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Fonte: Bresciaoggi, 15 Luglio 2011

 

ISEO. I cuccioli avvistati e fotografati dagli scout. Gli adulti forse nel mirino degli agricoltori

 

Battuta di caccia «illecita»
salvi soltanto i piccoli cinghiali

 

Sgominato di notte un branco di tredici o quattordici animali La Provincia: «Da noi nessuna autorizzazione ad abbattimenti»

 

Cuccioli di cinghiale sono stati avvistati in pieno giorno lungo la strada sterrata che dalla località Forèst di Iseo sale alla Madonna del Corno, a Provaglio d’Iseo.
Due o tre cinghialetti, con le classiche striature orizzontali che presentano i lattanti, sono stati persino fotografati dagli scouts che fanno base al campo Agesci «La balòta», poco sopra il Forèst. Nessuna scrofa nei paraggi. Eppure le femmine non perdono mai di vista la prole. La difendono anzi strenuamente, spingendosi addirittura ad aggredire gli intrusi.
COME SPIEGARE allora quei piccoli allo sbando? Già orfani o semplicemente sfuggiti al controllo della madre, rimasta comunque vigile nelle vicinanze? Sia come sia, stando a fonti degne di fede, in una delle notti scorse c’è stata sul monte d! i Iseo una battuta di caccia che aveva lo scopo di alleggerire la pressione che i cinghiali esercitano sulle colture pedemontane.
Tredici o quattordici gli animali ammazzati, in prevalenza cuccioli. «Non abbiamo autorizzato nessun abbattimento di cinghiali in questo periodo, a Iseo», mette le mani avanti Maria Pia Viglione, funzionaria presso l’assessorato Caccia e pesca della Provincia. Che poi precisa: «Abbattimenti li consentiamo, ai sensi dell’articolo 41 della legge regonale, quando ci arrivano denunce di danni alle coltivazioni e i nostri sopralluoghi ne accertano la consistenza e la gravità».
Si tratta dei cosiddetti «abbattimenti in deroga». Il periodo di caccia al cinghiale, infatti, va dal 1° ottobre al 31 gennaio. Il numero dei capi da «prelevare» è stabilito dalla Provincia sulla base dei popolamenti stimati e suddiviso fra le squadre di cinghialai costituitesi nelle varie zone. Più c’è dis! ponibilità di cibo e più i porci selvatici si riprod! ucono. Non sempre però le singole squadre di cacciatori riescono a centrare gli «obiettivi» loro assegnati.
Ecco perchè la legge regionale prevede la possibilità – espletati tutti gli accertamenti del caso – di intervenire anche fuori stagione. Cosa che, previa l’autorizzazione della Provincia, è successa agli inizi di giugno a Monticelli Brusati per proteggere alcuni vigneti: essendo bassi gli impianti, pampini e grappoli, sia pure acerbi, sono un invito a nozze per i cinghiali.
A fine maggio, invece, la Provincia aveva dato il suo okay affinchè i fucili ributtassero i cinghiali fuori delle piantagioni di ciliegi che si trovano a Ronco di Gussago. «Quegli alberelli di ciliegio hanno la caratteristica di produrre frutti già a partire dalla base – racconta Giulio Belleri, capo di una squadra di cinghialai a Monticelli Brusati -. Una tentazione irresistibile per i cinghiali».
GIÀ, MA IL BRANCO sterminato e dis! perso a Iseo? Un’iniziativa, con ogni evidenza, presa in perfetta solitudine da qualche agricoltore esasperato. Una soluzione drastica, spiccia. Non fosse stato per quei cuccioli disorientati e spaventati, colti dall’obiettivo nell’affannosa ricerca di un riparo, non se ne sarebbe saputo nulla. Alcuni di loro, come detto, probabilmente non ancora svezzati.
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Fonte: Bresciaoggi, 17/07/2011

 

Ora i bracconieri di cinghiali sono sotto un fuoco incrociato
La mattanza fuorilegge unisce nella protesta il mondo venatorio e gli ambientalisti. Cacciatori indignati per l’accaduto scatta la denuncia degli animalisti

 

