IL DISEGNO NATURALISTICO: L’ESPERIENZA DEGLI ARTISTI BRESCIANI

A Brescia, venerdì 25 gennaio, ore 20.30, Museo di Scienze Naturali,                                 IL DISEGNO NATURALISTICO: L’ESPERIENZA DEGLI ARTISTI BRESCIANI,                        a cura di S. Capelli, S. Gandini, D. Lampugnani, G. Smiroldo.                        Organizzazione: Centro Studi Naturalistici Bresciani.

http://www.csnb.it/info/locandinagennaio2013.PDF

Riserva: alcuni dati sul censimento agli acquatici

31 dicembre 2012, numerose folaghe in Lametta

Sabato scorso, 12 gennaio 2013, è stato effettuato il censimento degli acquatici svernanti in Lama e Lametta a cura dei soci del GRA (Gruppo Ricerca Avifauna). Tra i dati interessanti di cui siamo venuti a conoscenza:

37 Morette,

5 Moriglioni,

6 Fistioni turchi,

2 Volpoche,

4 Falchi di palude,

2 Albanelle reali,

3 Aironi bianchi maggiori,

406 Cormorani al dormitorio

240 Folaghe presenti all’interno delle Lamette: solitamente il contingente svernante sostava un po’ più al largo, nelle acque del lago a ridosso del canneto, a tiro dei capannisti, ma questi uccelli acquatici sembrano aver capito dove si sta al sicuro…

Clusane: sit-in…in rassegna

Pubblichiamo in elenco i vari servizi giornalistici che riguardano il sit-in tenutosi il 12 gennaio scorso per protestare contro la chiusura dell’ultimo corridoio ecologico tra il Monte Alto e il Sebino. Si è presentato alla manifestazione anche il proprietario del terreno che ha espresso il suo punto di vista.

L’accorgimento (tunnel) per favorire il passaggio dei rospi è senz’altro positivo, ma ribadiamo che viene occluso un corridoio che ha valenza come “passaggio” tra monte e lago per tutte le specie animali e vegetali.

Nello specifico il varco ecologico ancora esistente tra Monte Alto e Sebino è classificato dalla Regione tra i varchi insediativi a rischio per la connettività ecologica. La prosecuzione dei processi di urbanizzazione produrrebbe il completamento della frammentazione ecologica e territoriale, con le criticità conseguenti. Occorre dunque andare in senso contrario, favorire la deframmentazione, assicurando agli animali e alla vegetazione una fascia percorribile.

Purtroppo succede che, mentre da una parte si promuovono studi, convegni, si emanano direttive e normative per salvaguardare i corridoi ecologici, s’investono risorse per crearne di nuovi e incrementare la biodiversità (v. qui  e qui ), dall’altra si vanno a minare quelli esistenti e gli enti/istituzioni preposti alla tutela non mostrano capacità o volontà di impedirlo.

– BRESCIAPOINTCementificazione tra Paratico e clusane: anche l’Enpa dice NO 

-GIORNALE DI BRESCIA: Iseo «I rospi Bufo Bufo vanno salvaguardati»

– IL GIORNO: Nuovo villaggio turistico Il no degli ambientalisti 

– TELEBOARIO: Il villaggio della discordia

– Servizio del tgpota: 12/1 Clusane (BS) atènsciù a l’ambiènt

– TG LOMBARDIA EDIZIONE DELLE 14.00 del 12/01/2013, dal minuto 17.30

– Bresciaoggi: Costa verde faccia a faccia

– Bresciaoggi video: Presidio Legambiente a Clusane

 

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Bresciaoggi domenica 13 gennaio 2013 –

ISEO. Un «dibattito» fuori programma durante la manifestazione degli ambientalisti

«Costa verde», faccia a faccia tra gli ecologisti e i costruttori

Giuseppe Zani

Al «sit-in» si presenta anche il titolare della società «Edificare è nostro diritto. Gli eco-mostri sono altri»

A sorpresa, i titolari della «Costa verde srl» si sono presentati ieri al sit-in organizzato da Legambiente, davanti all´area a lago sulla quale la società si appresta a realizzare un villaggio turistico, sul confine tra Clusane d´Iseo e Paratico.

