannotti prenderebbero la via del lago passando per i canali che vi si aprono». Sull´importanza della riapertura dei canali che mettono in comunicazione le lamette col lago ha insistito l´ittiologo Loris Alborali, consulente del Consorzio delle Torbiere sebine: «Lo scavo dei canali, nel 2008 – ha detto – ha migliorato la qualità dell´acqua nelle lamette e nelle lame».Un altro tipo di intervento che andrà protratto nel tempo, secondo Salogni e Mancini, è la caccia a due specie alloctone invasive come il siluro e il carassio. Il primo è talmente cresciuto che costituisce il 34,3% della biomassa ittica presente nella riserva, e in alcune aree delle lame raggiunge il 70%. Il secondo, invece, ghiottissimo delle uova degli altri pesci, ha toccato nel 2010 il 27,1%. Sono stati entrambi decimati, ma il loro trend resta positivo. Le pescate compiute nel 2012 hanno catturato 377 esemplari di siluri e 176 carassi. Preoccupa, in particolare, il siluro. Per offrire un riparo alle specie più pregiate lo scorso anno si è modificata la morfologia di sette siti delle lame e delle lamette affondandovi fascine intrecciate e capanne a cupola. Ne han tratto beneficio, a detta di Mancini e Salogni, soprattutto il pesce persico e il luccio. La tinca, infine, scarseggia pure nelle lamette. Giuseppe Zani