La «mattanza» fuorilegge di cinghiali femmina e delle loro prole compiuta sul Sebino ha avuto l’effetto di unire nell’indignazione il mondo animalista e quello venatorio. Così, mentre l’ufficio legale dell’associazione Aidaa e il comitato animalista lombardo preparano una denuncia contro ignoti, sulla vicenda si registra la dura presa di posizione dell’assessore provinciale alla Caccia e Pesca.
«Si è trattato di un deprecabile atto di bracconaggio» afferma Alessandro Sala facendo riferimento al raid più massiccio, ovvero quello consumato nei giorni scorsi ai danni di un branco di cinghiali sul monte di Iseo. Tredici o quattordici animali ammazzati a fucilate. Cuccioli compresi. Puniti perchè nottetempo avevano preso l’abitudine di grufolare nei vigneti e nei frutteti che confinano col bosco. Una battuta di caccia venuta alla luce perchè alcuni piccoli scampati alla strage sono stati poi notati- e fotografati- correre, con l’aria di chi si è smarrito, ai bordi della sterrata che dal Forèst sale alla chiesetta della Madonna del Corno, a Provaglio. Anche l’altro ieri un paio di cuccioli, con le classiche striature che presentano su schiena e fianchi i lattanti, sono stati avvistati in località Beccamora: palesemente debilitati, impacciati nei movimenti, solo a fatica han trovato la forza di tornare, più storditi che impauriti, nel folto della vegetazione.
MAI VISTI CINGHIALI durante il giorno a quote così basse. Men che meno piccoli allo sbando. Nessuna scrofa lascia la sua o l’altrui prole incustodita. «Fuori i nomi, chi sa degli autori della spedizione punitiva, ne faccia i nomi- taglia corto Sala-. Il bracconaggio è un reato. E come tale va trattato». Diverso invece il caso dei cosiddetti «prelievi» autorizzati dalla Provincia per limitare i danni che i cinghiali provocano all’agricoltura. «Gli abbattimenti fuori stagione li facciamo noi, con i nostri guardiacaccia, come prevede l’articolo 41 della legge regionale- precisa Sala -. Interveniamo quando i sindaci o i singoli privati ce lo chiedono, ma solo dopo che i nostri sopralluoghi abbiano accertato la consistenza e la gravità dei danni denunciati. Alcune volte, per le battute di caccia, sollecitiamo il supporto delle squadre di cinghialai che partecipano coi loro cani».
I cosiddetti abbattimenti in deroga. Il periodo di caccia al cinghiale, infatti, va dal primo ottobre al 31 gennaio. Nella zona pedecollinare che è un tutt’uno col monte di Iseo, abbattimenti in deroga sono stati compiuti a giugno a Monticelli per proteggere i vigneti in cui i cinghiali spogliavano le basse piantine di tutti i pampini e i grappoli, nonostante fossero acerbi. A maggio, invece, la Provincia aveva mandato i suoi guardiacaccia a sfrattare i cinghiali dai frutti a Ronco di Gussago. Lì hanno messo a dimora un tipo di ciliegia che ha la caratteristica di produrre frutti già a partire dalla base. Un richiamo irresistibile per i cinghiali.
G.Z.

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Fonte: Bresciaoggi, Domenica 05 Giugno 2011

E Provaglio «recupera» l’ex Zumbo 
La controversa riconversione dell’area ex Zumbo inserita nell’oasi delle torbiere compie un piccolo passo in avanti a Provaglio. La Giunta ha affidato all’Ufficio tecnico l’incarico di redigere il progetto di riqualificazione dell’immobile destinato a diventare un centro logistico a disposizione dell’ente di gestione della Riserva. Ma per ora il Comune prevede solo di demolire il fabbricato esistente e costruire un magazzino.
UN INTERVENTO decisamente ridimensionato rispetto alla richiesta del Consorzio che aveva chiesto al Comune la cessione in comodato d’uso gratuito della struttura per ricavarne il quartier generale delle torbiere. Sotto la spinta delle proteste degli ambientalisti che temevano una colata di cemento nella zona umida ma anche e soprattutto dei costi ritenuti attualmente insostenibili si è tornati al progetto originario. L’intervento sarà suddiviso in tre stralci. «In sostanza – precisa il sindaco Giuseppina Martinelli – al momento redigeremo soltanto progetto di demolizione e di costruzione del magazzino». Una soluzione minimalista che non mancherà comunque di riaccendere le polemiche.F. SCO.
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Fonte: Bresciaoggi, Domenica 05 Giugno 2011
ISEO. Tecnologia e ingegneria forestale sono i volani di un progetto da quasi centomila euro
torbiere senza barriere
il paradiso sarà per tutti

