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Fonte: Giornale di Brescia 14 agosto 2011

Starne in Franciacorta, via al ripopolamento
FRANCIACORTA La starna, uccello un tempo autoctono della Franciacorta e ora quasi estinto, sarà reintrodotta grazie ad un progetto dell’Ambito Territoriale Caccia, con risorse della Provincia di Brescia. L’area individuata per il ripopolamento (a divieto di caccia) ha una superficie di oltre 400 ettari, e si estende tra Castegnato, Ospitaletto, Paderno e Passirano.
Il territorio, denominato «Zona Rossa n. 14 Franciacorta», è variegato sia dal punto di vista ambientale, sia per le coltivazioni presenti. In sostanza, la zona si estende dalle cave ed ex discariche tombate a nord dell’autostrada A4, fino ai campi cerealicoli a nord di Paderno e Passirano. Le prime covate – in attesa di essere liberate – stanno crescendo in appositi recinti a Boscosella, l’ex discarica di Castegnato, ora parco didattico, affidato a Legambiente Franciacorta.
Il progetto – studiato da Elena Bonavetti, tecnico faunistico dell’Atc – prevede un accordo retribuito con alcuni agricoltori che garantiranno coltivazioni idonee alla sopravvivenza delle starne. Il progetto di ripopolamento è stato studiato attentamente: si sono fatte riunioni coi tecnici, i rappresentanti dei cacciatori e la vigilanza, oltre ad un’assemblea dei cacciatori dei quattro comuni interessati. Nel corso degli incontri si è verificata la condivisione del progetto ed è stato nominato un gruppo di lavoro, composto dai rappresentanti delle associazioni venatorie e coordinato da Silvio Parzanini di Legambiente. Con le guardie volontarie si è definito un protocollo d’intesa che prevede la vigilanza della zona. Entro l’estate le prime starne saranno liberate, e già dall’anno prossimo si dovrebbe assistere alla loro riproduzione spontanea. Se avrà successo, l’esperimento franciacortino sarà ripetuto in altre zone.
«L’obiettivo del progetto starne – spiega il presidente dell’Atc, Giuseppe Lussignoli – è ricostituire una presenza di fauna selvatica vera, destinata anche ad un parziale prelievo venatorio, che è un’alternativa di qualità rispetto alla pratica del solo pronto-caccia». dam
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Fonte: Bresciaoggi, 14 Agosto 2011
LA POLEMICA SULLA CACCIA. Dura presa di posizione ambientalista
«Le deroghe? Violazioni per interessi elettorali»

La nuova legge regionale sulla caccia in deroga? «Una metodica violazione delle leggi solo per servire gli interessi elettorali». La definizione è del Coordinamento delle associazioni ambientaliste e animaliste di Brescia dopo l’approvazione al Pirellone della norma che garantirà lo sparo anche a peppole, fringuelli, storni, pispole e frosoni.
«Il centrodestra temeva forse una “fuga” verso il fronte leghista, mentre una parte del centrosinistra, coi bresciani in testa, ha manifestato ancora una volta una evidente miopia politica, ritenendo di poter rappresentare un bacino elettorale sempre più risicato e insignificante rispetto alla maggioranza dei cittadini – scrivono in una nota le associazioni -. Così, alla faccia dei propositi annunciati tempo fa dal presidente Formigoni, la Regione è riuscita nell’ennesima impresa a spese della natura. La vergogna, poi, è raddoppiata; perché il consiglio regionale ha subito iniziato a occuparsi anche dell’altro orrore etico e giuridico: la gestione degli impianti di cattura autorizzati per la distribuzione dei presicci da usare come richiami vivi ai capanni. Quei roccoli che finiscono ogni anno in primo piano per i sequestri da parte delle polizie ambientali».
Il coordinamento, poi, punta il dito contro i politici (lo schieramento è ampio: dal Pdl al Pd) che «anziché farsi garanti del rispetto delle norme, varano sistematicamente provvedimenti apertamente illegali». E l’illegalità, secondo gli ambientalisti, starebbe nel fatto che «per autorizzare l’abbattimento di mezzo milione di uccelli sono passati sopra le procedure di infrazione dell’Unione e condanne della Corte di giustizia europea» e «hanno ignorato innumerevoli sentenze sfavorevoli del Tar e calpestato pure sentenze negative della Consulta sia rispetto alle deroghe, sia relativamente ai roccoli». Un comportamento che – conclude la nota – porterà ad un epilogo già scritto: «In una congiuntura economica negativa, l’Italia si troverà anche quest’anno ad essere sanzionata nuovamente dall’Ue e il costo della caccia in deroga sarà a carico di tutto il popolo italiano».