Ne è nato un confronto serrato, a tratti acceso, ma sempre civile. Da un lato i clusanesi Natale Gatti con la moglie Antonietta, il figlio Davide e altri familiari; dall´altro un centinaio di ambientalisti e di iscritti alle associazioni «la Schiribilla» e «Monte Alto», muniti di bandiere e cartelli invocanti uno stop al cemento.

I Gatti hanno difeso il loro diritto a costruire, sancito dal vecchio Pgt e corredato da tutte le autorizzazioni del caso. Gli ecologisti hanno ribattuto sostenendo che i 45mila metri quadri su cui stanno per sorgere 48 alloggi e due piscine, sono l´ultimo corridoio ecologico rimasto in riva al Basso Sebino, l´unico punto d´accesso al canneto di cui dispongono i rospi bufo bufo quando, a primavera, per riprodursi, scendono dal monte Alto.

«Tengo a precisare – dice Natale Gatti, attorniato dagli ambientalisti – che la superficie coperta sarà di soli 2000 metri quadri, gli edifici avranno una volumetria complessiva di 6000 metri cubi e non supereranno i 3,5 metri di altrezza: il resto dell´area, 42mila metri quadri, rifiorirà, perchè sarà ripiantumato e rinaturalizzato. Quanto agli alberi tagliati nei giorni scorsi, non erano un bosco: erano pioppi da me piantati nel 1983, quando pensavo di realizzare qui un campeggio. Non avete protestato contro gli interramenti di canneti e la costruzione di veri ecomostri a poca distanza da qui, a Paratico: perchè?».

Gatti non minimizza la tutela degli anfibi: «Idea giusta. Ma a falcidiarli è la strada provinciale che corre qui davanti: noi, per agevolarne le migrazioni, scaveremo a nostre spese due tunnel sotto l´asfalto».

Barbara Meggetto, direttrice di Legambiente Lombardia, sintetizza le ragioni del sit-in: «Basta costruire da queste parti, dove peraltro abbondano le seconde case e le case sfitte- insiste-. Va cambiato il modo di pianificare da parte dei Comuni, che cercano risorse attraverso gli oneri di urbanizzazione. Nello specifico, contestiamo la mancata corrispondenza tra il Piano territoriale regionale, che chiedeva di salvaguardare questo corridoio ecologico, e gli strumenti urbanistici locali».

articolo pubblicato su IN Chiari Week

 

Articolo:«Franciacorta senza pesticidi» Ora la partita è a carte scoperte

Fonte: Bresciaoggi martedì 15 gennaio 2013 – PROVINCIA – Pagina 25

AMBIENTE. Si riaccende su due posizioni il confronto sulle sostanze nocive in agricoltura

«Franciacorta senza pesticidi» Ora la partita è a carte scoperte

Giuseppe Zani

Da trenta associazioni ecologiste una proposta per l´«opzione zero» su fitofarmaci tossici e cancerogeni «Ma serve l´accordo coi coltivatori»

Gli agrofarmaci la cui pericolosità è evidenziata dal simbolo col teschio su due tibie e dalla croce di sant´Andrea vanno messi al bando in Franciacorta già dalla prossima primavera, accelerando rispetto ai tempi che si dà il Ministero.

È la proposta formulata da circa 30 fra associazioni e comitati franciacortini in un comunicato diffuso in questi giorni in merito ai trattamenti fitosanitari in agricoltura.

Ora si cerca una convergenza tra ambientalisti e coltivatori, d´accordo sul principio ma non su limiti e modalità. «Già adesso, oltre a chi produce con metodi biologici, ci sono vignaioli e contadini che non utilizzano più agrofarmaci tossici o nocivi- racconta Silvio Parzanini, presidente di Legambiente Franciacorta-. Noi chiediamo un regolamento efficace e condiviso, che valga per tutte le colture in Franciacorta. Ne va della salute dei cittadini».

Per la verità, una proposta di regolamento è stata avanzata di recente dal Consorzio per la tutela del Franciacorta, su sollecitazione dei 18 Comuni che fanno parte della «Franciacorta dei sindaci».

«Ma è una proposta blanda rispetto alla nostra – sostiene Parzanini-. Per di più giace in un cassetto in attesa che si recepiscano le direttive della Ue nel “Piano d´azione nazionale per l´uso sostenibile dei prodotti fitosanitari”, come previsto dal decreto legislativo del 14 agosto 2012».