 

Fausto Scolari
Sentieri e aree di bird watching a misura di disabili I non vedenti potranno scoprire le bellezze dell’oasi

 

Un paradiso naturale senza barriere sensoriali. Anche disabili e non vedenti potranno presto ammirare le bellezze naturali delle torbiere.
Il piccolo grande «miracolo» sarà reso possibile dalla tecnologia abbinata all’ingegneria forestale, i due volani cioè del progetto da 97 mila euro promosso dal Consorzio di gestione della Riserva e interamente finanziato dalla Regione per valorizzare una delle zone umide di interesse europeo.
L’INTERVENTO È STATO presentato nei giorni scorsi dal presidente dell’ente di gestione della torbiere Gianni Lecchi e dagli architetti del Politecnico di Milano Marco Ceccherini e Elisabetta Bianchessi che ne cureranno la realizzazione assieme agli studenti del primo corso di architettura ambientale. Il progetto si impernia su un itinerario di mezzo chilometro riservato ai disabili e, in particolare, alle persone in carrozzina. Lungo questo sentiero affacciato sulle zone più suggestive dell’oasi che partirà dal centro di accoglienza verso la prima vasca d’acqua nel settore nord ovest, tutto sarà a misura e portata di portatori di handicap. Saranno infatte collocate le singole postazioni di osservazione con binocoli fissi ad altezza adeguata. Le piattaforme saranno coperte da canne palustri e da giunchi di paludi integrandosi nel contesto naturalistico dell’area. Ma non è tutto. Le garitte per il bird watching saranno incastonate in cornici di legno così da mimetizzarsi nel contesto naturalistico e facilitare l’avvistamento degli uccelli ospitati nella vegetazione lagunare. Per i non vedenti, invece, all’esterno del centro di accoglienza sarà creato un padiglione tattile, in costante dialogo con la natura circostante. I visitatori potranno sostare seduti sulle panche lignee all’ombra di alberi a mezzo fusto e utilizzare le mappe tattili, dislocate ad un’altezza ideale per non vedenti, ipovedenti e bambini. Mappe tattili che diventeranno gli strumenti privilegiati per descrivere la topografia della riserva, i suoi differenti rilievi, i caratteri fisici delle specie animali e vegetali che la abitano, soprattutto strumento indispensabile ai non vedenti, che attraverso il tatto conoscono il mondo naturale che li circonda.
Mappe che interagiranno anche con i bambini e gli ipovedenti attraverso i loro colori, le immagini a rilievo ingigantite di animali e vegetali, legati ai richiami delle singole specie di uccelli, attraverso una semplice pressione dei polpastrelli. I lavori inizieranno ad di ottobre.
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Fonte: Bresciaoggi, Martedì 31 Maggio 2011
ISEO. Per incentivare i consumi, i capi catturati saranno trasformati dagli chef in piatti creativi

 

Il pesce siluro finisce in cucina
per salvaguardare le Torbiere 

Giuseppe Zani
Allarme del Consorzio di gestione: «Questa specie rappresenta ormai l’80% dell’ittiofauna della riserva» Ma Slow Food ha un’idea gustosa