AMBIENTE: NUOVI REATI PENALI

 LIPU: IN PARTE BENE, IN PARTE UN PASTICCIO

 

“Sanzioni per chi danneggia rete Natura 2000 e conferma delle pene per il bracconaggio, sebbene si poteva fare meglio e di più”. Lo afferma il presidente della LIPU-BirdLife Italia Fulvio Mamone Capria a proposito del decreto legislativo sui reati ambientali, che recepisce la direttiva comunitaria 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente*.

 

“Diciamo subito – prosegue il presidente LIPU – che il decreto non appare il massimo dell’architettura normativa. Un po’ pasticciato, poco chiaro ed emanato senza ascoltare con un’audizione le associazioni ambientaliste, che da anni svolgono un lavoro puntiglioso sul tema e che avrebbero permesso di evitare le mancanze ed i problemi che si registrano nel provvedimento.

 

“Tuttavia, nel decreto c’è almeno un elemento di notevole importanza. Ci riferiamo all’articolo 733-bis che introduce una sanzione, l’arresto fino a diciotto mesi e l’ammenda non inferiore a tremila euro, per chi distrugge, danneggia o comunque compromette la conservazione di un sito della rete Natura 2000, ovvero ZPS e SIC/ZSC – continua Mamone Capria – La LIPU in passato ha lavorato lungamente per l’approvazione del decreto del ministero dell’Ambiente 184 del 2007 e oggi con l’articolo 733-bis si introducono sanzioni importanti anche nei confronti di società ed enti.

 

“In questo senso, il decreto legislativo rappresenta uno strumento utile per continuare l’impegno per la tutela di biodiversità e paesaggio, che la LIPU intende perseguire sia attraverso una dettagliata verifica dello stato di conservazione regionale dei siti della rete Natura 2000, sia attraverso l’avvenuta adesione all’importante campagna Salviamo il Paesaggio, per la quale ci impegneremo particolarmente soprattutto sul fronte dello stop al consumo di suolo.

 

“Un’occasione persa è invece l’altro articolo del decreto, il 727 bis, che punisce i danni a varie specie animali e vegetali tutelate dalle direttive Habitat, Allegato IV, e Uccelli, Allegato I, ma lo fa in maniera confusa, timorosa e insufficiente, tanto da aver generato polemiche e incertezze interpretative e finanche il rischio di una paradossale depenalizzazione. Rischio che a nostro avviso non c’è, restando salvi i casi in cui i fatti dovessero costituire più gravi reati, ovvero essere puniti con sanzioni più gravi, come avviene grazie alla legge 157/1992. E’ però un peccato che un atto di tale importanza sul fronte della lotta al bracconaggio abbia partorito un topolino, quando anche dalla recente Conferenza di Cipro sono arrivati forti appelli a rafforzare la prevenzione, la repressione e la punizione del bracconaggio. Lavoreremo perché il testo sia appena possibile corretto.”

