IMPATTO DELLA POPOLAZIONE DELLE CARPE SULL’AVIFAUNA DELLE TORBIERE

La specie invasiva può mettere a rischio la sopravvivenza degli uccelli acquatici

Oltre alle criticità ambientali che incombono sulle Torbiere rilevate in precedenti rapporti (v. qui), nella parte conclusiva (“Problematiche e considerazioni di carattere gestionale”) della relazione ornitologica 2021 si evidenzia per la prima volta la possibilità che la presenza della carpa incida sulle specie nidificanti e svernanti in Riserva.

La carpa (Cyprinius carpio, considerata una delle 100 specie invasive più pericolose del mondo) sembra ben rappresentata nell’area protetta con la presenza anche di diversi individui di grandi dimensioni. Ama acque poco profonde, sradica e frammenta le piante acquatiche alimentandosi sul fondo. Il sedimento smosso ritorna a depositarsi sulle piante che soffrono per la mancanza di luce, col rischio che le praterie di piante subacquee spariscano, innescando un processo di impoverimento specifico e produttivo degli habitat preferiti soprattutto dalle anatre tuffatrici. 

Questo pesce alieno è anche una specie predatrice degli invertebrati acquatici.

Nella relazione si evidenzia come l’impatto sull’ecosistema è ben rimarcato nel piano d'azione nazionale per la moretta tabaccata (Lever 1996; Melega 2007). Elevate densità di carpa possono portare alla distruzione degli ambienti utilizzati da alcuni uccelli acquatici alterando radicalmente la comunità ornitica (Maceda-Veiga et al. 2017). Inoltre l'età/dimensione delle carpe negli stagni influenzano in modo significativo la densità dei macroinvertebrati e degli anfibi larvali, portando quindi le prede non ittiche degli uccelli acquatici a una notevole diminuzione (Eriksson 1979; Mallory et al. 1994). Pertanto, gli uccelli nidificanti possono evitare la concorrenza delle risorse evitando gli stagni con pesci di grandi dimensioni.

In Riserva tale effetto potrebbe essere maggiormente presente all’interno dell’area delle Lame, sistema più ‘chiuso’ e con meno ricircolo delle acque rispetto all’area delle Lamette.

 

 

Sospesa la caccia nelle aree Natura 2000 di Brescia, Cremona e Lecco. Stop al prelievo di pavoncella e moriglione

Su ricorso della Lega per l’Abolizione della Caccia, il TAR di Milano con ordinanza ha sospeso l’efficacia di parte del decreto dirigenziale lombardo riguardante  il calendario venatorio 2020/2021: 

•          sull’intero territorio della Regione Lombardia vietato il prelievo di pavoncella e moriglione,  due specie classificate come Spec 1, cioè minacciate a livello globale;

•          vietata la caccia  nelle aree protette (SIC, ZPS) delle province di Brescia, Cremona e Lecco, causa la mancata valutazione di incidenza (VINCA) del calendario venatorio prevista dalla normativa comunitaria.

La trattazione di merito del ricorso è fissata il 15 luglio 2021, nel frattempo la Regione deve adeguarsi all'ordinanza che considera prevalente l’interesse alla tutela ambientale.

Per le sterne altri nidi galleggianti nella Riserva delle Torbiere

Percorrono migliaia di chilometri per nidificare e poi ripartire

È il viaggio che ogni anno compiono le sterne per trovare una zona umida dove dare continuità alla specie.
Nella riserva naturale delle Torbiere questi uccelli migratori troveranno altri nidi dove poter nidificare e deporre le uova. È infatti prevista la posa di altre tre zattere (2 x 2 m) che si aggiungono alle due già posizionate lo scorso anno, all’interno di una delle vasche a nord del percorso centrale. 

Dentro le strutture galleggianti saranno posati sassi e ciottoli di fiume e piccoli rifugi per i pulcini. La zattere saranno poi ancorate con un contrappeso fissato con catene al fondo della struttura, ancorando anche del fasciname con funzione di rifugio per la fauna ittica. 