Un pesce siluro di piccola taglia: ma nelle Torbiere nuotano «giganti»
Come contrastare la diffusione del pesce siluro nel sebino? Come contenere lo sviluppo di questa specie importata in Torbiera, dove ormai costituisce l’80% dell’ittiofauna? La risposta è semplice e prosaica: mangiandolo. E’ questo lo spirito del progetto lanciato dalla condotta Slow Food Oglio-Franciacorta- lago d’Iseo che già ha avviato l’iter per istituire il presìdio della sardina essiccata del sebino. L’annuncio l’ha dato l’altro pomeriggio Patrizia Ucci, fiduciaria della condotta, intervenendo in castello Oldofredi al dibattito «Coltivare il lago» e organizzato nell’ambito del «Festival dei laghi italiani» dalla sua stessa associazione.
Che il pesce siluro la faccia ormai da padrone negli specchi d’acqua della zona umida, spingendosi addirittura a praticare il cannibalismo, l’ha testimoniato il presidente del Consorzio Torbiere, Gianni Lecchi. «Un vero flagello – ha raccontato Lecchi-. Ogni anno ne preleviamo, ingaggiando dei pescatori clusanesi di professione, dagli 800 ai mille esemplari. Senza contare i capi che catturano gli appassionati della pesca sportiva lanciando la lenza dalle 10 piazzole autorizzate a margine della strada che porta da Iseo al Ciochèt».
UNA SITUAZIONE che si ripercuote negativamente pure sull’avifauna. «Gli uccelli pescivori stanno scemando perchè non trovano più avannotti e pesci piccoli con cui sfamarsi- ha spiegato Lecchi-. Forse è il caso di reintrodurre la caccia al pesce siluro anche nelle zone di massima protezione, le A e le B, e, più in generale, di fare qualche passo indietro riaprendo la torbiera alla frequentazione dell’uomo anche a scopo di guadagno, cosa che farebbe risparmiare al Consorzio le spese per la pulizia di vasche e sentieri. Non dimentichiamo che, in passato, di pesca in torbiera vivevano almeno 5 famiglie».
Il consumo di pesce siluro, si sa, è diffuso soprattutto nel paesi dell’Est europeo. Di recente però ha preso piede pure all’Ovest, in Francia ad esempio. Opportunamente trattato, tale pesce può essere un piatto appetitoso. Gilberto Venturini, responsabile del progetto «Acque dolci» per Slow Food Lombardia, ha ricordato un menù a base di pesce siluro, in particolare un sushi, proposto con successo a Milano dal noto chef iseano Vittorio Fusari. E proprio Fusari, al termine dell’incontro all’Oldofredi, ha ammannito un «banchetto di idee» a sostegno del progetto di creare il presìdio Slow Food della sardina essiccata del lago d’Iseo. Fra varie golosità c’era, manco a dirlo, «siluro in carpione con piselli e salsa di peperoni».
Nell’edizione 2012 del Festival dei laghi, a parere del sindaco Riccardo Venchiarutti, potrebbe ben figurare una sezione «Slow fish» dedicata al pesce d’acqua dolce. Il lago, secondo Slow Food, si può coltivare come un orto, può essere un laboratorio da cui trarre quella materia prima che ora i ristoranti fanno arrivare dal Trasimeno, dal Bolsena, dalla Turchia, dall’Albania, dalla Danimarca. Nuovamente una fonte di reddito: addesso i pescatori di mestiere sull’Iseo sono 30; erano mille agli inizi del ‘900.

Natura/2 Laboratori «en plein air»

Fonte: Giornale di Brescia, 01/06/2011


Un laboratorio didattico «en plein air», vicino casa, così si propone la Riserva Naturale Torbiere del Sebino a tutte le scuole del territorio. La Riserva infatti offre diverse possibilità di visita ed attività didattiche rivolte alle scuole primarie con guide esperte e il supporto di un centro di accoglienza.
I punti di accesso alle Torbiere sono Iseo, dove ha sede il centro visitatori, Provaglio e Corte Franca.
I laboratori, gestiti da esperti della cooperativa Cauto, si possono svolgere sia all’aperto sia all’interno del centro e variano dalle materie scientifiche a quelle artistiche. Per esempio, tra le proposte vi sono i laboratori di base di Ecologia e di Zoologia, di Botanica e di Geologia, ma anche di Microscopia, sui pesci, l’acqua e la fauna delle Torbiere.
Quest’ultimo comprende l’osservazione degli uccelli (birdwatching) e degli insetti e l’ascolto dei canti degli uccelli; si svolge sia all’interno sia all’esterno e coniuga la visita attiva con un secondo momento di rielaborazione nel centro di accoglienza. Per quanto riguarda i laboratori artistici vengono proposti quelli di «Musica e silenzio», l’acquerello e i colori della natura, parole verdi (poesia e scrittura creativa), la fotografia naturalistica ed il teatro, sempre effettuabili in entrambi i luoghi, esterni ed interni.
Il programma tipo, proposto dal Consorzio di gestione alle scuole consiste in un’intera giornata da trascorrere a contatto con la natura.
Info: www.torbiere.it telefono 030. 9823141.
Veronica Massussi
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qui il calendario delle attività:http://www.comune.provagliodiseo.bs.it/media/File/COMUNE/Comunicazioni/2011/CALENDARIO%20ATTIVITA%20RISERVA.pdf