SCONTRO APERTO? Non proprio. «Non è nostra intenzione attaccare i viticoltori della Franciacorta. Anzi – precisa Legambiente – vorremmo averli come nostri competenti alleati in quanto, oltre a saper produrre un´eccellenza conosciuta in tutto il mondo, possono anche diventare i tutori dell´ambiente in cui quest´eccellenza nasce. Ma riteniamo che un regolamento debba essere varato a breve, senza rinvii».

I 30 circoli ambientalisti in questione, per giunta, insistono affinchè la bozza di regolamento redatta dal Consorzio per la tutela del Franciacorta divenga più rigorosa.

Mentre infatti il Consorzio pone il possesso dell´autorizzazione regionale in corso di validità come condizione per l´uso dei fitofarmaci classificati T+ (molto tossici), T (tossici) e Xn (cancerogeni e mutageni), gli ecologisti tagliano corto pretendendone il divieto.

Il Consorzio vuol consentire 3 diserbi l´anno ai piedi della pianta, anche su erbe alte e per una larghezza di 50 cm; gli ambientalisti, invece, sono contrari all´utilizzo di qualsiasi tipo di diserbante. Il Consorzio è per l´introduzione di regole variabili da applicarsi nelle fasce fra i 5 e i 20 metri di rispetto dalle aree sensibili a seconda, ad esempio, del tipo di macchina, del vento, dell´alberatura presente; gli estensori del volantino, invece, sono per norme rigide circa le modalità e gli orari di irrorazione dei vigneti posti a meno di 50 metri da scuole, asili, oratori, case di cura o ambulatori.

Clicca qui: Classificazione definita dalla normativa europea in materia di classificazione, imballaggio ed etichettatura per le sostanze

 

Appuntamento a Clusane, sabato 12 gennaio: no alla distruzione dell’ultimo corridoio ecologico

Appuntamento sabato 12 gennaio, sit-in dalle ore 11 alle ore 12. Le automobili si possono lasciare al parcheggio di fronte alla concessionaria AutoFelappi per chi proviene da Clusane d’Iseo, mentre chi viene da Paratico le può lasciare nel parcheggio dell’ex hotel Casa Bianca.

I partecipanti sono pregati di disporsi in fila indiana lungo la strada di fronte al luogo dei lavori, senza occupare la carreggiata.

Vi aspettiamo numerosi.

 

Riportiamo qui il punto di vista dei titolari della società ” Costa verde”, espresso nell’articolo di Bresciaoggi del 9 gennaio 2013

CLUSANE D´ISEO. Mentre Legambiente e le associazioni «La Schiribilla» e «Monte Alto» annunciano per sabato un sit-in sull´area del cantiere

«Costa verde», il villaggio finisce in acque agitate

Il costruttore difende il progetto «nel rispetto di leggi e regolamenti» I rospi? «Faremo i tunnel»

«È il sogno di una vita che si realizza nel rispetto di tutte le leggi e di tutti i regolamenti». Così Natale Gatti, titolare della società «Costa verde srl» insieme con la moglie Antonietta e i figli Giorgio, Davide e Marinella, definisce il villaggio turistico che sta per sorgere sul confine tra Clusane di Iseo e Paratico, replicando alle contestazioni che gli sono state mosse e saranno ribadite sabato, alle 11, da Legambiente Basso Sebino e dalle associazioni «La Schiribilla» e «Monte Alto» nel corso di un sit-in di protesta sull´area del cantiere.

La famiglia Gatti ha gestito per anni l´albergo Punta dell´Est, a Clusane, poi l´osteria «Ai Nidrì» a Iseo. Cinque professionisti, insomma.

Nel 1983 costituiscono la «Costa verde» che compera 45mila mq di terreno orlato da un folto canneto: l´intenzione è di impiantarvi un´attività turistica in linea con quanto prevede lo strumento urbanistico. Da allora inizia un percorso a ostacoli lungo 30 anni. La famiglia Gatti non ha mai mollato. Un sogno nutrito di puntiglio, il suo. All´inizio fa progettare un campeggio. Quindi ottiene di poter costruire un villaggio. Nel 1996 la Giunta regionale retrocede l´area in questione ad «agricola». Nel 1999, invece, una variante al Prg ne recupera la destinazione d´uso a villaggio. Nel 2006 e 2007 la Sovrintendenza boccia ben tre progetti annullando per tre volte l´autorizzazione paesistica rilasciata dal Comune. Il 12 novembre 2008 il Tar dà torto alla ricorrente «Costa verde» e ragione alla Sovrintendenza.

