A PROPOSITO DI DIVIETI

La Riserva delle Torbiere è anche:

Zona di protezione speciale (ZPS, Direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici)               Vi sono norme “sovraordinate” che dettano precisi divieti per le ZPS.

 

Infatti una deliberazione di giunta regionale (8/9275/2009 dell’8 aprile 2009) riguardo alle ZPS prescrive, fra gli altri, i seguenti divieti:

 

– distruzione o danneggiamento intenzionale di nidi e ricoveri di uccelli;
Рrealizzazione di nuove discariche o nuovi impianti di trattamento e smaltimento di fanghi e rifiuti nonch̩ ampliamento di quelli esistenti in termine di superficie, fatte salve le discariche
per inerti;
– svolgimento di attività di circolazione motorizzata al di fuori delle strade, fatta eccezione per i mezzi agricoli e forestali, per i mezzi di soccorso, controllo e sorveglianza, per i mezzi degli aventi diritto, in qualità di proprietari, gestori e lavoratori
– eliminazione degli elementi naturali e seminaturali caratteristici del paesaggio agrario con alta valenza ecologica individuati dalla regione o dalle amministrazioni provinciali;
– eliminazione dei terrazzamenti esistenti, delimitati a valle da muretto a secco oppure da una scarpata inerbita, sono fatti salvi i casi regolarmente autorizzati di rimodellamento dei terrazzamenti eseguiti allo scopo di assicurare una gestione economicamente sostenibile;
– esecuzione di livellamenti non autorizzati dall’ente gestore; sono fatti salvi i livellamenti ordinari per la preparazione del letto di semina e per la sistemazione dei terreni a risaia;
– la captazione idrica nella stagione riproduttiva delle specie ornitiche caratteristiche della tipologia ambientale, ai sensi del d.m. 17 ottobre 2007 n. 184, fatto salvo autorizzazione dell’ente gestore, dalle zone umide che ospitano specie caratteristiche della tipologia ambientale o habitat di interesse Comunitario;
–  è vietata l’immissione o il ripopolamento con specie alloctone

 

La delibera sulle ZPS contiene inoltre ulteriori disposizioni riguardanti i piani di gestione, i qualidevono:

 

-perseguire la conservazione delle aree aperte, anche incolte, e agricole, regolamentando l’urbanizzazione, l’antropizzazione e la realizzazione di infrastrutture, nelle aree di pregio naturalistico;
– perseguire un’attenta conservazione di tutte le zone umide, prestando particolare attenzione ai canneti in acqua e in asciutta o periodicamente sommersi. La conservazione di queste aree si realizza attraverso il divieto di:

 

trasformazioni ambientali, bonifiche, mutamenti di destinazione d’uso del suolo, attraverso il ripristino e la creazione di ambienti umidi naturali e attraverso la creazione e la tutela di aree “cuscinetto”

UNA RISERVA DIS-ORIENTATA? COGLI LA DIFFERENZA!

Il Piano di gestione approvato nell’aprile 2009 pone su tutta la riserva il divieto di

1) realizzare nuovi edifici;
2) attuare interventi sugli edifici esistenti in assenza di specifica autorizzazione rilasciata
dall’Ente Gestore,

 

La proposta di modifica dei divieti deliberata successivamente dalla giunta regionale, pone il divieto di
1) nuove costruzioni (in zona A)
2) realizzare nuovi edifici ad eccezione di quanto diversamente previsto dal Piano di Gestione e direttamente eseguito dall’Ente gestore ovvero dallo stesso espressamente autorizzato (in zona B e C)

Per quanto riguarda la zona A e B ecco gli altri divieti.
Abbiamo segnato in rosso quelli che non valgono per la zona C (fascia di rispetto)

 