appuntamento

Fonte: Bresciaoggi 26/05/2011
PICCOLI FOTOGRAFI CRESCONO NELL’OASI DELLE TORBIERE

 

Un laboratorio per scoprire i segreti della fotografia naturalistica nella suggestiva cornice delle Torbiere. L’iniziativa, rivolta soprattutto ai giovani, è in programma domenica alle 14,30 al centro di accoglienza dell’oasi a Iseo. A gestire il corso gratuito sarà la cooperativa Cauto.

articolo

Fonte: Bresciaoggi, Giovedì 19 Maggio 2011

AMBIENTE. Torbiere

 

Oasi e tutele: Legambiente
chiede lumi alla Regione

 

La rete di associazioni impegnate nella valorizzazione delle Torbiere ha chiesto un’audizione urgente al Pirellone. L’obbiettivo è sgombrare il campo alle preoccupazioni legate al nuovo regolamento che – secondo l’interpretazione degli ambientalisti -, allenterebbe le maglie dei vincoli di tutela sull’oasi.
La richiesta di un faccia a faccia con la Commissione regionale Parchi è stata avanzata da Silvio Parzanini a nome di Legambiente, dell’associazione La Schiribilla di Iseo e della LILipu. I cambiamenti apportati recentemente al nuovo Piano della riserva delle torbiere comportano, a parere delle associazioni «una evidente diminuzione della tutela del sito rispetto allo strumento gestionale approvato dall’assemblea consortile», frutto – peraltro – di un iter collegiale che ha coinvolto anche il mondo ambientalista.
«Riteniamo – si legge nella richiesta firmata da Parzanini – che la rimozione e modifica di importanti divieti possa costituire un fattore di turbamento degli equilibri della riserva». L’obbiettivo degli ambientalisti è arrivare a emendare con norme più restrittive il regolamento attraverso l’organismo consultivo del Pirellone.
L’iter del documento infatti non è ancora concluso, in quanto la nuova proposta di Piano dovrà essere esaminata per la definitiva convalida dalla giunta regionale, previa deliberazione consiliare e parere, appunto, della Commissione.F. SCO.

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fonte: Bresciaoggi, Venerdì 06 Maggio

AMBIENTE/1. Associazioni ed enti locali in un teso confronto sul patrimonio naturalistico

 

torbiere del Sebino, ombre sul futuro della zona umida

 

L’allarme degli ambientalisti: «Minacciate la flora e la fauna» E per il piano di gestione torna a infiammarsi il dibattito

 

Le torbiere del Sebino: non privo di ostacoli il percorso di tutela

 

Una cosa accomuna le associazioni ambientaliste e il presidente del consorzio di tutela della zona umida: la consapevolezza che bisogna lavorare sodo, cercando soluzioni strutturali in modo che si inverta la tendenza che ormai vede la riserva quasi priva di uccelli, con il canneto che sta invadendo le zone d’acqua, con una qualità ambientale che mostra segni di sofferenza. Sul cosa fare in concreto rimangono divergenza. L’assemblea svoltasi nei giorni scorsi a Iseo ha visto un franco confronto.

 

DA UNA PARTE gli ambientalisti sono preoccupati per la tenuta ambientale del zona alla luce anche della delibera della giunta regionale 9/985 del 2010 relativa alla proposta di modificazione dei confini della riserva naturale, della sua classificazione e della modifica dei divieti adeguandola alla nuova classificazione

 

Dall’altra parte c’è chi, come il presidente del Consorzio, sostiene che questa delibera cambia poco o nulla in termini di tutela.

