Torbiere: riconferma dei consulenti Comitato Tecnico Scientifico per il 2022. Rinnovo convenzioni con GRA e Associazioni ambientaliste

Comitato Tecnico Scientifico 2022

Anche per il corrente anno l’incarico per garantire un adeguato apporto specialistico per l’attuazione del Piano di gestione della Riserva è stato affidato al botanico dott. Glauco Patera, all’ornitologo dott. Paolo Trotti, all’ittiologo dott. Gaetano Gentili.

DISCIPLINARE_BOTANICO_2022

DISCIPLINARE_ORNITOLOGO_2022

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In campo ornitologico prosegue anche la collaborazione col GRA Gruppo Ricerca Avifauna sezione ornitologica del C.S.N.B. (Centro Studi Naturalistici Bresciani).

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CONVENZIONE_GRA__ANNO_2022

*Rinnovata anche  la collaborazione con le tre associazioni Legambiente, O.I.P.A. (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) e L.A.C. (Lega Abolizione Caccia) dotate di guardie particolari giurate con le quali erano già state stipulate precedenti convenzioni. Diversamente dal passato i membri delle associazioni possono svolgere attività di vigilanza, ma senza il compenso previsto dalla precedente Convenzione. 

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SCHEMA_CONVENZIONE_RISERVA_ASSOCIAZIONI_2022

CINGHIALI: NECESSARIO UN PIANO DI CONTROLLO NELLA RISERVA

Negli ultimi anni all’interno della Riserva la presenza del cinghiale è aumentata fino a creare una problematica in ordine alla conservazione della biodiversità, ai danni causati all’agricoltura e alla sicurezza pubblica.
Poiché l’attività di questo ungulato all’interno nell’area protetta può avere un impatto diretto sulle specie vegetali e animali presenti e tutelate dalle normative, l’Ente gestore ha affidato ad esperti faunistici
LA REALIZZAZIONE DEL PIANO PER LA PREVENZIONE E IL CONTENIMENTO DEI DANNI CAUSATI DALLA PRESENZA DEL CINGHIALE ALL’INTERNO DELLA RISERVA.  

I tentativi di contenere i danni con metodi ecologici (predisposizione di barriere elettrificate, repellenti o lotta biologica) sono risultati inadeguati, per cui l'Ente gestore ha ravvisato la necessità della stesura di un progetto di fattibilità che è stato assegnato al gruppo di lavoro formato dal Dott. Ing. Diego Galli, dall’Ing. Michela Giacomelli e dalla Dott.ssa Federica Marin, come specificato nel disciplinare di incarico.  

Ormai da tempo, pervengono denunce di danni e richieste di risarcimento da parte di aziende agricole in Riserva per compromissioni di vigneti, coltivazioni di mais e leguminose, vivai. Da rilevare anche il danno al cotico erboso dei prati permanenti, che devono essere lavorati e sono aree a valenza ecologica.

Ricordiamo che già era stata segnalata più volte la presenza di un branco di cinghiali sulla strada che collega il Comune di Provaglio d’Iseo a Iseo (via Sebina-località Fontanì), nella quale si evidenziava la pericolosità che questi animali rappresentano non solo per i veicoli in transito ma anche per le persone e la fauna e flora dell’area protetta.

Gli stessi esperti del Comitato tecnico scientifico della riserva nelle relazioni consegnate a fine gennaio rilevano come il cinghiale rappresenti un fattore di pericolo per l’area protetta

In particolare il dott. Paolo Trotti, ornitologo, evidenzia che Sulla base delle informazioni disponibili in bibliografia, si ritiene che la presenza del cinghiale in periodo primaverile-estivo all’interno dei confini della Riserva Naturale Torbiere del Sebino possa essere un importante fattore di minaccia per il successo riproduttivo delle popolazioni che nidificano a terra o all’interno del canneto sia per predazione diretta ai nidi sia per il disturbo recato durante i movimenti/attività di scavo. Le specie che potrebbero risentire negativamente della presenza del cinghiale in Riserva sono: Germano reale, Gallinella d'acqua, Folaga, Porciglione, Fistione turco, Canapiglia, Migliarino di palude, Basettino, Salciaiola, Airone rosso, Tarabusino e Falco di palude (quest’ultime tre specie sono inserite in Allegato I della Direttiva Uccelli)”.