2) realizzare nuovi insediamenti produttivi, anche di carattere zootecnico o di ampliamento di quelli esistenti;
3) costruire infrastrutture in genere, fatto salvo quanto previsto dal piano della riserva in funzione delle finalità della riserva stessa e direttamente eseguite dall’ente gestore ovvero dallo stesso autorizzate;
4) aprire nuove strade, asfaltare, ampliare o operare la trasformazione d’uso di quelle esistenti;
5) coltivare cave od estrarre inerti ed esercitare qualsiasi attività che determini modifiche sostanziali della morfologia del suolo;
6) attuare interventi che modifichino il regime o la composizione delle acque, fatto salvo quanto previsto dal piano e direttamente eseguito dall’Ente gestore ovvero dallo stesso espressamente autorizzato;
7) impiantare pioppeti artificiali od altre colture arboree a rapido accrescimento;
8) effettuare interventi di bonifica idraulica della zona umida;
9) raccogliere, asportare o danneggiare la flora spontanea, fatte salve le attività previste dal piano di gestione e la ricerca scientifica, eseguite direttamente dall’Ente gestore ovvero dallo stesso autorizzate;
10) effettuare tagli di piante arboree isolate o inserite in filari, nonché di siepi arboree ed arbustive lungo il margine di strada, corpi d’acqua o coltivi, se non autorizzati dall’Ente gestore;
11) costruire recinzioni, se non con siepi a verde e con specie tipiche della zona e preventivamente autorizzate dall’Ente gestore;
12) disturbare, danneggiare, catturare o uccidere animali selvatici, raccogliere o distruggere i loro nidi, tane o giacigli, danneggiare o distruggere il loro ambiente, fatte salve le attività consentite, la ricerca scientifica e gli interventi di carattere igienico-sanitario, eseguiti direttamente dall’Ente gestore ovvero dallo stesso autorizzato;
13) esercitare la caccia;
14) introdurre cani (fatta esclusione lungo i percorsi autorizzati, per i cani di accompagnamento a portatori di handicap), cavalli ed altri animali;
15) introdurre specie animali o vegetali estranee;
16) svolgere attività pubblicitaria, organizzare manifestazioni folcloristiche o sportive, effettuare il campeggio;
17) costituire discariche di rifiuti ovvero depositi permanenti o temporanei di materiali dismessi, anche se in forma controllata;
18) transitare con biciclette e mezzi motorizzati lungo i percorsi pedonali, come individuati dal Piano di gestione, fatta eccezione per i mezzi di servizio e quelli occorrenti per l’attivitÃ
agricola;
19) accedere alle aree di maggior interesse naturalistico e scientifico individuate dal piano, non autorizzati dall’Ente gestore;
20) accedere e navigare nella fascia a lago e nel canneto fatta eccezione per i mezzi di servizio;

21) esercitare la navigazione a motore fatto salvo quanto previsto dal piano e direttamente eseguito dall’Ente gestore ovvero dallo stesso espressamente autorizzato;
22) effettuare studi e ricerche che comportino prelievi in natura e/o altre deroghe ai divieti, se non autorizzati dall’ente gestore;
23) esercitare ogni altra attività, anche di carattere temporaneo, che comporti alterazioni alla qualità dell’ambiente incompatibili con le finalità della Riserva;
24) tenere comportamenti non conformi all’ambiente della Riserva tali da creare danno o potenziale danno all’ambiente ad alla fauna: abbandonare i percorsi segnalati, sostare fuori dagli spazi appositamente predisposti e segnalati, fare picnic, accendere fuochi, effettuare la balneazione, dare cibo agli animali, disturbare la fauna con suoni, musica e schiamazzi;
25) condurre colture non compatibili con le finalità della riserva;
26) effettuare variazioni colturali se non la sostituzione delle colture esistenti con vegetazione spontanea caratteristica dell’ambiente naturale;
27) esercitare nuove attività florovivaistiche;
28) esercitare la pesca al di fuori delle aree espressamente destinate a tale attività individuate nel Piano di Gestione e dei limiti previsti dal regolamento pesca della riserva;

 