  • Anche gli alunni della scuola primaria di Passirano hanno dato un proprio contributo con la realizzazione di sagome di legno raffiguranti le sterne.

Il progetto potrà essere realizzato grazie al finanziamento ottenuto per la partecipazione dell’Ente gestore al bando indetto dalla Regione Lombardia nell’ambito del Progetto Life Gestire 2020. L’incarico della realizzazione sarà affidato ad una società di Sarnico.

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– IMPEGNO SPESA PER REALIZZAZIONE ZATTERE PER STERNA COMUNE: det_68__2020impegno_spesa_per_realizzazione_e_posa_zattere_per_nidificazione_sterna_comune_2020

–  RELAZIONE_TECNICA_E_ILLUSTRATIVA presentata nel marzo 2020 per la partecipazione al bando, dalla quale sono state tratte le immagini pubblicate

Nuova zona umida nelle Torbiere: serve una verifica archeologica preventiva. Palafitte tridimensionali al centro visitatori

Nuova zona umida nelle Torbiere: serve una verifica archeologica preventiva

Prima degli scavi per la realizzazione della nuova zona umida prevista a sud della Riserva (v.qui), sarà necessaria una verifica preventiva dell'interesse archeologico sulle aree coinvolte dai lavori da attuare.

A seguito della presentazione del progetto definitivo presso il comune di Provaglio d’Iseo per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Bergamo e Brescia, ha infatti prescritto verifiche preliminari in quanto l’area è ad alto rischio archeologico.

La nuova opera, la cui realizzazione era prevista nei primi due mesi dell’anno, dovrà dunque attendere gli esiti delle esplorazioni che l’Ente gestore ha affidato a una ditta specializzata, indagini consistenti in specifici carotaggi sotto la supervisione di un archeologo (65_201966_2019​).

P.S. L'opera non sarà attuata poiché i costi per gli scavi archeologici sono così ingenti da superare quelli per la realizzazione del progetto.

Ricordiamo che durante gli scavi della torba e dell’argilla (dalla metà dell’Ottocento) vennero alla luce numerosi ritrovamenti preistorici.

Risalgono al Mesolitico (8.300 – 4.500 anni a.C.) gli utensili litici più antichi. Riguardo ai periodi successivi, studi su reperti trovati in zona accertano la presenza dell’uomo, forse saltuaria, in tutto il periodo neolitico, mentre era da tempo indubbia la presenza nella tarda età del rame-inizio età del bronzo (2000/1000 A.C.), a cui risalgono la maggior parte degli oggetti in pietra ed in metallo trovati duranti gli scavi della torba. All’età del bronzo risalgono anche i resti di palafitte rinvenuti in alcune località delle Torbiere.

In programma modello digitale tridimensionale delle strutture di una palafitta

E a proposito di palafitte, sempre nell’ambito del progetto emblematico “I like Torbiere”, per valorizzare le testimonianze archeologiche rinvenute nell’area della riserva, con particolare attenzione all’età del bronzo, è prevista al centro accoglienza visitatori, insieme ad altri allestimenti, la realizzazione di un modello digitale tridimensionale delle strutture di una palafitta, sulla base dei dati storici presenti, illustrando e spiegando le tecniche costruttive impiegate mediante l’utilizzo delle risorse proprie dell’ambiente naturale nel quale si inseriscono. 

Il modello sarà collegato ad un testo sintetico ed esplicativo che illustri i vari aspetti che coinvolgevano la “vita” quotidiana delle popolazioni che vissero durante questo periodo della Protostoria, mostrando alcuni esempi dei manufatti utilizzati e la loro funzione, con particolare attenzione al rapporto uomo-ambiente, mettendo in luce la precisa conoscenza e sfruttamento della natura e dell’ambiente che lo circondava.(60_2019)

Torbiere, specie floristiche pregiate ma anche rischi per la fitodiversità. Censimento ornitologico: aumento di svernanti

Gli esiti del monitoraggio svolto nel triennio 2016-2018 da Luca Gariboldi, consulente botanico del Comitato Tecnico Scientifico (CTS), sono stati resi pubblici nei giorni scorsi, con la pubblicazione online dell’indagine floristica (v. quiRelazione-Botanica-anno-2018-2-FEB)

Il rapporto rassicura sulla ricchezza floristica piuttosto elevata e, quindi, sull’importanza della Riserva come sito di conservazione e tutela della biodiversità, ma è evidenziato anche il fenomeno della "banalizzazione" della vegetazione, con conseguente riduzione della fitodiversità locale.