I Gatti riprendono l´iniziativa affidandosi ad altri progettisti, che adottano la strategia di concordare le soluzioni con la Sovrintendenza. Il progetto è suddiviso in tre parti: villaggio e piscine; rotonda e parcheggio; attrezzature sportive e percorsi a lago fruibili da tutti.

Il 29 marzo 2010, prima che sia licenziato il Piano territoriale regionale, il Comune emette il permesso di costruire villaggio e piscine; cancellato tutto il resto, tranne la rotonda, a carico dei Gatti. L´avvio dei lavori resta però bloccato, perchè l´area interessata è classificata come bosco dalla legge regionale 27/2004. «Pioppi che avevo piantato io stesso, nel 1983, non un bosco spontaneo», precisa Gatti.

Gli ultimi mesi sono serviti a progettare la trasformazione del bosco e le conseguenti opere di compensazione, poi approvate dall´apposita conferenza dei servizi. «Tutto in regola – sintetizza Natale Gatti -. Quanto ai rospi bufo bufo, è la strada provinciale Iseo-Paratico che li falcidia durante le migrazioni: per favorirne l´attraversamento, realizzeremo due tunnel sotterranei».G.Z.

 

 

Clusane, sit-in protesta: No all’occlusione del corridoio ecologico

Dall’archivio: Clusane, l’area (ora oggetto dell’intervento edilizio) come si presentava nel 1989. Qualche anno prima era partita l’idea di edificare…

 

4 gennaio 2013

Sabato 12 gennaio alle ore 11, appuntamento a Clusane, per continuare la mobilitazione contro le nuove strutture turistiche da realizzarsi verso il confine con Paratico, ove è da poco stato aperto il cantiere proprio dove è rimasto l’unico lembo naturale che spezza un continuo edificato sulla sponda del lago.

Il luogo è anche lo sbocco naturale dell’unico corridoio ecologico tra il Bassosebino e la collina, corridoio già ridotto ai minimi termini dalla frenetica espansione urbanistica.

Si tratta di un “varco insediativo a rischio”, come si desume dalle tavole del PGT di Iseo, varco “da mantenere e deframmentare per preservare l’area da ulteriore consumo di suolo e simultaneamente intervenire per ripristinare la continuità ecologica presso interruzioni antropiche già esistenti”.

Ma qui che cosa sarà preservato? E’ incredibile come da una parte la Regione definisca la necessità di evitare ulteriori compromissioni sulle sponde lacuali con altre urbanizzazioni e anzi sostenga progetti per la creazione di nuovi corridoi ecologici per implementare la biodiversità, e, dall’altra, i comuni autorizzino interventi che vanno in senso contrario.

L’appello per continuare la mobilitazione è lanciato dal circolo Legambiente Bassosebino: anche La Schiribilla, che da tempo si è mossa sulla questione, aderisce e auspica che  siano numerosi i cittadini che vorranno condividere questa iniziativa a tutela del territorio e della qualità della vita.

L’articolo di stampa uscito su Bresciaoggi, “Clusane, bosco raso al suolo: scatta l´ora della protesta”: Bresciaoggi sit-in

 

Franciacorta, uso dei pesticidi e salute: gli atti del convegno sono online

Sono online gli Atti del convegno tenutosi Sabato 27 Ottobre 2012 presso il MONASTERO DI SAN PIETRO IN LAMOSA (Provaglio d’Iseo ) sul tema “Uso dei pesticidi e salute”. Ecco la versione definitiva con tutti gli interventi: https://www.dropbox.com/sh/j2erh41l4ae4kti/_8mXuD_Tqe/121231_PesticidiAttiCovebnoBrescia.pdf

Fate passaparola

GLI ARGOMENTI

PRESENTAZIONE……………………………………………………………………………………………..4

Agroindustria moderna: gli scenari dell’impatto ambientale (Gianni Tamino) …………… 6

Pesticidi ed effetti su organismi animali e biodiversità (Carlo Modonesi) …………………11