N.B. Per la zona C non applicare i divieti n.20/21/28 ha ovviamente senso poiché non vi sono vere e propri vasche d’acqua. Per il resto ricordiamo:
-che la funzione della zona C è anche quella di fare da zona cuscinetto e da filtro rispetto a disturbi che potrebbero venire  dall’esterno
-che anche la zona C è compresa nel SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e nella ZPS (Zona di Protezione Speciale)
-che anche nella zona C sono presenti habitat comunitari

articolo

Fonte: Bresciaoggi, Venerdì 04 Febbraio 2011

PROVAGLIO. Il presidente del Consorzio: «Entro breve tutti potranno godere delle bellezze della Riserva»

 

Torbiere, un’oasi a misura di disabili
La Regione ha finanziato un percorso naturalistico per portatori di handicap Lecchi: «Scelta di civiltà»

 

Una suggestiva veduta aerea delle Torbiere di Iseo
Mentre sulla Riserva pende il rischio di un radicale ridimensionamento delle fasce di tutela*, le Torbiere prenotano un futuro a misura di disabili. La visita a una delle zone umide di più grande interesse a livello europeo è infatti attualmente preclusa alle persone con deficit motori. Ma la svolta è vicina. La Regione ha finanziato il progetto per creare itinerari accessibili ai portatori di handicap varato dal Consorzio di tutela delle Torbiere sebine. Il fondo stanziato dal Pirellone dovrebbe coprire l’intero investimento, stimato in 97 mila euro. Se non ci saranno intoppi burocratici, la realizzazione delle opere potrebbe iniziare già entro l’estate. «Riusciremo in questo modo a dare risposta a un’esigenza particolarmente sentita fra i visitatori, allineando la nostra oasi a quelle dei Paesi più avanzati in fatto di tutela dei diritti dei disabili – conferma Gianni Lecchi, presidente del Consorzio -. Nello specifico realizzeremo una via attrezzata per queste persone che ora non possono godere della bellezza delle Torbiere. L’itinerario studiato anche per le esigenze degli accompagnatori sarà allestito in una zona priva di ostacoli naturali ma non per questo meno suggestiva». Il percorso si inserirà nel settore nord ovest che va dal centro di accoglienza fino alla torretta del bird-watching.F. SCO.

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* il rischio è reale e grave, occorre mobilitarsi.

VAS o NON VAS per il Piano delle Torbiere?

Variante in corso d'opera

 

Mentre sta ancora svolgendosi la verifica di esclusione della VAS del Piano di gestione della Riserva,una variante in corso d'opera scombina l'apparato normativo del Piano: un recente Avviso del Consorzio comunica infatti che il 15 dicembre u.s. una delibera di giunta regionale, oltre a modificare come noto i confini del Sito, introduce significativi e sostanziali cambiamenti nei divieti (strutturali, infrastrutturali e comportamentali) da applicarsi alle specifiche zone delle Torbiere.

 

Ci chiediamo se sia lecito per la giunta regionale intervenire a modificare in senso più permissivo  i divieti che disciplinano le varie zone della Riserva, quando è ancora aperto il procedimento di verifica di esclusione della VASverifica che prende in esame un rapporto ambientale che si riferisce al Piano adottato nel gennaio 2009, dove i divieti sono più restrittivi (confermati anche nel piano approvato nell'aprile 2009).

 

Le ultime parole famose.
Nelle osservazioni che abbiamo inviato in occasione della Conferenza di verifica (tenutasi il 14 gennaio u.s. ed aggiornata a metà febbraio), essendo per caso, all'ultimo, venuti a conoscenza che era in atto una modifica dei divieti della Riserva, avevamo concluso il nostro documento con una domanda:
"a quale Piano di gestione fa riferimento il Rapporto ambientale quando dichiara che nel complesso il Piano, tanto nella sua parte descrittiva e di inquadramento quanto nell'apparato normativo (NTA), non subirà modifiche volte ad un maggior permissivismo…?

 

La domanda è sempre più di attualità!

 

scarica qui l'Avviso http://openwebcortefranca.cogeme.com/albo/albo_dettagli.php?id=115,
inutile cercarlo sul sito web del Consorzio.

