15 gennaio 2019, Lamette a fuoco, danni circoscritti

L'area interessata dall'incendio nella serata del 15 gennaio 2019 nelle Lamette in alcune foto pubblicate sulla pagina facebook della Riserva 

Quando abbiamo appreso la notizia la sera del 15, l'incendio era ancora in corso in una delle aree naturalisticamente più pregiata della Riserva delle Torbiere. L'intervento tempestivo dei Vigili del fuoco (Sale Marasino e Monte Isola) e della Protezione civile della Comunità montana del Sebino bresciano ha fatto sì che l'area coinvolta fosse contenuta.

La zona interessata dall'incendio è verso il lago. Ci siamo chiesti in quel momento se magari qualche stupido razzo o qualche stupida lanterna cinese avessero dato il via all'innesco in un ambiente molto secco come quello del canneto delle Lamette. 
Ma ci sono lingue di canneto rimaste intatte, pur trovandosi tra due fuochi…Feste e festeggiamenti sono finiti…Di sera chi si aggira in quella zona? Lasciamo agli esperti l'accertamento…

La consolazione è che non è periodo di nidificazione, anche se proprio nei mesi invernali, quando poi capita che le zone interne della Riserva (Lame) si ghiaccino in superficie, molti uccelli si concentrano proprio nel basso lago alla ricerca di cibo per sopravvivere e alcuni svernano proprio nelle Lamette. Il canneto si rigenera rapidamente, le ceneri in certi casi sono considerate un fertilizzante, ma insieme saranno bruciati anche quei rifiuti, per lo più scarti di plastica, imbrigliati tra la vegetazione?…Quindi fumo e cenere impregnati di sostanze tossiche?

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Migratore nidificante in riserva. Airone leggermente più piccolo del cinerino, lungo 78 cm. con colorazione più scura, parti superiori grigio scuro, ali, dorso e collo castani. In riserva nidificano regolarmente alcune coppie, costruisce il nido nel canneto. Si può distinguere in volo dal cinerino per la postura del collo che appare più angolato.

Nel Comunicato stampa del 21 gennaio 2019 (v. allegato sotto) l’Ente gestore della Riserva precisa che sono ancora in corso gli accertamenti da parte dei Carabinieri Forestali per stabilire l’origine dell'incendio. Il sopralluogo da parte degli esperti del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) dell’Ente gestore ha determinato un’estensione di circa 1.500 mq, che interessa una zona caratterizzata da canneto e cariceto che dovrebbero gradualmente rigenerarsi in primavera. Colpita in parte l’area di nidificazione dell’Airone rosso, ma l’impatto sarà più puntualmente valutato  durante i monitoraggi della stagione riproduttiva 2019. Non dovrebbero esserci effetti negativi sull’ittiofauna, ma, anche sotto questo aspetto,  si attendono riscontri dall'esito di future analisi della qualità dell'acqua in zona. 

Una valutazione più completa degli effetti sul sito sarà effettuata una volta esaminati tutti i rilievi raccolti dai tecnici dell’Ente.

Qui  una prima relazione relativa allo stato di fatto dopo il sopralluogo del CTS della Riserva: Sopralluogo_post-incendio-Vedi anche quiEmergenza a Iseo: in fiamme un isolotto del lago

Torbiere del Sebino, incendio nella riserva: l’ombra del dolo/ VIDEO;

Bruciano le lamette: a fuoco il canneto delle Torbiere​

Fiamme alle Torbiere, l’ombra del dolo

In cenere un ettaro di canneto, incubo piromani

-In passato altri incendi in Riserva di varie proporzioni:

incendio nei pressi degli ex magazzini della torba​ (7-8 maggio 2016)

L’incendio del 2 aprile 2012 nella riserva delle Torbiere​Rogo in torbiera, la fauna è in fuga; Dopo l'incendio, l'intervista di TELECOLOR ad Angelo Danesi​www.tgpota.com le torbiere dopo 'l föcTorbiere, incendio con danni contenuti (24 gennaio 2012​)

Foto di archivio: Lamette, aprile 1994, un incendio di grande estensione 

Torbiere, incendio nei pressi degli ex magazzini della torba

Nella notte tra sabato e domenica scorsi (7-8 maggio 2016) i Vigili del Fuoco volontari di Sale Marasino sono intervenuti nella riserva delle Torbiere per un incendio sviluppatosi presso il rudere (ex magazzino) nella zona di Iseo. Le fiamme hanno coinvolto arbusti e sottobosco, interessando in parte anche il deposito diroccato.

Nel pomeriggio di domenica (8 maggio) si scorgevano ancora fili di fumo tra i resti del rudere. Non si conoscono ancora le cause, ma è noto che la zona è frequentata di notte…per svariati motivi.

incendio

Rogo in torbiera, la fauna è in fuga

fonte: Giornale di Brescia  15/04/2012

Uccelli stanziali e libellule hanno perso nidi, uova ed habitat. Il fuoco distruggendo
il canneto (che si rigenera velocemente) ha anticipato uno sfalcio programmato