 

*G.U. n.  177 del 1° agosto 2011, decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 121

 

(fonte: http://www.lipu.it/news/no.asp?1214)

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Fonte: BRESCIAOGGI, Venerdì 29 Luglio 2011

 

LA NUOVA LEGGE. Il consiglio regionale interviene sull’assetto delle aree protette lombarde
Parchi, ora si cambierà così

 

Molte modifiche durante la discussione in aula. No alla norma sulle procedure per la variazione dei confini

 

Cambia la governance dei parchi in Lombardia. Il Consiglio regionale ha approvato (44 sì, 5 no e 20 astenuti) la legge che modifica l’assetto gestionale delle aree protette: dagli attuali consorzi di gestione, che da dicembre saranno soppressi per effetto di una norma nazionale, si passerà a enti di diritto pubblico, composti da una Comunità del Parco (fino a oggi è stata l’assemblea) e da un comitato di gestione (l’ex Cda), formato da un presidente e 4 membri, uno dei quali designato dalla Giunta regionale.
Il provvedimento, già naufragato in Consiglio un mese fa e osteggiato da opposizioni e comitati ambientalisti, è stato modificato durante la discussione in aula e alcuni suoi aspetti più contestati sono stati in parte rivisti, tanto che Pd e Udc hanno scelto un voto di astensione, mentre Italia dei Valori e Sel hanno confermato la bocciatura del testo. In particolare, è stata soppressa la norma che semplificava e abbreviava le procedure di modifica dei confini, si è specificato che il rappresentante designato dalla Regione all’interno del Comitato di gestione dovrà essere scelto «tra amministratori, esperti o personalità di rilievo del territorio del parco».
Per quanto riguarda la realizzazione, nei confini dei parchi, di opere pubbliche in deroga previste dalla legislazione nazionale e di reti e infrastrutture previste dalla programmazione regionale, è stato chiarito che questa sarà possibile solo previa acquisizione del parere favorevole vincolante e obbligatorio dell’ente Parco. Il provvedimento istituisce anche un apposito albo regionale per i direttori dei parchi, così come fa nascere la Consulta regionale delle aree protette e ilTavolo delle aree regionali protette, strumento di confronto con le associazio! ni agricole, ambientaliste e venatorie sulle politiche di sett! ore.
«Abbiamo scongiurato il rischio che dal primo gennaio 2012 i parchi e le riserve rimanessero privi di governo – dichiara il consigliere regionale Mauro Parolini (Pdl) -. Sono previste inoltre forme di coinvolgimento delle associazioniambientalistiche, venatorie, piscatorie e degli agricoltori. Ho personalmente chiesto che anche le due riserve bresciane che interessano i due comuni e cioè quelle delle Torbiere del Lago d’Iseo e dei graffiti di Ceto, Cimbergo e Paspardo si trasformino in enti pubblici. Ora è necessario che si provveda rapidamente all’esame complessivo della legge sui parchi ormai datata, affiancando la tutela alla fruizione regolata. Le aree protette devono sempre di più diventare una risorsa».
Per l’Italia dei Valori, «si parla tanto di federalismo – ha osservato il bresciano Francesco Patitucci – , ma poi si accentrano i poteri nelle mani della Regione». «Pur apprezzando la disponibilità della maggior! anza e dell’assessore a migliorare il testo – ha confermato Gianmarco Quadrini (Udc) – siamo costretti ad astenerci perchè restano ancora alcune ombre soprattutto sul tema della governance».
Soddisfazione per le modifiche apportate al progetto invece da Legambiente: «Lo stralcio degli articoli sulla modifica dei confini e l’introduzione del parere vincolante del parco sulle deroghe corrisponde esattamente alle nostre richieste. Dobbiamo dare atto all’assessore di avere dimostrato un atteggiamento sensibile e costruttivo».