 

scarica qui  la delibera www.laschiribilla.it/DOCS/doc.2010/SEO1.pdf

 

D.g.r.15 dicembre 2010 – n. 9/985
Proposta di modificazione dei confini della riserva naturale
«Torbiere del Sebino o d'Iseo» e della sua classificazione (artt.
2, 11 e 12 della l.r. 86/83)

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N.B. Sulla questione torneremo a breve e in modo più approfondito, anche per quanto riguarda la modificazione della classificazione della riserva.

P.S. Qui trovate tutto il procedimento: https://www.sivas.servizirl.it/sivas/#/login/schedaProcedimento?idProcedimento=2&idPiano=35880

articolo:«Torbiere in pericolo: la Vas non va esclusa»

Fonte: Bresciaoggi, Mercoledì 12 Gennaio 2011

 

NATURA E POLEMICHE. Il Coordinamento ambientalista e animalista
«Torbiere in pericolo: la Vas non va esclusa»
Paolo Baldi
Si vuole salvare dall’«esame» il Piano di gestione «Potrebbe essere l’inizio della fine della Riserva»
Le deroghe e le riletture di leggi e regolamenti magari troppo efficienti sembrano essere una prassi piuttosto diffusa nell’amministrazione della cosa pubblica nel nostro Paese. Soprattutto quando si tratta di «gestire» l’ambiente piuttosto che di conservarlo. La pensano così i gruppi raccolti nel Coordinamento delle associazioni ambientaliste e animaliste bresciane (l’elenco comprende Enpa, Sva, Lac, Lipu, Oipa, Lida, Laica, Anpana, Lav, associazione Compagni di Strada e Telefono difesa animali), che hanno deciso di fare un nuovo tentativo sulla strada della salvaguardia concreta di un preziosissimo unicum naturalistico: la Riserva naturale delle Torbiere del Sebino.
Sul tavolo c’è il famoso nuovo Piano di gestione della riserva, che è già stato adottato da tempo dal Consorzio (un ente pubblico, ne fanno parte gli enti locali interessati) al quale la zona umida è affidata, e che, lo ricordiamo, era già stato ripetutamente attaccato dal mondo ambientalista quando era ancora nella fase istruttoria, perchè considerato inadeguato e incoerente.

 

Adesso lo stesso «vademecum» sta per affrontare un altro passaggio essenziale: venerdì, nella sede consortile di Provaglio d’Iseo verrà fatta la verifica di esclusione del documento programmatico dalla procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas); e le associazioni, prevedibilmente, non ci stanno.
Detto innanzitutto che anche Legambiente e «La Schiribilla» hanno presentato documenti di censura analoghi in merito al Piano prima e alla cancellazione della Vas poi, passiamo a sintetizzare le ragioni espresse nella nuova presa di posizione; riassumibili in una considerazione: «Il Piano di gestione di un sito Natura 2000 (è il caso delle Torbiere) deve rispondere a un unico obbligo di risultato: salvaguardare l’efficienza e la funzionalità ecologica degli habitat e/o delle specie alle quali il sito stesso è dedicato».
Così non sarebbe se si analizza il contenuto del regolamento adottato dal Consorzio sebino; perchè, per esempio, «la pianificazione proposta introduce interventi trasformativi del suolo o funzioni insediative (vedi la ristrutturazione della famosa ex area Zumbo) non ammessi dalla delibera del consiglio regionale che aveva istituito la riserva».
Un altro esempio tra i tanti citati? «Il Piano di gestione ha incluso nei confini dell’area protetta un insediamento turistico (il campeggio Sassabanek) non ammesso dalla stessa delibera istitutiva regionale. Ciò è successo in seguito alla riperimetrazione dei confini della riserva, e la novità non è stata disciplinata dallo stesso documento di gestione anche se la zona in questione, di tipo “C”, confina direttamente con l’area “A” di maggior pregio naturalistico».