Sono state censite 477 piante vascolari (cioè dotate di un sistema di vasi per condurre l'acqua, in pratica tutte le piante con l'eccezione di alghe, muschi ed epatiche), ripartite in 472 specie, 301 generi e 93 famiglie. Nello stesso periodo è stata censita anche una pianta non-vascolare appartenente alla divisione Marchantiophyta (Epatiche). La flora autoctona è presente all'82% e, al suo interno, è stato individuato un 18,8% di specie di pregio naturalistico.

Risultano invece estinte dal territorio, per alterazione dall’habitat prediletto, due specie di notevole valore, presenti fino al 2008: la Menyanthes trifoliata (Trifoglio d’acqua) e l’Hottonia palustris (Violetta di palude), che richiedono acque non inquinate e non eutrofizzate. I tentativi effettuati per reintrodurle non hanno dato esiti positivi.

Mancano all’appello ancora diverse specie segnalate in passato, alcune di notevole interesse floristico-vegetazionale e conservazionistico, che devono ancora essere riconfermate. Nella relazione si precisa però che la stima delle piante censite è ancora da ritenersi provvisoria sia perché̀ non tutto il territorio è stato monitorato con la stessa costanza durante il periodo vegetativo, sia per la difficoltà di muoversi nell’ambiente acquatico e palustre che caratterizza la Riserva. 

Non indifferente è la presenza di specie esotiche (v. sotto il grafico tratto dalla relazione), indicatori di “disturbo” diretto e/o indiretto causato dall’uomo, per cui è possibile dedurre che nella Riserva Naturale sia in atto un processo di “banalizzazione” della biodiversità̀, che se non contrastato con decisione e continuità̀ porterebbe alla perdità di tutti gli elementi di pregio presenti sul territorio. 

Grafico tratto dalla relazione

QUI la relazione botanica 2016 e 2017:  Relazione-botanica-Indagini-anno-2016​Relazione_chiusura_IIanno-Indagini2017-Gariboldi​

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CENSIMENTO ORNITOLOGICO: RISULTATI SODDISFACENTI

Come si legge sulla pagina FB dell'Ente Riserva, " l’ornitologo del Comitato Tecnico Scientifico in collaborazione con alcuni soci del GRA (Gruppo Ricerca Avifauna) ha svolto il censimento il 13 gennaio osservando diverse specie di avifauna acquatica.
Interessanti i numeri dei Germani reali che superano le 400 unità tra la zona della Lama e la Lametta. Un gruppo di oltre 100 Moriglioni e 60 Morette è stato osservato a riposo all’interno della Lama, in compagnia di una rara Moretta tabaccata. Anche Fistioni turchi, Canapiglie, Alzavole e Fischioni stanno svernando presso la nostra Riserva. Osservati anche alcuni Tarabusi e Aironi bianchi maggiori durante i loro eleganti voli di spostamento sopra i canneti. Almeno 6 i Falchi di palude svernanti, una decina i Porciglioni che si sono fatti sentire insieme a Usignoli di fiume e Migliarini di palude."

Leggi anche qui: Uccelli in Torbiera, la conta sorprende

Torbiere: uno stagno con acque basse per favorire gli uccelli limicoli

Nei primi mesi del 2019 una vasca ad acque basse per ospitare gli uccelli limicoli. 

La nostra associazione insieme ad altre ha auspicato da tempo la creazione di un ambiente fangoso e melmoso adatto ad ospitare i limicoli, uccelli dal lungo becco che si alimentano nel fango (come il Piro piro, il Beccaccino, il Corriere, la Pettegola…), ma che raramente si notano in riserva a causa delle vasche molto profonde e con sponde alte. Ne avevamo parlato anche nel dossier del 2007 e nelle osservazioni al nuovo piano di gestione.