 

 

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Fonte: Bresciaoggi, 15 Luglio 2011

 

ISEO. I cuccioli avvistati e fotografati dagli scout. Gli adulti forse nel mirino degli agricoltori

 

Battuta di caccia «illecita»
salvi soltanto i piccoli cinghiali

 

Sgominato di notte un branco di tredici o quattordici animali La Provincia: «Da noi nessuna autorizzazione ad abbattimenti»

 

Cuccioli di cinghiale sono stati avvistati in pieno giorno lungo la strada sterrata che dalla località Forèst di Iseo sale alla Madonna del Corno, a Provaglio d’Iseo.
Due o tre cinghialetti, con le classiche striature orizzontali che presentano i lattanti, sono stati persino fotografati dagli scouts che fanno base al campo Agesci «La balòta», poco sopra il Forèst. Nessuna scrofa nei paraggi. Eppure le femmine non perdono mai di vista la prole. La difendono anzi strenuamente, spingendosi addirittura ad aggredire gli intrusi.
COME SPIEGARE allora quei piccoli allo sbando? Già orfani o semplicemente sfuggiti al controllo della madre, rimasta comunque vigile nelle vicinanze? Sia come sia, stando a fonti degne di fede, in una delle notti scorse c’è stata sul monte d! i Iseo una battuta di caccia che aveva lo scopo di alleggerire la pressione che i cinghiali esercitano sulle colture pedemontane.
Tredici o quattordici gli animali ammazzati, in prevalenza cuccioli. «Non abbiamo autorizzato nessun abbattimento di cinghiali in questo periodo, a Iseo», mette le mani avanti Maria Pia Viglione, funzionaria presso l’assessorato Caccia e pesca della Provincia. Che poi precisa: «Abbattimenti li consentiamo, ai sensi dell’articolo 41 della legge regonale, quando ci arrivano denunce di danni alle coltivazioni e i nostri sopralluoghi ne accertano la consistenza e la gravità».
Si tratta dei cosiddetti «abbattimenti in deroga». Il periodo di caccia al cinghiale, infatti, va dal 1° ottobre al 31 gennaio. Il numero dei capi da «prelevare» è stabilito dalla Provincia sulla base dei popolamenti stimati e suddiviso fra le squadre di cinghialai costituitesi nelle varie zone. Più c’è dis! ponibilità di cibo e più i porci selvatici si riprod! ucono. Non sempre però le singole squadre di cacciatori riescono a centrare gli «obiettivi» loro assegnati.
Ecco perchè la legge regionale prevede la possibilità – espletati tutti gli accertamenti del caso – di intervenire anche fuori stagione. Cosa che, previa l’autorizzazione della Provincia, è successa agli inizi di giugno a Monticelli Brusati per proteggere alcuni vigneti: essendo bassi gli impianti, pampini e grappoli, sia pure acerbi, sono un invito a nozze per i cinghiali.
A fine maggio, invece, la Provincia aveva dato il suo okay affinchè i fucili ributtassero i cinghiali fuori delle piantagioni di ciliegi che si trovano a Ronco di Gussago. «Quegli alberelli di ciliegio hanno la caratteristica di produrre frutti già a partire dalla base – racconta Giulio Belleri, capo di una squadra di cinghialai a Monticelli Brusati -. Una tentazione irresistibile per i cinghiali».
GIÀ, MA IL BRANCO sterminato e dis! perso a Iseo? Un’iniziativa, con ogni evidenza, presa in perfetta solitudine da qualche agricoltore esasperato. Una soluzione drastica, spiccia. Non fosse stato per quei cuccioli disorientati e spaventati, colti dall’obiettivo nell’affannosa ricerca di un riparo, non se ne sarebbe saputo nulla. Alcuni di loro, come detto, probabilmente non ancora svezzati.
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Fonte: Bresciaoggi, 17/07/2011

 

Ora i bracconieri di cinghiali sono sotto un fuoco incrociato
La mattanza fuorilegge unisce nella protesta il mondo venatorio e gli ambientalisti. Cacciatori indignati per l’accaduto scatta la denuncia degli animalisti

 