 

Sottolineando poi che la grande palude morenica sebina è protetta e considerata di eccezionale importanza naturalistica da almeno nove «attestazioni» internazionali, europee, regionali e provinciali (dalla legge istitutiva all’inserimento negli «ecomosaici»), le associazioni ricordano che anche la Direzione generale Qualità dell’ambiente della Regione ha sollecitato, nel luglio scorso, la necessità di sottoporre il documento di programmazione della riserva alla Vas.
E concludono affermando come «Il Piano di gestione sia privo dei requisiti necessari alla proposta di esclusione della Valutazione ambientale strategica; un processo partecipato che serve a valutare le conseguenze ambientali delle azioni proposte dal medesimo piano».

 

Il Coordinamento teme che la sua esclusione possa rappresentare l’inizio della fine della Riserva intesa come tale; ovvero «uno scrigno di biodiversità e bellezze naturali».
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Fonte: Giornale di Brescia, 12 gennaio 2011

 

Provaglio
Il Tar: sì ai pozzi nella riserva delle Torbiere
PROVAGLIOAllestire un pozzo per la raccolta di acque sorgive all’interno della riserva naturale della Torbiere del Sebino, si può. Lo ha stabilito il Tar di Brescia con la sentenza numero 2 dello scorso 5 gennaio. I giudici hanno accolto il ricorso di Bruno Capponi di Provaglio, proprietario di alcuni fondi nella riserva naturale, nella zona di via Monastero.
Capponi aveva chiesto al Comune, ricevendone il rifiuto, l’autorizzazione a scavare nel terreno di sua proprietà per la realizzazione di un fontanile necessario per le esigenze igieniche della sua abitazione, che non è collegata all’acquedotto comunale, e per l’attività agricola, consistente di 150 ulivi e altri alberi da frutto.

 

Il Comune aveva respinto la richiesta in forza del parere negativo espresso dal Consorzio delle Torbiere del Sebino che ha eccepito l’incompatibilità ambientale del pozzo con le finalità della riserva naturale, sottoposta a particolare disciplina urbanistica, sia per la posizione sia per la tipologia della costruzione.
I giudici hanno invece stabilito che l’opera è ammissibile perché, se è vero che il regolamento della riserva vieta le nuove costruzioni e le nuove infrastrutture, consente però la realizzazione e l’ammodernamento degli impianti igienici e di servizio delle abitazioni e le opere dirette alla conduzione agricola dei fondi. Col che sono implicitamente legittimati gli interventi edilizi complementari, tra i quali la realizzazione di servizi sostitutivi dell’allacciamento all’acquedotto comunale.

 

Via libera, dunque, al pozzo del signor Capponi, fermo restando – ha sottolineato il Tar – il potere del Comune di imporre delle prescrizioni sulle dimensioni e sulle caratteristiche tecniche del manufatto. E a questo riguardo – conclude la sentenza – dovrà essere acquisito il parere del Consorzio di gestione della riserva delle Torbiere, le cui valutazioni, pur superate riguardo alla interpretazione della disciplina urbanistica, devono però trovare ascolto, ed essere riformulate come prescrizioni, affinché la costruzione del pozzo e l’utilizzo dell’acqua siano compatibili con la tutela del contesto naturale. esseci

Comunicato

Informiamo che venerdì 14 ore 14,30 si terrà presso la sede del Consorzio della Riserva la conferenza per la verifica di esclusione della VAS del Piano di gestione della Riserva naturale.

La Schiribilla  ha  presentato due documenti/osservazioni, uno per contestare l’esclusione dalla VAS e un altro con osservazioni al documento di esclusione, a parere dell’associazione, lacunoso e contraddittorio.

 

Precisiamo
Рche il Piano di gestione della Riserva ̬ anche Piano di gestione del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS), coincidenti con la Riserva Naturale regionale

 

-che il 15 dicembre scorso il Consorzio ha presentato a varie associazioni il documento di sintesi per la verifica di esclusione dalla procedura di VAS ( Valutazione Ambientale Strategica) e che tale documento ritiene possibile l’esclusione del nuovo Piano di gestione sia dalla VAS che dalla Valutazione di incidenza, infatti nella parte conclusiva si dichiara: dall’analisi dei dati in possesso non emergono quindi particolari criticità ambientali né possibili compromissioni delle funzioni ambientali ed ecologiche del territorio della Riserva, tanto da ritenere possibile l’esclusione del suddetto Piano di Gestione dai procedimenti di Valutazione Ambientale Strategica e di Valutazione d’Incidenza