Apprendiamo a tal proposito che, oltre agli interventi in programma nell’area ex Zumbo e lungo il percorso centrale (v. qui http://www.laschiribilla.it/public/?p=4732), il Consiglio di gestione ha approvato anche il progetto definitivo-esecutivo, redatto dall’agronoma Dott.ssa Elena Zanotti, per la “Realizzazione di una zona umida costituita da vasca per limicoli e mascheramento arboreo” (delibera: 28_2018​).

L’opera in programma, che usufruisce del finanziamento regionale “Interventi di supporto alla biodiversità locale del sito SIC/ZPS IT 2070020 Torbiere del Sebino”, sarà realizzata in un’area posta a sud, in territorio di Provaglio d’Iseo, con apertura dei cantieri nel prossimo gennaio e conclusione nel mese successivo.

Gli interventi proposti hanno come scopo ultimo quello di favorire la tutela della biodiversità locale, oltre che il suo potenziamento. Attualmente, infatti, le specie avicole presenti nella Riserva sono particolarmente rappresentate da specie appartenenti alla famiglia degli Ardeidi, degli Anatidi e dei Rapaci, scarsi invece i limicoli per la mancanza di ambienti idonei.

È previsto uno scavo di sbancamento per la realizzazione di un’area depressa complessiva di circa 3.270 mq, a gradoni, con profondità variabili, in cui far riaffiorare e/o accumulare acqua meteorica e di sgrondo, col fine di originare un’area umida, anche solo temporanea, avente funzione di richiamo per diverse comunità̀ biologiche presenti nel territorio.

La realizzazione di un’area umida a bassa profondità, rara nelle acque della Riserva per via dei processi di estrazione di torba e argilla dei secoli passati, per di più isolata dalle vasche principali, quindi priva di ittiofauna, creerebbe un habitat idoneo alla colonizzazione di diverse specie macroinvertebrate ed anfibie, ad oggi in competizione con l’ittiofauna per gli habitat di maggiore estensione. Inoltre, data la morfologia del sito, si prevede che l’area funga da richiamo per l’avifauna limicola, consentendo un miglioramento delle condizioni generali e l’insediamento di questa componente faunistica.

Al fine di ridurre il disturbo e favorire l’insediamento delle specie, l’area sarà protetta e riparata con arbusti ed essenze arboree alto fusto, oltre che con cordoli, posti ai margini liberi ed esposti verso le aree a frequentazione antropica, col fine di creare una efficace schermatura tramite il reimpiego del materiale terroso asportato.

Qui la documentazione da cui sono state anche tratte le immagini pubblicate:   01_planimetria_progetto_esecutivo_area_umida (1)​cme_area_umida_2018_finale​cronoprogramma_area_umida​ep_area_umida_2018_finale.xls

FOTOINSERIMENTO_AREA_UMIDAmodellazione_area_umidaprogetto_esecutivo_-_biodiversita_rel-paesaggistica-torbiere_finale

 

 

 

 

NUOVI STAGNI, POSATOI, ZATTERE E SCHERMATURE IN RISERVA

NUOVI STAGNI, POSATOI, ZATTERE E SCHERMATURE IN RISERVA

Nell'ambito del programma I LIKE TORBIERE, è stato messo a punto dal dottore forestale Eugenio Mortini, su incarico dell'Ente gestore, il progetto definitivo/esecutivo per incrementare il grado di biodiversità all’interno della Riserva in vari punti dell'area protetta, in territorio di Provaglio d'Iseo.

Gli ambienti interessati dagli interventi sono prevalentemente di tipo acquatico, in quanto, ad esempio, le zattere galleggianti verranno posate entro una delle vasche principali, così come i nidi artificiali saranno collocati al di sopra dei tralicci dismessi per l’energia elettrica presenti all’interno di una delle vasche. Le arelle schermanti invece saranno installate lungo il percorso centrale, mentre gli stagni realizzati presso il magazzino dell'Ente (località ex-Zumbo).