La «mattanza» fuorilegge di cinghiali femmina e delle loro prole compiuta sul Sebino ha avuto l’effetto di unire nell’indignazione il mondo animalista e quello venatorio. Così, mentre l’ufficio legale dell’associazione Aidaa e il comitato animalista lombardo preparano una denuncia contro ignoti, sulla vicenda si registra la dura presa di posizione dell’assessore provinciale alla Caccia e Pesca.
«Si è trattato di un deprecabile atto di bracconaggio» afferma Alessandro Sala facendo riferimento al raid più massiccio, ovvero quello consumato nei giorni scorsi ai danni di un branco di cinghiali sul monte di Iseo. Tredici o quattordici animali ammazzati a fucilate. Cuccioli compresi. Puniti perchè nottetempo avevano preso l’abitudine di grufolare nei vigneti e nei frutteti che confinano col bosco. Una battuta di caccia venuta alla luce perchè alcuni piccoli scampati alla strage sono stati poi notati- e fotografati- correre, con l’aria di chi si è smarrito, ai bordi della sterrata che dal Forèst sale alla chiesetta della Madonna del Corno, a Provaglio. Anche l’altro ieri un paio di cuccioli, con le classiche striature che presentano su schiena e fianchi i lattanti, sono stati avvistati in località Beccamora: palesemente debilitati, impacciati nei movimenti, solo a fatica han trovato la forza di tornare, più storditi che impauriti, nel folto della vegetazione.
MAI VISTI CINGHIALI durante il giorno a quote così basse. Men che meno piccoli allo sbando. Nessuna scrofa lascia la sua o l’altrui prole incustodita. «Fuori i nomi, chi sa degli autori della spedizione punitiva, ne faccia i nomi- taglia corto Sala-. Il bracconaggio è un reato. E come tale va trattato». Diverso invece il caso dei cosiddetti «prelievi» autorizzati dalla Provincia per limitare i danni che i cinghiali provocano all’agricoltura. «Gli abbattimenti fuori stagione li facciamo noi, con i nostri guardiacaccia, come prevede l’articolo 41 della legge regionale- precisa Sala -. Interveniamo quando i sindaci o i singoli privati ce lo chiedono, ma solo dopo che i nostri sopralluoghi abbiano accertato la consistenza e la gravità dei danni denunciati. Alcune volte, per le battute di caccia, sollecitiamo il supporto delle squadre di cinghialai che partecipano coi loro cani».
I cosiddetti abbattimenti in deroga. Il periodo di caccia al cinghiale, infatti, va dal primo ottobre al 31 gennaio. Nella zona pedecollinare che è un tutt’uno col monte di Iseo, abbattimenti in deroga sono stati compiuti a giugno a Monticelli per proteggere i vigneti in cui i cinghiali spogliavano le basse piantine di tutti i pampini e i grappoli, nonostante fossero acerbi. A maggio, invece, la Provincia aveva mandato i suoi guardiacaccia a sfrattare i cinghiali dai frutti a Ronco di Gussago. Lì hanno messo a dimora un tipo di ciliegia che ha la caratteristica di produrre frutti già a partire dalla base. Un richiamo irresistibile per i cinghiali.
G.Z.

Con l’aprirsi della bella stagione…

Con l’aprirsi della bella stagione il paesaggio della Riserva diventa particolaramente lucente e, nelle acque e nei canneti, prolifera la vita animale e vegetale.

www.laschiribilla.it/immagini/foto%20Angelo/rn%2019-6-011%20.JPG

Per la ristrettezza della superficie asciutta e per il fatto di essere circondata da strade trafficate e  centri abitati, la presenza dei mammiferi nella Torbiera è limitata per lo più ad alcuni roditori, ma, quando cresce la voglia di stare all’aria aperta, altri abituali e noti mammiferi la popolano…www.laschiribilla.it/immagini/abusi/rn%20-16-6-011.JPG

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Fonte: Bresciaoggi, Domenica 05 Giugno 2011