 

Dicono gli ambientalisti: «Non è certo restringendo i confini della riserva naturale orientata, limitandoli a quelli della zona A, la più pregiata, e consentendo nuove edificazioni nella zona B e C, che si possono trovare soluzioni ambientali alle torbiere. Molto meglio – secondo gli ambientalisti – sarebbe tornare al piano di gestione precedente e non approvare quello nuovo».

 

Diverso il parere del presidente del Consorzio di tutela Gianni Lecchi. «La Regione ha in mano il nuovo piano di gestione da oltre un anno e mezzo, ci ha posto la questione di alcune modifiche sui confini e sulla classificazione. Questioni che dopo la consultazione col nostro comitato tecnico scientifico, abbiamo valutato accettabili, in quanto sostanzialmente non cambiano molto rispetto al passato. Il tutto è stato fatto per accelerare i tempi di approvazione del piano di gestione. Altre variazioni non ne faremo, ora attendiamo che il piano di gestione giunga in porto altrimenti è meglio che ce lo rimandino indietro». Infine, lo stesso presidente conclude con un appello in sè del tutto condivisibile: «Tutti assieme dobbiamo lavorare per trovare risorse per attuare interventi significativi per tutela questa zona umida altrimenti c’è il rischio che fra 20 anni ritorni la palude che era nell’antichità».

articolo

Fonte: Giornale di Brescia, 14/04/2011
CORTE FRANCA
Volontari al lavoro
nella Riserva naturale

 

Una pulizia generale del percorso nord della Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino è stata effettuata dai tre gruppi di protezione civile dei comune di Iseo, Provaglio d’Iseo e Corte
Franca. I volontari hanno liberato la Riserva da immondizia varia tra cui un frigorifero ed una lavatrice. «Queste azioni di volontariato vanno sempre riconosciute e apprezzate» ha detto Gianni Lecchi, presidente del consorzio di gestione delle Torbiere.

articolo

Fonte: Giornale di Brescia, 20 marzo 2011

Iseo
Passerella pedonale per le Torbiere
ISEO Per un accesso agevole e protetto alla Riserva delle Torbiere dal territorio di Iseo, il Comune ed il Consorzio di gestione delle Torbiere del Sebino hanno presentato, ad uno dei numerosi bandi GalGölem, un progetto congiunto. L’ingresso dal comune di Iseo infatti risulta scomodo e difficilmente raggiungibile per via della tangenziale che circoscrive la Riserva. Il progetto in questione prevede un attraversamento pedonale che oltrepassa via Tangenziale e via Dosso Oriane e permette l’ingresso nella zona del centro di accoglienza visitatori.

 

Iseo infatti, diversamente da Corte Franca e Provaglio non ha parcheggi adiacenti né accessi diretti alla Riserva se non previo attraversamento della tangenziale che la circoscrive. L’importo del progetto, che comprende anche una porzione di terreno dove erano situati i fabbricati della Comergas da adibire a parcheggi per disabili, è di 312mila euro (i contributi sono a fondo perduto per il 90% della spesa ammissibile).
«L’idea di un attraversamento pedonale che collegasse Sassabanek ed i parcheggi adiacenti alle Torbiere risale a una decina di anni fa – afferma Ezio Pedrocchi, progettista del manufatto insieme al responsabile dell’Ufficio tecnico di Iseo Pietro Vavassori – ed era pensata proprio per dare un servizio in più ai visitatori della Riserva». La passerella infatti faceva parte di un più ampio progetto riguardante piste ciclabili e parcheggi realizzati nei dintorni del lido di Sassabanek e di via Colombera.

 

L’attraversamento attuale, progettato dall’Ufficio tecnico di Iseo congiungerà invece la zona dello stadio (nella parte finale di viale Europa) all’ingresso delle Torbiere presso il centro di accoglienza visitatori. La struttura sarà leggera, di legno e acciaio, non servirà come abbattimento delle barriere architettoniche perché sarà dotata di scale d’accesso da entrambi i lati ma priva di ascensore, sarà invece un attraversamento pedonale in una zona ad alto traffico viabilistico.
Infine nel nuovo Pgt è previsto un tratto di pista ciclabile di collegamento con le Torbiere. v. mass.

