Torbiere, ecco le nostre osservazioni al piano pesca

Come vi abbiamo già anticipato (http://www.laschiribilla.it/public/?p=2449) nei giorni scorsi abbiamo protocollato, presso l’Ente Gestore della Riserva delle Torbiere, alcune note riguardanti il regolamento per la pesca in via di approvazione definitiva.

Per contenere al massimo gli impatti sul sito, in collaborazione con i circoli di Legambiente locali, abbiamo proposto misure per tutelare maggiormente alcuni specchi d’acqua (ex cave di argilla), nei quali, in primavera, sostano frequentemente stormi di migratori, in particolare anatre tuffatrici, e nidifica il tuffetto.

Riteniamo anche che potrebbero avere impatti negativi sul sito l’autorizzazione di Centri Privati di Pesca (CPP) e di manifestazioni/gare di pesca, sia per l’afflusso difficilmente controllabile di persone sia perché le sponde vanno mantenute il più possibile naturali, in quanto la vegetazione riparia, oltre a rappresentare un ambiente ideale per la fauna, svolge un’importante funzione da filtro per gli inquinanti diffusi.

Ecco il testo integrale delle osservazioni: note piano pesca 2013

 

Articolo: “Nelle Torbiere salvata una giovane nitticora”

Fonte: Giornale di Brescia 28/08/2013

Nelle Torbiere salvata una giovane nitticora

Intervento di Polizia provinciale, Guardie ecologiche volontarie e Vigili del fuoco

PROVAGLIO D’ISEO Impegnativo intervento di salvataggio di una giovane nitticora nella Riserva naturale delle Torbiere del Sebino, in territorio di Provaglio d’Iseo. L’esemplare della famiglia degli ardeidi (cui appartengono anche gli aironi), è rimasto impigliato, a testa in giù, in un filo di nylon da pesca legatosi ad un albero secco. Alcuni turisti hanno notato il volatile in difficoltà e hanno chiamato la Polizia provinciale. Alle Torbiere è quindi intervenuto l’agente Ermanno Bollin che si è avvalso anche dell’aiuto di due Guardie ecologiche volontarie (Gev), ma è stato poi necessario contattare i vigili del fuoco che, con un gommone, sono riusciti a raggiungere la pianta posta a cinque metri dalla riva. La nitticora – ben più rara degli aironi cenerini – è stata quindi liberata ed è potuta tornare nel canneto, suo ambiente naturale. L’intervento ha dato poi l’occasione al guardiacaccia e ai due volontari di bonificare quell’area della Riserva dai fili di nylon lasciati da pescatori di frodo che non potrebbero entrare nelle Torbiere. Decisivo anche l’aiuto di alcune persone che hanno collaborato per posare il gommone in acqua e per poi riportarlo sulla riva. La nitticora è rimasta impigliata nel filo con un’ala. Se non fosse stata soccorsa, sarebbe sicuramente morta. dz

Come chiudere un corridoio ecologico: evoluzione

Mostriamo le fotografie dello stato attuale della zona di Clusane dove i famosi rospi Bufo Bufo, per riprodursi, attraversano l’unico corridoio ecologico rimasto tra il monte Alto ed il lago.

La situazione è la seguente:

Come potete notare la maggior parte delle piante del boschetto tra la strada ed il lago sono state tagliate, segno che il progetto di cementificazione dell’area purtroppo prosegue.

Se così sarà, lo sforzo dei numerosi volontari, che, durante le notti primaverili, hanno instancabilmente aiutato i Rospi ad attraversare la strada provinciale 12, potrebbe non essere più sufficiente a garantire la loro sopravvivenza.

Osservazioni al nuovo regolamento della pesca nella R.N. delle Torbiere

L’Ente gestore della Riserva si appresta ad approvare il nuovo regolamento riguardante la pesca dilettantistica nelle Torbiere, dove il Piano di gestione ha individuato le aree ritenute idonee, ampliandole nel numero rispetto alla pianificazione precedente, nonostante, a nostro parere, quelle già disponibili siano state sottoutilizzate.