E Provaglio «recupera» l’ex Zumbo 
La controversa riconversione dell’area ex Zumbo inserita nell’oasi delle torbiere compie un piccolo passo in avanti a Provaglio. La Giunta ha affidato all’Ufficio tecnico l’incarico di redigere il progetto di riqualificazione dell’immobile destinato a diventare un centro logistico a disposizione dell’ente di gestione della Riserva. Ma per ora il Comune prevede solo di demolire il fabbricato esistente e costruire un magazzino.
UN INTERVENTO decisamente ridimensionato rispetto alla richiesta del Consorzio che aveva chiesto al Comune la cessione in comodato d’uso gratuito della struttura per ricavarne il quartier generale delle torbiere. Sotto la spinta delle proteste degli ambientalisti che temevano una colata di cemento nella zona umida ma anche e soprattutto dei costi ritenuti attualmente insostenibili si è tornati al progetto originario. L’intervento sarà suddiviso in tre stralci. «In sostanza – precisa il sindaco Giuseppina Martinelli – al momento redigeremo soltanto progetto di demolizione e di costruzione del magazzino». Una soluzione minimalista che non mancherà comunque di riaccendere le polemiche.F. SCO.
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Fonte: Bresciaoggi, Domenica 05 Giugno 2011
ISEO. Tecnologia e ingegneria forestale sono i volani di un progetto da quasi centomila euro
torbiere senza barriere
il paradiso sarà per tutti

 

Fausto Scolari
Sentieri e aree di bird watching a misura di disabili I non vedenti potranno scoprire le bellezze dell’oasi

 

Un paradiso naturale senza barriere sensoriali. Anche disabili e non vedenti potranno presto ammirare le bellezze naturali delle torbiere.
Il piccolo grande «miracolo» sarà reso possibile dalla tecnologia abbinata all’ingegneria forestale, i due volani cioè del progetto da 97 mila euro promosso dal Consorzio di gestione della Riserva e interamente finanziato dalla Regione per valorizzare una delle zone umide di interesse europeo.
L’INTERVENTO È STATO presentato nei giorni scorsi dal presidente dell’ente di gestione della torbiere Gianni Lecchi e dagli architetti del Politecnico di Milano Marco Ceccherini e Elisabetta Bianchessi che ne cureranno la realizzazione assieme agli studenti del primo corso di architettura ambientale. Il progetto si impernia su un itinerario di mezzo chilometro riservato ai disabili e, in particolare, alle persone in carrozzina. Lungo questo sentiero affacciato sulle zone più suggestive dell’oasi che partirà dal centro di accoglienza verso la prima vasca d’acqua nel settore nord ovest, tutto sarà a misura e portata di portatori di handicap. Saranno infatte collocate le singole postazioni di osservazione con binocoli fissi ad altezza adeguata. Le piattaforme saranno coperte da canne palustri e da giunchi di paludi integrandosi nel contesto naturalistico dell’area. Ma non è tutto. Le garitte per il bird watching saranno incastonate in cornici di legno così da mimetizzarsi nel contesto naturalistico e facilitare l’avvistamento degli uccelli ospitati nella vegetazione lagunare. Per i non vedenti, invece, all’esterno del centro di accoglienza sarà creato un padiglione tattile, in costante dialogo con la natura circostante. I visitatori potranno sostare seduti sulle panche lignee all’ombra di alberi a mezzo fusto e utilizzare le mappe tattili, dislocate ad un’altezza ideale per non vedenti, ipovedenti e bambini. Mappe tattili che diventeranno gli strumenti privilegiati per descrivere la topografia della riserva, i suoi differenti rilievi, i caratteri fisici delle specie animali e vegetali che la abitano, soprattutto strumento indispensabile ai non vedenti, che attraverso il tatto conoscono il mondo naturale che li circonda.
Mappe che interagiranno anche con i bambini e gli ipovedenti attraverso i loro colori, le immagini a rilievo ingigantite di animali e vegetali, legati ai richiami delle singole specie di uccelli, attraverso una semplice pressione dei polpastrelli. I lavori inizieranno ad di ottobre.
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Fonte: Bresciaoggi, Martedì 31 Maggio 2011
ISEO. Per incentivare i consumi, i capi catturati saranno trasformati dagli chef in piatti creativi