“Torbiere, prove per un futuro senza nuove costruzioni”. Commento

Fonte: Giornale di Brescia 15 marzo 2011

Torbiere, prove per un futuro
senza nuove costruzioni

Il presidente del Consorzio, Giovanni Lecchi, fuga i dubbi
sollevati da una delibera regionale: «Confini e divieti restano»

Per il presidente del Consorzio «nessuna deroga alla tutela della Riserva delle Torbiere del Sebino»
LAGO D'ISEO Nessuna possibilità di edificare all'interno della Riserva delle Torbiere, così come nessun divieto annullato né confini dimezzati: vengono così fugate le preoccupazioni esternate dal nutrito gruppo di associazioni ambientaliste (Schiribilla, Legambiente, Lipu, Enpa, Oipa e altri ancora) inerenti il futuro della Riserva naturale delle Torbiere del Sebino. Preoccupazioni legate alla delibera regionale dello scorso dicembre, documento incentrato sulla modifica dei confini della riserva e sulla sua classificazione.
In realtà, come spiega Giovanni Lecchi, presidente del Consorzio di gestione, «la delibera ha sì ridefinito i confini adeguandoli al Sic (Siti di importanza comunitaria, ndr) accorpando i divieti, ma non li ha eliminati. Nella zona A e B, quelle di maggior tutela- ribadisce Lecchi -, i divieti sono rimasti gli stessi; nella C, quella più esterna che comprende solo parti di terraferma, è stato tolto il divieto di navigazione». Ma non è tutto. «La zona A – specifica Lecchi – inoltre è stata ampliata, mentre la C ha ricompreso una parte dello storico campeggio di Sassabanek, che ora deve sottostare alle regole del Consorzio».
In tutta la Torbiera vige comunque il divieto di inizio di qualsiasi attività e di fabbricazione. A dire il vero, non è proprio così. Un fabbricato (l'unico autorizzato) sarà realizzato, su cubature già esistenti, in località Zumbo a Provaglio d'Iseo, già oggetto di variante dal 2007. Qui, entro il 2011, troverà spazio il magazzino del Consorzio, opera già inserita a Bilancio, il cui progetto è in fase di redazione da parte dell'ente. I magazzini della torba invece verranno semplicemente messi in sicurezza. In programma c'è anche lo spostamento della pista ciclabile, che oggi percorre, solo per un tratto, l'area protetta.
«Ciò che più ci preoccupa invece è l'avanzamento del canneto – sottolinea Lecchi – per il quale in qualche modo si deve intervenire perché non cambi l'aspetto della Riserva e, contestualmente, l'habitat dell'avifauna. È stato proposto al comitato tecnico-scientifico di bruciarlo o, in alternativa, di sfalciarlo. Per quest'attività abbiamo presentato un progetto alla Fondazione Telecom e siamo in attesa del bando del Life Europeo per poter partecipare a questa fonte di finanziamento».
«Siamo in attesa – aggiunge ancora Giovanni Lecchi – anche del Pgt di Iseo, visto che è l'unico Comune che ancora si deve pronunciare in modo ufficiale sul rispetto delle aree sensibili».
Provaglio infatti ha posto come limite alla costruzione di grossi insediamenti una fascia di un chilometro dalla Riserva, mentre Corte Franca ha già sottoposto al Consorzio la possibilità di nuove cubature vicino al Centro Commerciale, proposte rigettate dallo stesso ente.
Parlando, infine, delle scadenze a breve termine per la Riserva delle Torbiere, in aprile si procederà alla pulizia del percorso nord con l'ausilio di volontari del gruppo antincendio di Provaglio, Iseo e Corte Franca.
Veronica Massussi
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PER ORA…CARTA CANTA

 

Ci pare che le dichiarazioni riportate nell'articolo non chiariscano le varie questioni che abbiamo sollevato, tra cui:
1 il fatto che il confine della vera e propria riserva orientata viene ridotto alla sola zona A
2 il fatto che nella delibera regionale vengono variati/eliminati dei divieti

 