Alcune delle opere in previsione mirano alla tutela specifica dell'avifauna. Più volte nelle relazioni scientifiche annuali degli ornitologi, si è consigliato vivamente di ridurre e/o eliminare il problema del disturbo umano, schermando soprattutto il percorso pedonale centrale, nelle parti molto scoperte, evidenziando che “la situazione ideale per l’avifauna presente nella Riserva è di non entrare mai in contatto visivo con l’uomo; una fitta schermatura è di fondamentale importanza in quanto si ritiene che il disturbo antropico sia una delle principali variabili che influenza la composizione ornitica sia durante la nidificazione sia durante lo svernamento” (da Relazione ornitologica 2015

Altri interventi in programma intendono specificatamente favorire la nidificazione (posatoi, zattere), mentre i due stagni nei pressi del magazzino dell'Ente arricchiranno la zona di insetti, anfibi e piante acquatiche.

Poiché uno degli stagni avrà anche scopo didattico, presumiamo che, essendo la zona al di fuori del percorso autorizzato per i visitatori, l'accesso sarà normato da un regolamento. Si tratta di un'area importante di nidificazione, quindi si potrebbero consigliare, oltre all'ingresso esclusivo con guida, periodi di interdizione per non disturbare il ciclo riproduttivo. Per le stesse motivazioni, ci siamo espressi contrari alla realizzazione, in particolare in questo ambito naturalistico, di una zona sosta per le scolaresche

Nello specifico gli interventi riguarderanno:

1) Posa di strutture galleggianti per la nidificazione della sterna: le zattere per le sterne verranno immerse in acqua all’interno di una delle vasche, che il Piano di Gestione non classifica come Habitat. Il fine è quello di incentivare la nidificazione della sterna (Sterna hirundo), specie che in Italia è in fortissimo calo.

2) Posa di due nidi artificiali per rapaci, collocati al di sopra dei piloni dell’energia dismessi, che, pertanto, si prestano ad un utilizzo quale supporto per l’ancoraggio di dimore artificiali. La specie target è il falco pescatore (Pandion haliaetus), specie piuttosto esigente ma che potrebbe utilizzare i nidi artificiali quali strutture di rifugio.

3) Creazione di due piccoli stagni ad acque basse, di cui uno con scopo anche didattico. Lo stagno didattico presso il magazzino viene realizzato all’interno del prato vicino alla struttura, al di fuori di zone classificate Habitat. Verrà creato con funzione principalmente naturalistica, ma anche per permettere l’osservazione di un piccolo ambiente umido ad acque basse. Il secondo stagno lambisce invece l’Habitat 7230 Torbiere Basse alcaline, ma interessa una zona marginale, con presenza di cespugliame di rovo. Avrà funzione prettamente naturalistica, per ospitare insetti e anfibi propri degli ambienti ad acque basse. All’interno saranno messe a dimora anche alcune piante acquatiche quali Trapa natans e Ninphea alba.

4) Creazione di tre schermature del percorso pedonale centrale, in corrispondenza delle aperture della vegetazione, mascherando il passaggio dei visitatori in transito al fine di non arrecare disturbo alle specie avifaunistiche. Le strutture, di circa due metri di altezza e con lunghezza variabile tra due e sei metri secondo il punto di posa, sono realizzate in cannucciato di salice. Ogni struttura è in realtà costituita da una doppia parete entro cui il visitatore transiterà per l’osservazione delle fauna tramite feritoie.

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Qui la documentazione, da cui sono state tratte anche le immagini:1_-_RELAZIONE_GENERALE2_QUADRO_ECONOMICO; 3_CME_ELENCO_PREZZI​  4_-_PALNIMETRIA_DEGLI_INTERVENTI 5_ZATTERE_AVIFAUNA6_NIDI_ARTIFICIALI_PER_RAPACI;7A_STAGNO_DIDATTICO;                                            7B_-_STAGNO_NATURALE 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avifauna nella Riserva delle Torbiere: on line la relazione del G.R.A.

Sul sito della Riserva si può trovare la relazione ornitologica 2016 del G.R.A., Gruppo Ricerche Avifauna.