 

Il pesce siluro finisce in cucina
per salvaguardare le Torbiere 

Giuseppe Zani
Allarme del Consorzio di gestione: «Questa specie rappresenta ormai l’80% dell’ittiofauna della riserva» Ma Slow Food ha un’idea gustosa

Un pesce siluro di piccola taglia: ma nelle Torbiere nuotano «giganti»
Come contrastare la diffusione del pesce siluro nel sebino? Come contenere lo sviluppo di questa specie importata in Torbiera, dove ormai costituisce l’80% dell’ittiofauna? La risposta è semplice e prosaica: mangiandolo. E’ questo lo spirito del progetto lanciato dalla condotta Slow Food Oglio-Franciacorta- lago d’Iseo che già ha avviato l’iter per istituire il presìdio della sardina essiccata del sebino. L’annuncio l’ha dato l’altro pomeriggio Patrizia Ucci, fiduciaria della condotta, intervenendo in castello Oldofredi al dibattito «Coltivare il lago» e organizzato nell’ambito del «Festival dei laghi italiani» dalla sua stessa associazione.
Che il pesce siluro la faccia ormai da padrone negli specchi d’acqua della zona umida, spingendosi addirittura a praticare il cannibalismo, l’ha testimoniato il presidente del Consorzio Torbiere, Gianni Lecchi. «Un vero flagello – ha raccontato Lecchi-. Ogni anno ne preleviamo, ingaggiando dei pescatori clusanesi di professione, dagli 800 ai mille esemplari. Senza contare i capi che catturano gli appassionati della pesca sportiva lanciando la lenza dalle 10 piazzole autorizzate a margine della strada che porta da Iseo al Ciochèt».
UNA SITUAZIONE che si ripercuote negativamente pure sull’avifauna. «Gli uccelli pescivori stanno scemando perchè non trovano più avannotti e pesci piccoli con cui sfamarsi- ha spiegato Lecchi-. Forse è il caso di reintrodurre la caccia al pesce siluro anche nelle zone di massima protezione, le A e le B, e, più in generale, di fare qualche passo indietro riaprendo la torbiera alla frequentazione dell’uomo anche a scopo di guadagno, cosa che farebbe risparmiare al Consorzio le spese per la pulizia di vasche e sentieri. Non dimentichiamo che, in passato, di pesca in torbiera vivevano almeno 5 famiglie».
Il consumo di pesce siluro, si sa, è diffuso soprattutto nel paesi dell’Est europeo. Di recente però ha preso piede pure all’Ovest, in Francia ad esempio. Opportunamente trattato, tale pesce può essere un piatto appetitoso. Gilberto Venturini, responsabile del progetto «Acque dolci» per Slow Food Lombardia, ha ricordato un menù a base di pesce siluro, in particolare un sushi, proposto con successo a Milano dal noto chef iseano Vittorio Fusari. E proprio Fusari, al termine dell’incontro all’Oldofredi, ha ammannito un «banchetto di idee» a sostegno del progetto di creare il presìdio Slow Food della sardina essiccata del lago d’Iseo. Fra varie golosità c’era, manco a dirlo, «siluro in carpione con piselli e salsa di peperoni».
Nell’edizione 2012 del Festival dei laghi, a parere del sindaco Riccardo Venchiarutti, potrebbe ben figurare una sezione «Slow fish» dedicata al pesce d’acqua dolce. Il lago, secondo Slow Food, si può coltivare come un orto, può essere un laboratorio da cui trarre quella materia prima che ora i ristoranti fanno arrivare dal Trasimeno, dal Bolsena, dalla Turchia, dall’Albania, dalla Danimarca. Nuovamente una fonte di reddito: addesso i pescatori di mestiere sull’Iseo sono 30; erano mille agli inizi del ‘900.

