Fonte. Bresciaoggi, mercoledì 29 agosto 2012
ISEO. Nel mirino la selvaggina di passo
Davanti alle Torbiere una «linea Maginot» di capanni da caccia
Le postazioni aumentano da 6 a 10 Resteranno da settembre a febbraio
Si allunga la «linea Maginot» che, disposta sul fronte-lago delle lamette, cercherà di intercettare gli uccelli acquatici in arrivo da nord e diretti alla riserva delle Torbiere per una sosta ristoratrice. Crescono infatti da 6 a 10 i capanni da caccia che saranno posizionati nella foppa di Clusane, l´ansa lacustre tra Sassabanek e le. I capanni resteranno dal 17 settembre dal 20 febbraio. Le relative concessioni demaniali sono state rilasciate dal Consorzio dei laghi d´Iseo, d´Endine e Moro.
Chiusa la stagione venatoria, però, i capanni da caccia dovranno essere rimossi e allontanati persino dalla riva. Il loro stazionamento nella foppa di Clusane anche d´estate, in effetti, aveva contribuito- causa le granaglie sparse per alimentare le anatre da richiamo – a peggiorare la situazione igienica di quel tratto di lago. Troppi i volatili selvatici attirati dai capanni, avevano rilevato gli agenti della Polizia locale e provinciale. E troppe le deiezioni di uccelli in acqua rilevate dall´Asl. G.Z.
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Vista dalla parte dell’avifauna, la linea di difesa/protezione “Maginot” è la fascia tra i confini in acqua della riserva (dovrebbero essere segnalati da boe gialle, ma gli uccelli sapranno distinguere?) e i 400 metri di distanza imposti, da tale perimetro, ai capanni da caccia dalla normativa vigente.
Ricordiamo che quella antistante alle Lamette è l’unica zona del basso lago dove si può esercitare la caccia, ma è anche proprio quella che, essendo caratterizzata da bassi fondali, è adatta alla pastura per la maggior parte degli anatidi e dei rallidi delle Torbiere.
Soprattutto quando gli specchi d’acqua interni alla riserva gelano, agli uccelli non resta che uscire dal territorio “protetto”, concentrandosi verso il lago dove non c’è ghiaccio, cadendo in sostanza sotto il tiro dei cacciatori. Il problema è stato considerato anche dal nuovo Piano di gestione, che però si limita a un’indicazione generale di sospendere l’attività venatoria nel tratto prospiciente la lametta in occasione delle gelate invernali.
Testimoni oculari hanno anche segnalato negli scorsi anni la presenza di bracconieri proprio in quella zona della riserva: con imbarcazioni e sventolando bandiere fanno alzare in volo gli uccelli acquatici, spingendoli oltre i confini dell’oasi.
La riserva delle torbiere del Sebino è una ZPS, cioè una Zona di Protezione Speciale, un sito dedicato alla conservazione dell’avifauna come previsto dall’articolo 4 della Direttiva Uccelli. Consentire un aumento degli appostamenti di caccia è un CONTROSENSO!
In perfetto “stile italiano”. Si tratta di un intervento assurdo e controsenso.
E’ assurdo che invece che aumentare la protezione, nonostante i capanni siano situati in un tratto di transito obbligato per l’avifauna, sia per la migrazione che per l’alimentazione, si incrementi il numero di capanni!!! Non ho parole…
Gravissima responsabilità per chi ha rilasciato altre autorizzazioni! Già si è registrato nel tempo un calo dell’avifauna. Per dar soddisfazione a qualcuno, si mette ulteriormente a repentaglio quello che è rimasto! E’ una vergogna!
Cari, lamentele e proteste servono a poco. Le Torbiere sono riserva solo da 25 anni, giuridicamente. Praticamente, da molti meno. Prima sono state, per tanti anni, landa selvaggia, libera alle incursioni più o meno civili di tutti. E così se ne è trasmessa una inconscia memoria storica. Nella popolazione e nei suoi amministratori. Adesso, ci vorrà tempo per cambiare il “sentiment”. Sempre che lungo questo tempo continui con costanza l’attenzione vigile e lo stimolo intelligente. Puntando sui giovani.