Pesticidi ed effetti sulla salute umana (Celestino Panizza) …………………………………….18

Le possibili alternative: verso l’agricoltura biologica ed il caso della viticoltura

(Cristina Micheloni) ………………………………………………………………………………………….. 24

Viticoltura nel bresciano nel quadro della normativa sull’uso sostenibile dei pesticidi

(Marco Tonni) …………………………………………………………………………………………………..27

Contributo del Consorzio per la tutela del Franciacorta al “Regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci (Pierluigi Donna) …………………………………………………………..30

Viticoltura e salute – Il caso del Trevigiano (Gianluigi Salvador) ……………………………… 32

Il ruolo delle Amministrazioni comunali (Vittorio Turra) ……………………………………………35

Le proposte delle Associazioni dei Comitati e delle Liste Civiche sul Regolamento sull’uso di pesticidi nella zona di produzione del Franciacorta (Marco Dotti) …………..39

Clusane perde l´ultimo bosco vista lago

Bresciaoggi domenica 30 dicembre 2012 – PROVINCIA – Pagina 19

SEBINO DA SALVARE/1. Dopo un lungo braccio di ferro scatta la controversa operazione immobiliare. Le colonie di rospi rischiano l´estinzione

Clusane perde l´ultimo bosco vista lago

Giuseppe Zani

Nella frazione di Iseo il cemento cancella il suggestivo cuscinetto verde Il corridoio naturale sacrificato sull´altare del nuovo villaggio turistico

Non c´è più il bosco spontaneo che, interrompendo sul confine tra Clusane d´Iseo e Paratico il «continuum edificato», costituiva l´ultimo corridoio ecologico esistente in riva al Basso Sebino. È stato raso al suolo per consentire alla «Costa Verde» di realizzarvi un villaggio turistico. Nemmeno un ciclone avrebbe potuto essere più distruttivo. Il cantiere, dunque, aprirà a breve.

LA SOCIETÀ «COSTA VERDE», proprietaria del terreno e committente dei lavori, ha ritirato il permesso di costruire nei giorni scorsi e contestualmente ha versato 50 mila euro quali prima rata della cifra dovuta per gli oneri di urbanizzazione. Il dado è stato tratto, insomma. Coloro che, come gli ambientalisti delle associazioni «Monte Alto» e «la Schiribilla», avevano sperato che il persistere della crisi economica avrebbe rinviato sine die l´avvio dell´intervento, sono serviti.

L´area interessata è di 45mila metri quadri. Il progetto definitivo prevede la realizzazione, su una superficie coperta di 2000 metri quadri, di 48 alloggi, per complessivi 11mila metri cubi.

L´ingombro dei volumi si distribuirà in tre «stecche» perpendicolari alla riva allo scopo di non occludere la visuale dalla strada verso il lago e dal lago verso la montagna. Gli edifici, a un piano, non più alti di 3,5 metri, dovranno essere mascherati, secondo gli impegni a suo tempo sbandierati, «dalle piante esistenti e da quelle che verranno trapiantate».

Di piante, sul posto, non ce ne sono quasi più: né comuni né pregiate. Evidentemente sono state ritenute di nessun valore o malate. Comunque sia, nell´ultima versione progettuale del villaggio compaiono pure alcuni accorgimenti intesi a tutelare la fase riproduttiva e quindi i flussi migratori tra il lago e il monte Alto di una residua ma importante popolazione di rospo comune, detto bufo bufo, nonché di altre specie di piccoli animali.

Si tratta dell´apertura nella recinzione metallica di varchi rasoterra e dello scavo sotto la strada provinciale Paratico-Iseo di due tunnel strombati a imbuto ad entrambi i capi.

L´area della «Costa Verde », infatti, è l´ultimo punto d´accesso a lago di cui hanno sin qui disposto questi anfibi. Dal prossimo mese tutto cambierà.

A sentire i portavoce delle due associazioni ambientaliste, non bastano i varchi nella rete e quei due tunnel sotterranei a rendere compatibile un insediamento che è in netto contrasto con la salvaguardia che il Piano regionale territoriale, approvato dal Pirellone nel 2010, accorda ai corridoi ecologici rimasti: corridoi definiti di capitale importanza per la valorizzazione dei laghi lombardi.