Le zone dedicate a tale attività sono l’AREA 1, individuata lungo la sponda nord-est delle Lame (Iseo), e l’AREA 2, individuata nei bacini meridionali derivanti dall’escavazione dell’argilla (Corte Franca). L’obiettivo che il regolamento si prefigge è quello della tutela e valorizzazione del patrimonio ittico.

Riteniamo che alcune delle norme proposte siano in contrasto sia con tale obiettivo specifico sia con gli scopi di tutela del sito; in particolare destano perplessità le disposizioni che concedono la possibilità di indire gare o manifestazioni di pesca sportiva oppure di autorizzare veri e propri Centri Privati di Pesca (CPP).  Come possono tali attività conciliarsi con gli obiettivi di riqualificazione acquatica, di conservazione e valorizzazione del patrimonio ittico autoctono? Inoltre in siffatte circostanze avverrebbe un afflusso incontrollato di persone (non solo pescatori, ma anche spettatori/curiosi) in aree dove è vietato dal Piano di gestione l’accesso dei visitatori, con potenziale danno all’ambiente e alla fauna (rumore, calpestio…).

Ricordiamo che in alcune vasche di proprietà privata da anni si è praticata senza autorizzazione la pesca sportiva in zone non contemplate dal Piano di Gestione precedente, con pesanti alterazioni della naturalità dei luoghi (modifica artificiale delle sponde, sfalci continui a danno della vegetazione riparia) e con immissioni di pesci pronta pesca.

Se è vero poi che alcune vasche non sono comunicanti con altre, è anche vero che in occasione di forti piogge gli specchi d’acqua traboccano e si è visto, proprio in alcune recenti situazioni, pesci “transitare” da una vasca all’altra.

Qui il Regolamento ad ora predisposto dall’Ente gestore: http://www.laschiribilla.it/DOCS/regolamento_PESCA_2013.pdf
Le osservazioni al documento possono essere inviate formalmente all’Ente gestore entro la fine di Agosto.

Foto ricordo gita a Crocedomini

Ieri, domenica 7 luglio, bel sole, almeno fino a poco dopo il pranzo al sacco ai bordi del Laghetto di Lavena…poi la pioggia e il rientro, non prima di aver bevuto un buon caffè al Maniva…i partecipanti (una trentina) soddisfatti della escursione, dei fiori e del panorama…  per alcuni era una novità…insomma una gita da riproporre…

Curiosità: un’oca canadese in riserva

Avete mai visto una Branta canadensis? Originaria del Canadà, introdotta in Europa nel XVII secolo, è la più grande delle oche europee, con una lunghezza di 90/100 cm e una apertura alare di 160/175 cm.  Nonostante sia ormai tipica di tutti i paesaggi nordici settentrionali, da un paio di mesi è stato notato per la prima volta anche in riserva un esemplare di oca del Canadà,  probabilmente evasa da qualche allevamento o parco, visto che non teme la vicinanza dell’uomo.

 

Domenica 7 luglio: programma gita a Crocedomini

Domenica 7 luglio 2013, GITA A CROCEDOMINI

PROGRAMMA: Partenza/ritrovo al parcheggio presso il cimitero di Iseo ore 7,30. Itinerario Iseo – Bienno 55Km. Passo di Crocedomini altri 15-18 km (arrivo verso ore10), spostamento in auto al goletto di Cadino 2 km, località ad alta concentrazione di flora alpestre. Passeggiata per vedere/conoscere/fotografare fiori. Pranzo al sacco (a Crocedomini esiste anche un ristorante) poi spostamento in auto ( in parte sterrato) in direzione passo Maniva per vedere/fotografare 5 laghetti di montagna; ritorno dalla Valtrompia (Collio – Gardone VT.- Polaveno –Iseo).

