Tratto ed adattato dal Giornale di Brescia, 23 settembre 2009
Gli esemplari di questo roditore di origine sudamericana sembrano essere in deciso aumento
Potrebbero creare problemi alla stabilità delle sponde dei bacini: si muovono scavando negli argini
La nutria, detta anche comunemente «castorino», è un mammifero roditore
LAGO D'ISEO Dopo aver colonizzato vari fiumi italiani (il caso più chiacchierato è quello del Tevere), parte della pianura padana (soprattutto le zone acquose delle risaie), il parco del Mincio, quello del Po e dell'Oglio, pare che ora le nutrie siano arrivate anche alla Riserva delle Torbiere del Sebino. La presenza di questi grossi vegetariani di origine sudamericana, di fatto un incrocio tra i topi e i castori, è testimoniata da alcune fotografie inviateci da un lettore che venerdì scorso ne ha visto un esemplare morto al lato della provinciale XI Iseo-Rovato, proprio sul confine con il lato nord-ovest della Riserva.
Tredici piccoli a «cucciolata»
Se da un lato la presenza di un esemplare non rappresenta di certo la prova dell'insediamento di una colonia, e quindi non legittima reazioni allarmate, dall'altro è pur vero che questa specie è tristemente famosa per la grande capacità di insediamento e proliferazione nei territori che raggiunge, essendo la femmina capace di partorire fino a 13 cuccioli per volta e, in buone condizioni ambientali, di farlo anche tre volte all'anno. Non va infatti dimenticato che nelle campagne del sud ovest milanese la nutria sta provocando una vera e propria emergenza ambientale, avendo messo a repentaglio i raccolti delle coltivazioni di riso, cosa che ha spinto la Provincia di Milano a distribuire all'inizio di quest'anno circa 5.000 trappole ai contadini. Del problema s'è occupato recentemente anche il Gal (Gruppo di azione locale) Oglio-Po, a testimonianza del fatto che dopo aver colonizzato il sud della regione oggi il «castorino» (che a dispetto del nomignolo può raggiungere i 10 chili di peso) sta raggiungendo anche il nord.
«Non è una buona notizia»
«Che la nutria abbia raggiunto le Torbiere non è una buona notizia, ma si tratta comunque di un evento nell'ordine delle cose – spiega Loris Alborali, uno degli esperti scientifici di animali del Consorzio delle Torbiere – visto che in provincia di Brescia è presente da tempo. Nella Riserva fino ad oggi non è stato notato nulla di anomalo e la sua presenza è passata praticamente inosservata, segno che la diffusione dovrebbe essere ancora contenuta».
Quale potrebbe essere il suo impatto su una zona dall'ecosistema delicato come quella delle Torbiere sebine? «Nella sua operosità la nutria potrebbe creare problemi alla stabilità delle sponde dei bacini – continua Alborali – perché si muove scavando negli argini, ma la sua proliferazione potrebbe anche creare problemi alle colonie degli altri animali». Il fatto è comunque nuovo. «Non abbiamo mai sentito parlare di nutrie sul Sebino – precisa Angelo Danesi dell'associazione ambientalista La Schiribilla – nè mai ci sono state fatte segnalazioni».
Tipica del Sudamerica, come ha potuto la nutria giungere fin da noi? Fino a pochi anni fa veniva allevata per la produzione di pellicce, vendute con il nome di «castorino». Quando questa attività non è più risultata conveniente, soprattutto per gli alti costi legati alla mano d'opera e alla concia della pelliccia, tutti gli allevamenti hanno cessato di operare e il più semplice sistema per liberarsi degli animali ospitati è stata di liberarli.
Gli animali hanno poi trovato nelle acque dolci interne ambienti assai favorevoli e, più o meno velocemente, hanno colonizzato vasti territori, costituendo grandi popolazioni selvatiche che oggi hanno raggiunto anche il Sebino.
Flavio Archetti
CHE COS'È La nutria (Myocastor coypus Molina), detta anche comunemente «castorino», è un mammifero roditore originario del Sud America. A seguito della introduzione per lo sfruttamento commerciale della sua pelliccia la nutria si è naturalizzata in diversi Paesi europei.
LA STRADA PROVINCIALE Pare che ora le nutrie siano arrivate anche alla Riserva delle Torbiere del Sebino. La presenza di questi grossi vegetariani è testimoniata da alcune fotografie inviateci da un lettore che venerdì scorso ne ha visto un esemplare morto al lato della provinciale XI Iseo-Rovato.
ACQUE DOLCI INTERNE Questi animali hanno trovato nelle acque dolci interne ambienti assai favorevoli e, più o meno velocemente, hanno colonizzato vasti territori, costituendo grandi popolazioni selvatiche che oggi hanno raggiunto anche la Riserva delle Torbiere sul lago d'Iseo.
ad oggi non si vede traccia