Fonte: Bresciaogg, 14/03/2012
Torbiere, multa per «predatore»
Egregio direttore, desidero segnalare quanto segue. Lo scorso 10 marzo insieme a mia moglie ed al nostro cane Jack, mi sono recato alla riserva naturale ”Torbiere del Sebino” per una gita fotografica. Dopo aver avuto cura di munirmi di due biblietti d’ingresso dagli appositi distributori automatici posti all’ingresso del percorso da Provaglio, dove era anche indicata la sanzione di 20 euro per i trasgressori, mi sono inoltrato nella riserva tenendo il cane al guinzaglio, precisando che ero munito dell’attrezzatura igienica necessaria per rimuovere eventuali escrementi che l’animale avrebbe potuto lasciare durante il persorso sulle passerelle e/o sentieri, cosa che peraltro non si è verificata.
Ero tranquillo, fintantoché non ho casualmente notato, a metà percorso, una bacheca nella quale, insieme a varie informazioni di tipo floro-faunistiche e diversi divieti in ordine al parco, vi era anche quello di non introdurre cani, cogliendomi di sorpresa in quanto ne avevo ignorato l’esistenza fino a quel momento.
Essendo già a metà percorso, ho deciso di continuare la visita anzichè tornare indietro, poichè la strada sarebbe stata la stessa in termini di lunghezza. A circa un chilometro dalla fine del giro, vengo fermato da tre addetti del Servizio di Vigilanza ecologica che, dopo aver chiesto i documenti, mi hanno contestato la sanzione pari a 172 euro per aver infranto tale divieto.
Non desidero criticare o polemizzare e porre in dubbio la mia responsabilità nel non aver ottemperato ad una disposizione, per quanto in modo colposo visto che tale divieto era poco visibile sia all’esterno (circostanza che ho verificato successivamente, all’uscita dalla riserva) che all’interno del parco, tuttavia desidero richiamare l’attenzione sull’entità della sanzione comminata, stabilita in base a parametri sconosciuti e lasciata alla libera determinazione del comminante, posto che sono stato solo verbalmente edotto dagli addetti del Servizio di Vigilanza che il ”quantum” oscillava da un minimo di 103 a un massimo di 516 euro, indicazione non rilevabile visivamente al di sotto dei singoli cartelli di divieto di introduzione di cani.
A questo punto mi chiedo con quale criterio mi sia stata inflitta una multa di simile entità. Mi sembra che vi sia una sproporzione enorme rispetto a quella prevista per chi non fosse munito di biglietto d’ingresso: quasi 9 volte di più! All’atto della contestazione ho chiesto a uno degli addetti quale fosse la ”ratio” di tale disposizione, ricevendone in risposta un corto ed eloquente ”boh”, seguito, dopo circa un minuto di profonda riflessione da parte dello stesso addetto, da un ulteriore frammento di risposta, parto del suo notevole pensiero: ”Il cane è un predatore!’.’ Un cane che non arriva nemmeno a sei chili e per giunta al guinzaglio… un predatore!
Pur restando incredulo mi sono comunque inorgoglito per il mio piccolo Jack complimentadomi con lui che, pur non potendo vantare un pedigree di nobili natali, ha scoperto casualmente di essere finalmente qualcuno: un cane feroce!
Paolo Cirimbelli
(http://www.bresciaoggi.it/stories/164_lettere/342726_torbiere_multa_per_predatore/)
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Prendendo spunto dalla lettera, rileviamo che i tabelloni coi vari divieti sono collocati in modo ben visibile ai tre ingressi in Riserva, Corte Franca, Iseo e anche a Provaglio, tra l’altro proprio di fianco al distributore dei tiket. Per vederli non occorre far altro che guardarli… Qui i cartelli informativi all’entrata di Provaglio, posti nelle due direzioni:
www.laschiribilla.it/immagini/2012/rn_16-3-012_provaglio_1.jpg
www.laschiribilla.it/immagini/2012/rn_16-3-012_provaglio_3.jpg
www.laschiribilla.it/immagini/2012/rn_16-3-012_provaglio_2.jpg
Quanto al cane “predatore”, non è questione di animali di taglia grossa o piccola, feroci o mansueti, liberi o al guinzaglio. E’ vero, il cane è divenuto un animale “domestico” e la sua storia di addomesticazione è lunga quanto la storia della civiltà umana: è stato addestrato, per esempio, per la caccia agli animali selvatici, per la guardia di mandrie e greggi, per la difesa personale ecc… ma le prede nei confronti dei canidi, sia selvatici, sia addomesticati, hanno dovuto continuare a difendersi e nutrono una paura atavica.
Di conseguenza, anche se i cani oggi svolgono in gran parte un ruolo affettivo, la loro presenza è incompatibile con un’area naturale prevalentemente “selvatica”, come la Riserva delle Torbiere.
Il cane, anche il più mansueto e educato e anche se tenuto al laccio, di fronte al “selvatico” sente l’istintivo richiamo alla caccia; lascia tracce del proprio passaggio, peli, odori, terrorizzando le sue potenziali prede, inducendole a comportamenti innaturali, come l’abbandono del nido o dei propri piccoli o del luogo in cui sono soliti muoversi…
Ecco perché nelle aree protette, dove esistono zone a elevata naturalità, con presenza di animali selvatici, il cane non deve essere ammesso, neppure al guinzaglio.