Qui abbiamo riportato, a titolo meramente esemplificativo, alcune annotazioni ricavate dalla relazione.

Il documento presenta: dettagliate carte di distribuzione di alcune delle specie nidificanti, i conteggi dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti e l’elenco delle specie svernanti; l’elenco delle osservazioni interessanti nel periodo d’indagine e alcune considerazioni di carattere gestionale.

La tecnica di rilevamento prescelta quest’anno è stata quella dei punti di ascolto, che consente maggior comodità ed efficienza in un ambiente come quello della Riserva, mentre per le Lamette è stato eseguito un censimento dalla barca per coprire quei settori non raggiungibili da terra. Inoltre sono state eseguite visite notturne, con esito negativo, per il Tarabuso, il Voltolino e la Schiribilla

La Riserva è stata censita in tutta la sua estensione e i dati presentati sono da considerarsi di elevato pregio scientifico, ma importanti anche per fornire indicazioni riguardanti eventuali interventi di gestione all’interno della Riserva, volte non solo alla conservazione delle popolazioni nidificanti presenti, ma anche a favorire  una diversificazione ambientale, la quale potrebbe arricchire ulteriormente la composizione ornitica dell’area.

La relazione espone i risultati dei censimenti dell’avifauna nella Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino. In particolare è fornita la check-list degli uccelli della Riserva aggiornata dall’ultima relazione fino al mese di febbraio 2017.

In totale sono state osservate 252 specie, 11 delle quali considerate esotiche o domestiche. In particolare nel corso del 2016 e dei primi mesi del 2017 sono state osservate nella Riserva 8 specie mai segnalate in precedenza: Labbo (Stercorarius parasiticus), Aquila minore (Aquila pennata), Gabbiano reale nordico (Larus argentatus), Sterna zampenere (Gelochelidon nilotica), Beccapesci (Sterna sandvicensis), Gufo di palude (Asio flammeus), Luì forestiero (Phylloscopus inornatus) e Inseparabile facciarosa (Agapornis roseicollis).

 

AVIFAUNA NIDIFICANTE

Per la maggior parte delle specie nidificanti è stata accertata la nidificazione, mentre per Assiolo, Canapiglia, Canapino comune, Cannaiola verdognola, Balestruccio, Fagiano comune e Rigogolo la nidificazione è ritenuta probabile.

Si rileva che nel 2016 l’Airone rosso ha nidificato esclusivamente nell’area delle Lamette con 8 coppie (una coppia in più rispetto all’anno precedente), mostrando però di preferire le Lame per nutrirsi.

 

 

 

 

AVIFAUNA SVERNANTE

La stagione invernale 2016/2017 è stata caratterizzata all’interno della Riserva da un maggior numero di specie svernanti (19) rispetto a quella del 2015/2016 (12); risulta in aumento il numero di specie di anatidi rilevate, passando dalle 5 specie del 2015/2016 alle 12 del 2016/2017 . Nuova la presenza di Fischione, Mestolone, Moriglione, Moretta, Moretta tabaccata, Orco marino e Oca lombardella. Quest’ultima, pur non potendo considerarsi svernante in Riserva, rappresenta un’osservazione di elevato pregio a livello provinciale e regionale.

Calo invece  dei numeri di animali svernanti durante i rilevamenti della terza sessione (15 gennaio 2017), probabilmente dovuto alla presenza di ghiaccio sull’intera superficie della Riserva, che verosimilmente ha causato lo spostamento degli animali sulle acque del Sebino.

Secondo il G.R.A. il numero maggiore delle specie di anatidi osservati in questa stagione invernale rispetto alla precedente potrebbe essere una conseguenza del mancato disturbo esercitato dall’attività venatoria, assente in questo periodo. Tale assenza, infatti, può aver permesso, soprattutto alle anatre tuffatrici, di utilizzare per periodi più lunghi e in maniera indisturbata l’area di confine posta tra i capanni da caccia e la Riserva. Qualora la caccia non fosse più praticata presso gli appostamenti fissi posti a lago, servirebbero diversi anni di censimenti degli uccelli acquatici svernanti per capire se esiste una relazione causa-effetto tra tale attività e i quantitativi dei contingenti svernanti

Stretta la relazione tra le aree di alimentazione principali (primo tratto di lago all’esterno delle Lamette) e le aree di riposo preferite (Lame): anche qui s’ipotizza che il mancato disturbo esercitato dall’attività venatoria nel tratto a lago permetta a certe specie di anatre di utilizzare maggiormente tale area per nutrirsi.

CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GESTIONALE

In questo capitolo vengono date alcune indicazioni specie-specifiche riguardanti eventuali interventi di gestione all’interno della Riserva, volte non solo alla conservazione delle popolazioni nidificanti presenti, ma anche a favorire una diversificazione ambientale, la quale potrebbe arricchire ulteriormente la composizione ornitica dell’area. Di fondamentale importanza sarà il confronto d’informazioni e conoscenze durante tavoli tecnici appositamente istituiti.

Nutria e Siluro

Queste due specie hanno trovato un habitat idoneo all’interno della Riserva e si ritiene che stiano alterando pesantemente gli esiti riproduttivi di diverse specie ornitiche. La Nutria, ormai comune all’interno della Riserva, con una stima della popolazione pari a 15-20 individui tra gennaio e febbraio 2017, è una pesante minaccia non solo per le nidiate di alcune specie che nidificano tra canneti, ma anche per la vegetazione palustre.

 

 

Intossicazione da piombo

Nel tratto a lago antistante alla Riserva, nella zona della cintura dei capanni da caccia, il G.R.A. ritiene che sarebbe interessante conoscere i livelli di concentrazione, all’interno dei sedimenti lacustri, di frammenti di piombo derivanti da diversi decenni di attività venatoria. Proprio in tale zona si radunano i gruppi di anatre (soprattutto tuffatrici) in alimentazione che, nel caso in cui l’attività venatoria terminasse definitivamente, potrebbero iniziare a utilizzarla in maniera molto più abitudinaria anche nel periodo invernale, soprattutto quando gli specchi d’acqua della Riserva sono ghiacciati. Nel caso in cui tale ipotesi si avverasse, gli anatidi che sosterebbero maggiormente in quell’area sarebbero maggiormente esposti alla possibilità d’intossicazione da piombo (saturnismo), poiché la probabilità di ingerire frammenti di questo metallo potrebbe aumentare in seguito al minor disturbo ivi presente e al conseguente maggior utilizzo della zona per fini alimentari.

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Qui la relazione ornitologica precedente del 2015 

 

Riserva delle Torbiere: aggiornamento ornitologico 2015

È on line sul sito della Riserva la

RELAZIONE ORNITOLOGICA 2015 DELLA RISERVA NATURALE “TORBIERE DEL SEBINO”

CHECK-LIST DELLA RISERVA NATURALE TORBIERE DEL SEBINO

Il Gruppo Ricerche Avifauna (GRA), attuale membro del Comitato Tecnico Scientifico della Riserva Naturale “Torbiere del Sebino”, ha provveduto a compilare  una Check List che rappresenta una prima modifica e aggiornamento di quella vecchia, in attesa di ulteriori miglioramenti con un’approfondita indagine sull'avifauna nidificante e svernante su un periodo di più anni.

Il gruppo si è avvalso anche del prezioso contributo della mailing list "Menacò" e di osservatori che hanno messo a disposizione i propri dati.

Nel corso del 2015 e dei primi mesi del 2016 sono state aggiunte alla Check List della Riserva sei specie mai segnalate in precedenza: Avocetta (Recurvirostra avosetta ), Gabbiano reale pontico (Larus cachinnans), Rampichino alpestre (Certhia familiaris), Picchio muratore (Sitta europaea), Cincia bigia (Poecile palustris ) e Anatra sposa (Aix sponsa).

In totale sono state osservate nella riserva 239 specie, 9 delle quali considerate esotiche.