ISEO Sei ettari di torbiere in fumo hanno lasciato il segno. Inevitabilmente. Perché il rogo che ha devastato un’ampia zona della riserva naturale, il 2 aprile scorso, ha causato danni anzitutto alla fauna autoctona. Non a caso, uccelli stanziali e libellule hanno perso nidi, uova ed habitat. È altresì vero che la conformazione dell’area colpita – quella centrale coperta in prevalenza da canneti con alcune vasche d’acqua interne – ha consentito una limitazione dei danni.
Non solo, il tempestivo ed efficace intervento dei vigili del fuoco, della protezione civile e delle guardie ecologiche volontarie hanno permesso di limitare le conseguenze dannose. Altrimenti le fiamme avrebbero anche potuto intaccare i fabbricati vicini, il Centro accoglienza visitatori, gli alberi ad alto fusto e le colture adiacenti.
«I danni non sono stati così rilevanti come poteva sembrare ad un primo momento – spiega il presidente dell’ente gestore della Riserva, Gianni Lecchi -; il fuoco ha bruciato i canneti, ma si sa che quelli rinascono senza particolari problemi. Determinante è stata la celerità dell’intervento di spegnimento e contenimento delle fiamme. Inoltre pochi, per fortuna, sono stati gli alberi intaccati dal fuoco. Oggi comunque le canne palustri stanno già ricrescendo».
Fino agli anni Sessanta, quando le Torbiere erano ancora una fonte di reddito per molte famiglie provagliesi, gli incendi contenuti ed effettuati in particolari periodi dell’anno (ossia in gennaio e febbraio, quando l’area era gelata) erano una prassi consolidata. Tutto poi è cambiato con l’istituzione della Riserva, nel 1983.
Da allora infatti è assolutamente vietato appiccare fuochi, proprio per non compromettere l’ecosistema della Riserva, per non danneggiare la fauna e per non creare pericoli.
La valutazione dei danni ambientali dell’incendio del 2 aprile è stata comunque affidata al botanico del Comitato tecnico scientifico della Riserva, Carlo Andreis.
Dal punto di vista della fauna le più colpite sono state le specie stanziali, ossia merli e passeracei, mentre gli anatidi che nidificano vicino all’acqua non sono stati interessati dalle fiamme. Un’altra specie sicuramente danneggiata sono le libellule, visto che una recente analisi entomologica ha decretato proprio questa zona della Riserva come habitat unico in Italia, ma anche in Europa, sia per quantità che per tipologia di libellule.
E i danni economici? «Fortunatamente costi aggiuntivi per l’accaduto non ce ne sono – prosegue il presidente Lecchi -; dovremo ancora verificare se alcune delle piante intaccate riprenderanno la fase vegetativa oppure saranno da capitozzare (ossia potare pesantemente), ma per questo attendiamo ancora qualche settimana».
Gli alberi presenti nell’area colpita sono per lo più ontani, pioppi maestosi seppur instabili, platani e salici, mentre il «boschetto» (una zona ripiantumata dopo un fortissimo temporale di tre anni fa) non è stata, per un soffio, intaccata dal rogo.
Oggi il canneto distrutto dal fuoco, nonostante la pioggia e a due settimane di distanza, odora ancora di bruciato. Ma in realtà il fuoco ha anticipato uno sfalcio dello stesso canneto già programmato dall’ente che gestisce la riserva naturale.
Non a caso, «una volta il canneto veniva utilizzato in più modi – ricorda Lecchi -: si raccoglieva verde in luglio e si separavano i piumini dalle canne; i primi erano venduti ad una ditta di Mantova che faceva scope mentre i secondi, dopo essere stati essiccati sulle logge delle case, venivano usati come strame per gli animali».
Veronica Massussi

L’incendio del 2 aprile nella riserva delle Torbiere.

Il fuoco probabilmente è partito dalla zona nei pressi del ristorante Funtanì a Provaglio e si è propagato verso nord in direzione di Iseo. L'intervento di numerose squadre antincendio (compreso elicottero) ha contenuto e fermato le fiamme prima che arrivassero al bosco recentemente piantumato, vicino al centro visite. Qualcuno ha anche sostenuto che bruciare il canneto che si sviluppa rapidamente fa bene…
Certamente tutta la vegetazione annuale palustre dovrebbe essere in grado di rigenerarsi in tempi rapidi, ma qualche nido, tutti gli insetti e microorganismi che fanno parte della catena alimentare impiegheranno tantissimo a ripopolare l'area. Alcuni uccelletti, come la cannaiola che "attaccano" il nido alle canne secche, per quest'anno nella zona bruciata non ci saranno.
Siamo nel periodo in cui tante specie di uccelli migratori stanno facendo ritorno in queste aree per nidificare. L'avifauna, pur non colpita direttamente dall'incendio, spaventata, potrebbe aver abbandonato i nidi sugli alberi.
Speriamo si possano al più presto accertare le cause dell'incendio e si alzi il livello di guardia per evitare che queste situazioni si ripetano, perché in poche ore si perde un lavoro di cura e naturalizzazione di anni.
Purtroppo la stagione di forte siccità crea condizioni favorevoli agli incendi che comunque sono quasi sempre di origine dolosa. Quest'anno, infatti, in Lombardia sono caduti 2 miliardi di metri cubi di acqua in meno tra piogge e nevicate, mancano 300 milioni di mc di acqua nei grandi laghi e invasi prealpini, c'è 1 miliardo di metri cubi in meno nelle nevi montane, con una situazione particolarmente critica nei bacini orobici e nella montagna bresciana.
Se però dovesse emergere che l'incendio è stato  causato dalla mano dell'uomo, gli  eco criminali avrebbero fatto male i propri calcoli perché la legge parla chiaro: i terreni distrutti da incendi dolosi non potranno diventare  aree edificabili
Qui alcune foto di Angelo, scattate durante e dopo l'incendio e una mappa con indicata la zona interessata:
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P.S. La video intervista alla nostra associazione:https://vimeo.com/86159010

Incendio, l’intervista al presidente Angelo Danesi

Dopo l'incendio, l'intervista di TELECOLOR ad Angelo Danesi: http://www.youtube.com/watch?v=N2mbYsD0QIw (se il video non si apre, copiate il link nella barra degli indirizzi).

L'audizione delle associazioni presso l'VIII commissione regionale, avente come tema il Piano di gestione della Riserva, è stata rimandata a data da destinarsi.