 

 La Schiribilla nelle proprie osservazioni ha evidenziato:

 

a) varie anomalie procedurali circa l’avvio del procedimento e soprattutto in merito al fatto che con l’inserimento in Riserva di parte del campeggio Sassabanek si viene ad introdurre una funzione insediativa non ammessa  dalla deliberazione del Consiglio regionale istitutiva della Riserva (n°III/1846 del 19 dicembre 1984)

 

b) varie lacune e incongruenze del documento di sintesi, motivo per cui l’associazione ritiene sussistano criticità ambientali e possibili impatti sulle finalità di conservazione del Sito.

 

Abbiamo scoperto di recente che  sul sito web del Consorzio (http://www.torbiere.it/ita/index.htm) tra gli allegati al Piano approvati nell’aprile 2009 sono state inserite due nuove tavole cartografiche (7a e 7b), datate luglio 2010, riguardanti la revisione dei perimetri e nuova classificazione delle varie zone; la tav. 7b riporta anche un particolare molto rilevante: l’elenco dei divieti, validi per ogni zona specifica, i quali non corrispondono né a quelli del piano adottato né a quelli del piano approvato!
Vi figurano anche eliminazioni e/o variazioni significative di divieti in difformità da quanto determinato dalla delibera istitutiva della riserva.

 

scarica le osservazioni della Schiribilla:
www.laschiribilla.it/DOCS/doc.2011/osservaz.%20VAS%20Torbiere.pdf
www.laschiribilla.it/DOCS/doc.2011/integrazioni%20osservaz.Vas%20Torbiere.pdf

PROVAGLIO. La fattibilità dell’idea sarà valutata dall’assessorato provinciale ai Lavori pubblici

(Bresciaoggi, Venerdì 31 Dicembre 2010)

Le biciclette al bando

nell’oasi delle Torbiere
Fausto Scolari
Il Consorzio rispolvera la proposta per tutelare la quiete dell’avifauna «Ai cicloturisti offriremo un itinerario alternativo ed esterno al parco»

Una suggestiva immagine dall´alto delle Torbiere del Sebino
Bandire le biciclette dall’oasi per tutelare la quiete dell’avifauna che trova ospitalità permanente o saltuaria nelle Torbiere. L’idea, accantonata negli anni scorsi è tornata nell’agenda del Consorzio di gestione della Riserva che sta cercando una soluzione capace di coniugare le esigenze di tutela dell’area umida con le altrettanto legittime aspettative dei cicloturisti. Il nodo da sciogliere resta la pista ciclabile provinciale, Brescia-Paratico, che attualmente corre nei pressi della stazione di Provaglio, si inoltra nel parco per sbucare nei pressi del cimitero di Cremignane. Ma presto, l’itinerario potrebbe essere «declassato» a percorso pedonale per offrire agli appassionati delle due ruote un’alternativa. «Il Comune di Provaglio – conferma il presidente del Consorzio Gianni Lecchi – ha già realizzato un segmento di ciclabile che parte dalla stazione e arriva al Rì. La pista proseguirà per San Carlo fino ad unirsi al progettato percorso alle porte di Cortefranca. Una rete alternativa all’itinerario che attraversa l’oasi. Ho sottoposto l’idea di dirottare i cicloturisti all’esterno della zona umida all’assessore provinciale Maria Teresa Vivaldini che effettuerà un sopralluogo per constatare la fattibilità di una soluzione in grado di tutelare ulteriormente la tranquillità delle Torbiere».
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Cavalcate
«proibite»:
altro sfregio
alla palude 