PERCORSO A OSTACOLI Un percorso accidentato quello che, partito da un´idea del 1983, terminerà con la costruzione del villaggio «Costa verde». L´area interessata è stata a suo tempo parzialmente rubata al canneto grazie al riporto di materiale scartato da una vicina cava che ha innalzato la quota di costa. Negli anni ´90 i vari progetti sono stati rallentati dallo studio e dall´adozione di una variante al Prg, in vigore dal ´97. Nel 2006 il villaggio diventa oggetto di un piano attuativo e di una convenzione. Lo stop più duro nel 2007, quando la Sovrintendenza annulla l´autorizzazione paesistica rilasciata dal Comune. A dicembre dello stesso anno il Tar dà ragione alla Sovrintendenza e torto alla «Costa verde»: l´impatto dell´edificazione, annotano i giudici, spazzerà via quella naturale barriera protettiva formatasi tra la strada e il lago. Per disincagliare l´operazione, si modifica il progetto nel 2011: niente più bungalow, 62, bensì alloggi, 48; vi si aggiungono attrezzature ricreative e un parcheggio pubblico che inducono la Giunta a dichiarare il comparto «di pubblica utilità». L´ultimo atto a ottobre: nel rilasciare la licenza edilizia, il Comune riduce le opere di compensazione ambientale previste nella vicina valle del Tufo a carico dei privati, perchè questi hanno accettato di diminuire l´area da disboscare.

Qui il link all’articolo.

L’area boscata come si presentava a fine novembre. La soluzione per i rospi può essere il sottopassaggio stradale, ma rimane il fatto che viene occluso un corridoio ecologico che ha valenza come “passaggio” per tutte le specie animali e vegetali, pollini compresi, tra una zona umida- lacuale- canneto ed il bosco collinare, ultimo corridoio esistente in zona ( con la sola barriera della strada) tra questi due ambienti.
Come si accenna nell’articolo già il canneto originario è in parte scomparso, colmato per rendere l’area edificabile.

 

 

Capanni galleggianti: esposto Lac alla procura

Fonte: Bresciaoggi domenica 30 dicembre 2012 – PROVINCIA – Pagina 19

Capanni galleggianti nell´«oasi» delle Torbiere: esposto Lac alla procura

«L´attacco principale è stato scatenato da tempo attraverso delibere regionali e piani di gestione in aperto contrasto con i criteri di mantenimento e fruizione di un Sito di interesse comunitario. Ma i problemi per la Riserva delle Torbiere del Sebino non arrivano solo dagli enti che dovrebbero proteggerla. I guai arrivano anche dall´acqua». La Lega abolizione caccia presenta così l´azione avviata contro un provvedimento che ritiene illegale e molto dannoso per la «salute» dell´area naturalistica.

«Attuando una sorta di guerra di logoramento – proseguono gli animalisti -, la Provincia ha risposto quest´anno alla campagna che la Lac, con il Gruppo d´intervento giuridico, ha avviato da anni contro l´abbattimento degli uccelli acquatici sul limitare dell´area protetta aumentando addirittura le concessioni per i capanni galleggianti nel Comune d´Iseo: sono passati dai sette del 2008 agli attuali 11, e come nel passato violano la legge regionale 26 non rispettando la distanza di 400 metri dal confine della riserva».

«E se l´incremento degli appostamenti è un provvedimento naturalisticamente intollerabile, dato che questa caccia danneggia in modo pesantissimo l´avifauna svernante che trova cibo e rifugio nelle Lamette a lago soprattutto quando gli specchi interni (le Lame) sono ghiacciati – prosegue la Lac -, il posizionamento degli stessi è una manifestazione di disprezzo delle normative da parte dell´ente Provincia. La riperimetrazione delle Torbiere disposta dalla Regione risale all´anno scorso, e nonostante i nuovi confini siano acquisiti da tempo l´assessorato alla Caccia ha autorizzato la sistemazione di appostamenti a distanze fuorilegge. E in più non ha mai fornito i dati su coordinate e numeri delle autorizzazioni affermando che non hanno rilevanza ambientale».

Per rispondere al via a queste enormi strutture naviganti, «in merito alle quali l´Ispra (l´Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha anche sollecitato una Valutazione d´incidenza mai avvenuta», Lac e Gig hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica che propone la revoca delle autorizzazioni e chiesto l´intervento della Commissione europea.

