Piantare alberi va bene…ma qualcuno forse bisogna anche eliminarlo
Nella riserva naturale delle nostre Torbiere si sono insediate, come su tutto il territorio circostante (si potrebbe dire che la cosa interessa tutto il mondo) specie alloctone, cioè animali e vegetali che prima non c’erano, creando notevoli problematiche di vario genere. In riserva, parlando solo di alcune specie vegetali più vistose, oltre alla Amorpha fruticosa ed una specie di lonicera (Caprifoglio) si è diffuso l’Ailanto, la specie più invasiva e dannosa. Vicino al monastero di S.Pietro in Lamosa ci sono boschi di tale essenza che, nonostante qualcuno cerchi di contenere (forse in modo non corretto, peggiorando la situazione), si espande sempre più.
L’Ailanthus altissima, detta anche albero del paradiso, è stata importata dall’Asia per alimentare una specie di baco da seta, impresa rivelatasi poi fallimentare.
Dove arriva soppianta in poco tempo tutte le altre specie, impoverisce la biodiversità vegetale ed animale, creando ecosistemi fragilissimi.
Se tagliato al piede può ricacciare molti polloni anche ad oltre dieci metri di distanza, non ha predatori e parassiti, rilascia nel terreno tossine che ostacolano la crescita di altre piante, cresce velocemente di alcuni metri all’anno; se sfiorato diffonde cattivo odore, la sua linfa può causare dermatiti, le radici si insinuano dappertutto, danneggiando i manufatti vicini.
Io non so cosa bisogna fare per contenere o meglio eradicare completamente questa specie; forse si è già aspettato troppo.
Ma certo c’è la necessità di fermare questa invasione che tra non molti anni potrebbe danneggiare notevolmente l’area protetta e non solo.
Gennaio 2010
A.D.
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