Impronte della «corsa» proibita
Aspettando che l’oasi naturalistica diventi off-limits per i cicloturisti, le Torbiere continuano ad essere scenario di violazioni diffusi. Nonostante l’esplicito divieto, un appassionato di equitazione*, si è concesso alla vigilia di Natale una temeraria cavalcata sulla palude. A testimoniare la passeggiata, pericolosa oltre che vietata, le tracce di zoccoli lasciate sul sottile strato di ghiaccio che copriva la zona umida in territorio di Cortefranca. Ma la piaga più diffusa resta quella degli atti vandalici e dello smaltimento di rifiuti nell’area protetta. Nonostante le rigide misure di sorveglianza introdotte dal Consorzio, l’anno al tramonto ha fatto purtroppo registrare un’escalation di episodi di teppismo ai danni del patrimonio naturalistico delle Torbiere. F. SCO.
*Commento: in realtà gli appassionati di equitazione entrano a decine quasi tutto l’anno…
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Il degrado
raso al suolo
dalle ruspe
Le perplessità sollevate da sempre dal mondo ambientalista e scientifico non fermano nell’area delle Torbiere il progetto di recupero dell’immobile ex Zumbo. eovità in vista per il recupero di zone obsolete poste in torbiera. Il Consorzio di tutela della Riserva, ha già fissato un’agenda di massima dell’intervento. «La casa che ospitava i proprietari dell’allevamento zootecnico – spiega il presidente del consorzio Gianni Lecchi – sarà demolita. Cercheremo in ogni modo di preservare le cubature, anche se in un primo momento saremo in grado solo di costruire il magazzino e forse un porticato dove far sostare le comitive in visita alle Torbiere*. In seguito, quando le disponibilità finanziarie anche degli enti pubblici saranno più rosee si edificherà anche la sede del consorzio». Le ruspe sono invece già entrate in azione è Iseo. «La parte diroccata dei capannoni della torba – prosegue Lecchi -, è stata rasa al suolo e con proprietari e Comune stiamo studiando la soluzione migliore per sistemare l’area».F. SCO.
*Commento: ma allora si intende creare un nuovo centro di accoglienza? Il Piano non lo prevede…

Voli di corridoio

Che cosa sono i corridoi ecologici?

Gli animali, nelle loro migrazioni, non riconoscono il concetto di frontiera. Molte specie, tra cui uccelli, mammiferi, ma anche insetti e rettili, migrano stagionalmente per sfuggire al freddo o
per procacciarsi il cibo.
Per poter migrare con successo gli animali (ma anche le piante occorre ricordarlo, migrano, spesso per generazioni di tempo) necessitano di habitat (o spazi vitali), di zone dove nutrirsi e
abbeverarsi in quantità sufficiente. Molto spesso, alcuni ambienti naturali non sono collegati gli uni agli altri. Per potersi spostare tra questi ambienti senza difficoltà, esistono degli spazi naturali
chiamati corridoi ecologici. Questi ultimi permettono dunque ad animali e spore – nel caso dei vegetali – di spostarsi da una zona all’altra e allo stesso tempo di incontrare altri individui della stessa specie facilitando così lo scambio e la conseguente diversificazione
del patrimonio genetico.
Per essere veramente utili, i corridoi ecologici non devono includere delle barriere e presentare, almeno in certi tronconi, delle zone adatte in cui riposarsi e nutrirsi che permettano agli animali dei soggiorni di corta o lunga durata, secondo i bisogni della specie.

Fonte: http://assets.wwf.ch/downloads/corridoi_ecologici_1.pdf

 

Che cosa sono i varchi insediativi a rischio per la connettività ecologica?
I Varchi dell’edificato a rischio di occlusione “Sono aree nelle quali sono intercorsi, partendo da nuclei insediati distinti, significativi processi di urbanizzazione e di infrastrutturazione la cui prosecuzione lungo le direttrici di espansione potrebbe pregiudicare in modo definitivo le linee di permeabilità ecologica residue. Si assume che la prosecuzione in tali punti dei processi di urbanizzazione produrrebbe il completamento della frammentazione ecologica e territoriale, con le criticità conseguenti. Tali aree si configurano quindi, ai fini della rete ecologica, come varchi a rischio da preservare pena un possibile pregiudizio per lo sviluppo della rete ecologica.
Fonte: Lo Schema direttore della rete ecologica provinciale (BS) e il Progetto definitivo della rete ecologica