Per quanto riguarda l’avifauna nidificante non è stato possibile eseguire censimenti esaustivi per stimare le coppie di tutte le specie elencate nell’allegato I della Direttiva Uccelli (79/409/CEE) e per le altre specie d’interesse locale, regionale o nazionale presenti nella Riserva. Nonostante questo, sono stati raccolti dati dettagliati di nidificazione grazie alle osservazioni sistematiche di alcuni componenti del GRA che, per interesse personale, ogni anno, censiscono le popolazioni nidificanti di alcune specie all’interno dell’area protetta.

Per valutare la presenza e la consistenza dei gruppi di svernanti non passeriformi sono state invece effettuate tre sessioni nel corso dell'inverno 2015-2016.

Per le altre specie nella relazione sono presentati i risultati ottenuti con il metodo dei transetti.

NELLA RELAZIONE SONO RILEVATE ANCHE ALCUNE CRITICITA' E PROPOSTE DI GESTIONE: 

necessità di mettere in sicurezza la linea elettrica di media tensione presente nella zona sud orientale della Riserva (circa 400 metri con 8 piloni), causa di morte per elettrocuzione o collisione di varie specie di uccelli, rinvenuti alla base della stessa;

si consigliano vivamente schermature per i percorsi pedonali, soprattutto quello centrale, per ridurre e/o eliminare il problema del disturbo umano per l’avifauna svernante e nidificante.

si considera di estrema importanza la collaborazione tra il GRA e il  tecnico botanico incaricato dall’Ente Riserva per la gestione del taglio del canneto e dell’Amorpha fruticosa, per non compromettere la nidificazione delle specie ornitiche che usano tali ambienti (Cormorano, Nitticora, Airone rosso e Falco di palude).

si propone l’idea di sperimentare la messa a dimora di 2-3 piattaforme galleggianti per incrementare le probabilità di nidificazione di laridi e sternidi.

RICERCHE DA EFFETTUARE NEL 2016

Nella stagione riproduttiva 2016, oltre al conteggio/stima del numero di coppie nidificanti degli uccelli acquatici e altre specie all’interno della Riserva, il GRA intende applicare anche il metodo di censimento con punti d’ascolto distribuiti in maniera casuale all’interno dell’area. Tale metodo, permetterà sul lungo periodo di osservare l’evoluzione dei trend delle specie nidificanti all’interno dell’area in esame e di avere serie di dati confrontabili con altre aree di studio.

Poiché, nonostante le ricerche effettuate da altri ornitologi negli anni passati, non sono stati ottenuti risultati positivi circa la presenza di Tarabuso (Botaurus stellaris), Schiribilla (Porzana parva) e Voltolino (Porzana porzana) durante il periodo di nidificazione, nel 2016 si vuole proseguire il censimento di queste specie organizzando uscite crepuscolari e notturne con l’impiego di più osservatori presenti in contemporanea all’interno della Riserva.

Inoltre, si sta valutando l’ipotesi di effettuare delle analisi di selezione dell’habitat a livello di micro-ambiente (tramite l’utilizzo della barca) per la Salciaiola (Locustella luscinioides) specie presente nella Riserva, seppur con poche unità, e soggetta a decremento e con locali sparizioni in gran parte del territorio nazionale.

relazione_torbiere_2016per-sito-internet-2

 

 

 

Avifauna in Riserva: Martin Pescatore

Ecco alcuni scatti di Giacomo Simonini che raccontano la vita del Martin Pescatore.

Presente tutto l’anno in torbiera, si muove fulmineo a pelo d’acqua, di solito il suo fischio precede la sua apparizione. Nidifica in buchi ricavati su pareti di terra scoscese o alberi caduti. Lo si osserva spesso in lontananza appollaiato su di un ramo pronto a pescare. Molto colorato. Le immagini che vedete (riprese sia in riva al lago che nelle Torbiere del Sebino ) sono ottenute tramite telo mimetico ed appostamento: raramente si ha l’occasione di riprenderlo senza tale accorgimento. Una curiosità: per riconoscere il sesso bisogna osservare la colorazione del becco, nel maschio tutto nero, nella femmina la parte inferiore è arancio.martin Pescatore mp9 mp8 mp7 mp6 mp5 mp4 mp3 mp2 mp1