Anche nella relazione botanica del Dott. Glauco Patera, si rileva cheIn base alle osservazioni di campo svolte all’interno della Riserva si segnala che gli impatti maggiori di questa specie sono ai danni dei prati da sfalcio (Habitat 6510), in particolare le superfici collocate nella porzione nord-est.”

 

Lamette: gli esiti del monitoraggio dell’ARPA

Come noto da anni, le correnti fanno intrappolare i rifiuti nelle Lamette, dove i canneti come un pettine trattengono nella zona sud del lago materiale vario proveniente dall'Oglio e dal bacino lacustre a monte.

*Torbiere del Sebino: ora l’avvelenamento da rifiuti non ha più segreti 

articolo di Cinzia Reboni

La relazione conclusiva al termine di 70 ore di calcolo con algoritmi di elaborazione immagini

Plastica, gomma, vetro, legno, ferro. Persino il relitto di una vecchia barca affondata. La massa informe che sta soffocando le Torbiere ora non ha più segreti. L’imponente monitoraggio fotografico e aerofotogrammetrico che ha impegnato l’Arpa per tre mesi si è concluso. Dalla rielaborazione delle immagini emerge che una crosta di rifiuti ha coperto i fondali del lago d'Iseo, in località Lamette nella riserva naturale.

Leggi qui: https://www.bresciaoggi.it/territori/sebino-franciacorta/torbiere-del-sebino-ora-l-avvelenamento-da-rifiuti-non-ha-piu-segreti-1.9351388

IMPATTO DELLA POPOLAZIONE DELLE CARPE SULL’AVIFAUNA DELLE TORBIERE

La specie invasiva può mettere a rischio la sopravvivenza degli uccelli acquatici

Oltre alle criticità ambientali che incombono sulle Torbiere rilevate in precedenti rapporti (v. qui), nella parte conclusiva (“Problematiche e considerazioni di carattere gestionale”) della relazione ornitologica 2021 si evidenzia per la prima volta la possibilità che la presenza della carpa incida sulle specie nidificanti e svernanti in Riserva.

La carpa (Cyprinius carpio, considerata una delle 100 specie invasive più pericolose del mondo) sembra ben rappresentata nell’area protetta con la presenza anche di diversi individui di grandi dimensioni. Ama acque poco profonde, sradica e frammenta le piante acquatiche alimentandosi sul fondo. Il sedimento smosso ritorna a depositarsi sulle piante che soffrono per la mancanza di luce, col rischio che le praterie di piante subacquee spariscano, innescando un processo di impoverimento specifico e produttivo degli habitat preferiti soprattutto dalle anatre tuffatrici. 

Questo pesce alieno è anche una specie predatrice degli invertebrati acquatici.

Nella relazione si evidenzia come l’impatto sull’ecosistema è ben rimarcato nel piano d'azione nazionale per la moretta tabaccata (Lever 1996; Melega 2007). Elevate densità di carpa possono portare alla distruzione degli ambienti utilizzati da alcuni uccelli acquatici alterando radicalmente la comunità ornitica (Maceda-Veiga et al. 2017). Inoltre l'età/dimensione delle carpe negli stagni influenzano in modo significativo la densità dei macroinvertebrati e degli anfibi larvali, portando quindi le prede non ittiche degli uccelli acquatici a una notevole diminuzione (Eriksson 1979; Mallory et al. 1994). Pertanto, gli uccelli nidificanti possono evitare la concorrenza delle risorse evitando gli stagni con pesci di grandi dimensioni.

In Riserva tale effetto potrebbe essere maggiormente presente all’interno dell’area delle Lame, sistema più ‘chiuso’ e con meno ricircolo delle acque rispetto all’area delle Lamette.