Note non ci si allontana molto dall’automobile per cui “ lo zaino” si può lasciare in macchina. Scarponi ed abbigliamento adatto siamo quasi 2000 m. di quota. Adesioni al 3388383514 oppure scrivere a legambiente.bassosebino@gmail.com

LA LOCANDINA DA DIFFONDERE: gita Crocedomini

Domenica 16 giugno: interessante escursione alla Valle del Freddo

Un’iniziativa proposta da Legambiente bassosebino, aperta a tutti gli interessati

DOMENICA 16 GIUGNO 2013

VISITA ALLA VALLE DEL FREDDO

 La Riserva Naturale della Regione Lombardia, LA VALLE DEL FREDDO, racchiude un particolare fenomeno microclimatico che determina la crescita della flora tipica d’alta montagna. L’elemento determinante di queste presenze sono le buche del freddo o “bocche” dalle quali fuoriesce aria gelida.  In inverno quando piove e nevica, l’acqua e la neve penetrano nel sottosuolo, dove vengono a contatto con la ghiaia fredda e si trasformano in ghiaccio. In estate il detrito mantiene bassa la temperatura dell’aria che scorre al suo interno, rendendola più pesante. Quindi la forza di gravità e le brezze che spirano sopra la valletta portano l’aria gelida a fuoriuscire dalle bocche.

Intorno alle “buche del freddo”, dove il terreno ha una temperatura molto bassa, si possono trovare specie dette “microterme” come ad esempio la Stella alpina, l’Erba dei camosci, il Camedrio alpino e la Pinguicola alpina. Tra gli arbusti presenti nella Valletta, molto diffusi sono i Rododendri pelosi dalle infiorescenze rosee, il Pino mugo e il Salice stipolato. In primavera bellissimi tappeti floreali di pervinca caratterizzano il sottobosco, estese fioriture di Genziana, di Erica, di Timo e di Globularia ricoprono le pendici della Valletta.

PROGRAMMA                                                                       

L’entrata alla riserva (visitabile solo con la guida) è prenotata alle ore 10, quindi la partenza da Iseo o da Sulzano potrebbe essere alle ore 9.

Il percorso per raggiungere la riserva. Si deve prendere la superstrada per Lovere, ma non uscire a Lovere, proseguire verso Bergamo, dopo le gallerie alla fine della superstrada, c’è una grande rotonda e l’ingresso alla riserva (v. qui mappa)

Ognuno si accorderà con i propri amici in macchina e ci troveremo all’ingresso.

Dopo la visita prenderemo la direzione per Monasterolo, sul LAGO D’ENDINE,  dove pranzeremo e  visiteremo il paese  e, se sarà possibile,  anche il Castello.

Per il pranzo:  chi vuole porti i panini oppure c’è a Monasterolo il Ristorante Castello, fa  la pizza anche a mezzogiorno, oppure il menu turistico, di carne o di pesce €25/28. É necessario sapere entro venerdì 14 quanti sono quelli che mangiano al ristorante. Tel. per prenotazioni: Rosarita 0309825389 (c’è la segreteria telefonica, in caso di assenza).

La locandina da diffondere:la valle del freddo

Torbiere d’Iseo: Svasso maggiore a spasso coi pulcini

Sono gli specchi d’acqua gli ambienti prediletti dagli svassi maggiori dalla caratteristica doppia cresta.  Eccone uno, che in questi giorni si può vedere anche sul lungolago d’Iseo, mentre porta sul dorso i giovani pulcini (strisce bianche su capo e dorso) a esplorare l’ambiente circostante prima che abbiano raggiunto la completa autosufficienza.

NOME SCIENTIFICO: Podiceps cristatus. Lo Svasso maggiore presenta un becco lungo e appuntito; possiede un corpo slanciato, la cui lunghezza varia dai 46 ai 51 cm. L’apertura alare va dai 53 ai 73 cm. Il peso si aggira intorno agli 800-1.400 grammi. La livrea nuziale è molto vivace e vaporosa e il becco, in questa fase, si tinge di rosa. Nella rimanente parte dell’anno il piumaggio degli adulti, così come quello dei giovani, è grigio nella parte superiore e bianco in quella inferiore. La specie è facilmente riconoscibile anche grazie al canto frequente e squillante.

Iseo, 4 giugno 2013

La dieta è costituita da pesce, che solitamente cattura durante lunghe immersioni. Si nutre anche di girini, gamberetti, ragni, insetti d’acqua e semi. Il nido è costruito utilizzando parti di piante galleggianti ed è di solito nascosto tra la vegetazione sulla riva dei laghi. Gli svassi maggiori covano 3-4 uova nel corso di 27-29 giorni.