QUI l’articolo in pdfcapanni esposto LAC

 

Articolo: “Lamette, degrado senza fine: da oasi a fogna a cielo aperto”

Riportiamo un articolo che tratta dello sversamento di liquami nella riserva, in particolare nelle acque delle Lamette, reflui provenienti dal collettore circunlacuale che attraversa la parte nord della Riserva e che nel suo percorso verso il depuratore di Paratico raccoglie gli scarichi fognari dei comuni di Adro, Capriolo, Corte Franca, Provaglio d’Iseo, Iseo, Sulzano, Montisola, Sale Marasino, Marone.  Tale situazione è stata ripetutamente segnalata nel corso degli anni scorsi anche dalle GEV (Guardie Ecologiche Volontarie) e da varie associazioni. Le foto che pubblichiamo, tratte dal nostro archivio, riguardano fenomeni di sversamento in Lametta dai pozzetti del collettore nel febbraio- marzo del 2009.

Fonte: Bresciaoggi giovedì 27 dicembre 2012 – PROVINCIA – Pagina 25

ISEO. Chiusini che saltano e acque nere che tornano in superficie: la riserva è ormai allo stremo

Lamette, degrado senza fine: da oasi a fogna a cielo aperto

Giuseppe Zani

In caso di piogge torrenziali la portata del collettore risulta insufficiente e i liquami esondano nei campi A lanciare l´allarme l´associazione «Clusane unita»

La riserva naturale delle Lamette, paradossalmente, stava meglio quando non c´era il collettore fognario circumlacuale, vale a dire sino alla metà degli anni Ottanta. Adesso è una palude maleodorante, perché da anni gli scolmatori del collettore vi riversano i liquami gonfiati dalle piogge e il lago vi si spinge solo nei momenti di piena.

UNA SITUAZIONE che è stata denunciata da Gianpaolo Pedemonti durante un´assemblea organizzata dall´associazione «Clusane unito» nella maggiore frazione iseana. Non è la prima volta che Pedemonti lo fa. Sempre invano.

«Il degrado si va accumulando nella zona di Badaline, dove sboccano due sfioratori – spiega -. Il problema è generato dal fatto che i vari comuni, incluso Iseo, non hanno separato a monte le acque nere dalle acque bianche. Il fondo lo si è toccato di recente con l´allaccio di Cortefranca all´anello circumlacuale». Quando piove a dirotto, in effetti, la portata del collettore risulta decisamente insufficiente, un po´ perché all´altezza di Badaline il tubo è rastremato, cioè si riduce di diametro, un po´ perché più avanti, in località Barro, le pompe dell´impianto di sollevamento non ce la fanno a mandare verso Paratico il flusso delle acque miste in arrivo. E allora entrano in azione gli scolmatori. Talvolta succede che persino essi siano in difficoltà e la violenza della pioggia sia tale da far saltare per aria i chiusini, spandendo i liquami fognari per i campi coltivati che si estendono ai piedi di Badaline.

«Un´autentica miopia: si sono previsti e realizzati due scolmatori proprio nel bel mezzo delle Lamette – insiste Pedemonti -. Lì i fondali sono bassi, i canali verso il lago sono in parte ostruiti, non c´è ricambio d´acqua. Davanti c´è la foppa di Clusane, un´ansa una volta ricca della famosa “erba da pesce”, adatta cioè alla deposizione delle uova che i maschi poi fecondavano. Adesso, nel tratto di lago compreso tra Sassabanek e Clusane, i fondali sono fangosi o al massimo coperti da alghe che si ingozzano di nitrati e fosfati. Non sono un tecnico, ma vorrei segnalare che nel 2003, l´anno della grande siccità, in questa zona l´acqua si era ripulita e si era ripristinato l´habitat per la riproduzione naturale dei pesci. Con la ripresa delle piogge, tutto è tornato come l´anno precedente». Scenari che si sono riproposti nelle stagioni successive. Le acque inquinate della foppa non si rimescolano e il materiale convogliatovi dagli scolmatori si accumula.

COMMENTA Pedemonti: «È singolare che una pletora di enti, dall´Asl al Comune, dal consorzio dei laghi all´ente gestore delle torbiere, si sia mossa di recente per proteggere la foppa dagli escrementi di qualche anatra domestica, mentre continua a non vedere, a poca distanza, gli effetti di quella che è una vera fogna a cielo aperto».