Alle pendici del Golem

Il tempo ha tenuto, si è formato un bel gruppo di circa 40 persone.

Alla guida di un bravo esperto botanico, la passeggiata alle pendici del Golem, lungo uno dei sentieri che si snodano dalla Croce di Marone (m. 1.164, un’ampia forcella della cresta divisoria fra la Val Trompia e il lago d’Iseo), ha permesso anche ai non intenditori di conoscere le caratteristiche della flora del posto, di scoprire che anche lì si possono trovare piantine usuali negli orti/giardini domestici, come la salvia o il timo selvatico, o fiori come l’orchidea o il geranio, ma di tutt’altro aspetto…Interessanti anche le erbe velenose, cioè quelle che si possono mangiare almeno una volta …nella vita!
Dopo un frugale pranzo al sacco (più ricco per chi ha deciso di ristorarsi al rifugio), il gruppo si è diretto alla Forcella di Sale per godersi da un bel prato fiorito la vista panoramica sul lago.

 

Ecco qui una carrellata fotografica:
www.laschiribilla.it/escursioni/esperto.JPG
www.laschiribilla.it/escursioni/croce%20marone%202-6-011%202.JPG
www.laschiribilla.it/escursioni/croce%20marone%202-6-011.JPG
www.laschiribilla.it/escursioni/geranio.JPG
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Natura/2 Laboratori «en plein air»

Fonte: Giornale di Brescia, 01/06/2011


Un laboratorio didattico «en plein air», vicino casa, così si propone la Riserva Naturale Torbiere del Sebino a tutte le scuole del territorio. La Riserva infatti offre diverse possibilità di visita ed attività didattiche rivolte alle scuole primarie con guide esperte e il supporto di un centro di accoglienza.
I punti di accesso alle Torbiere sono Iseo, dove ha sede il centro visitatori, Provaglio e Corte Franca.
I laboratori, gestiti da esperti della cooperativa Cauto, si possono svolgere sia all’aperto sia all’interno del centro e variano dalle materie scientifiche a quelle artistiche. Per esempio, tra le proposte vi sono i laboratori di base di Ecologia e di Zoologia, di Botanica e di Geologia, ma anche di Microscopia, sui pesci, l’acqua e la fauna delle Torbiere.
Quest’ultimo comprende l’osservazione degli uccelli (birdwatching) e degli insetti e l’ascolto dei canti degli uccelli; si svolge sia all’interno sia all’esterno e coniuga la visita attiva con un secondo momento di rielaborazione nel centro di accoglienza. Per quanto riguarda i laboratori artistici vengono proposti quelli di «Musica e silenzio», l’acquerello e i colori della natura, parole verdi (poesia e scrittura creativa), la fotografia naturalistica ed il teatro, sempre effettuabili in entrambi i luoghi, esterni ed interni.
Il programma tipo, proposto dal Consorzio di gestione alle scuole consiste in un’intera giornata da trascorrere a contatto con la natura.
Info: www.torbiere.it telefono 030. 9823141.
Veronica Massussi
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qui il calendario delle attività:http://www.comune.provagliodiseo.bs.it/media/File/COMUNE/Comunicazioni/2011/CALENDARIO%20ATTIVITA%20RISERVA.pdf

appuntamento

Fonte: Bresciaoggi 26/05/2011
PICCOLI FOTOGRAFI CRESCONO NELL’OASI DELLE TORBIERE

 

Un laboratorio per scoprire i segreti della fotografia naturalistica nella suggestiva cornice delle Torbiere. L’iniziativa, rivolta soprattutto ai giovani, è in programma domenica alle 14,30 al centro di accoglienza dell’oasi a Iseo. A gestire il corso gratuito sarà la cooperativa Cauto.