Ad oggi le nostre considerazioni sono confermate dagli atti ufficiali finora pubblicati (v. nuove tavole 7, 7a e 7b sul sito del Consorzio), fra cui il nuovo documento di sintesi aggiornato (pubblicato sul sito della Regione il 3 marzo): si tratta del documento per l'esclusione del Piano di gestione dalla VAS, il quale recepisce le modifiche proposte dalla delibera regionale in merito alla riclassificazione della riserva e ai divieti modificati/aboliti.
Mentre sia nel Piano di gestione ancora vigente (del 1997) che in quello approvato nell'aprile 2009 si pone su tutta la riserva il divieto di realizzare nuovi edifici, ora invece per le zone B e C esso si trasforma nel divieto di realizzare nuovi edifici ad eccezione di quanto diversamente previsto dal Piano di Gestione e direttamente eseguito dall'Ente gestore ovvero dallo stesso espressamente autorizzato
Inoltre in zona C risultano almeno una decina i divieti eliminati.
Chi vuole, colga la differenza!

 

Per quanto ci risulta dalla cartografia, l'ampliamento della zona A, di cui parla il presidente, è già per la maggior parte presente nella zonizzazione del 1995 (quindi 15 anni fa!), recepita dal Piano di gestione tuttora vigente (del 1997); lo stesso vale per la zona B che ha assorbito già allora gran parte delle fasce di rispetto (zona C).

 

Consideriamo anche che tutte le zone indistintamente fanno parte del sito Natura 2000 per il quale corre l'obbligo di predisporre adeguate misure di salvaguardia.

 

Prendiamo atto che il presidente Lecchi dichiara che l'unico fabbricato previsto è il magazzino consortile e che non si parla più della sede Amministrativa in area ex-Zumbo.

 

Per quanto riguarda i nuovi Piani del Territorio dei Comuni interessati dalla Riserva, secondo le dichiarazioni di alcuni Amministratori di Iseo (rilasciateci in alcuni specifici incontri con le associazioni) l'intenzione è quella di traslare al di fuori delle Torbiere i volumi degli edifici fatiscenti in Riserva (ex magazzini torba in zona B di Iseo); per quanto riguarda il PGT di Corte Franca esso è appena stato approvato, verificheremo le decisioni assunte per le Aree Sensibili non appena saranno disponibili gli atti ufficiali.

 

Poiché pare continuino a persistere equivoci interpretativi, anticipiamo l'intenzione di proporre all'Ente gestore la partecipazione ad un confronto/dibattito pubblico promosso da tutte le associazioni che si stanno mobilitando a tutela delle Torbiere.

articolo

fonte: Bresciaoggi Venerdì 11 Marzo 2011

 

NATURA. Sul tavolo un progetto di forte trasformazione dell’area
torbiere del Sebino: appelli ambientalisti

Le associazioni si rivolgono a Regione e ministero per dire no a qualsiasi riqualificazione* della riserva

 

Una veduta aerea delle Torbiere del Sebino
È una fase difficile per la tutela dell’ambiente in Lombardia e, a cascata, nel Bresciano. Nelle stanze della Regione circola infatti una proposta di legge che trasformerebbe fortemente – in senso negativo per gli ambientalisti – i contenuti e la filosofia della legge regionale 86 del 1983: quella che ha istituito Parchi e Riserve regionali. E nel frattempo, una «anticipazione» di quanto potrebbe avvenire la si è già avuta sul futuro delle torbiere del Sebino: una Riserva naturale orientata e un unicum avifaunistico e botanico di rilevanza europea.
Il riassunto delle ultime «puntate» a partire dal via (da parte del Consorzio pubblico che controlla l’area) del nuovo Piano di gestione, avvenuto nell’aprile del 2009, vede infatti una delibera consortile che, su sollecitazione della Regione, definisce alcune modifiche del perimetro della riserva e una riclassificazione della stessa (nell’agosto 2010), e a seguire (nel novembre dello scorso anno) l’avvio, sempre da parte del Consorzio, della procedura di esclusione della Vas (Valutazione ambientale strategica) proprio relativamente al nuovo Piano di gestione dell’area.

 

NON SOLO: PRIMA ANCORA della definizione del «caso» Vas, che non è ancora avvenuta, è apparsa sulla scena una delibera della giunta regionale (del 15 dicembre scorso) il cui effetto è sostanzialmente questo: quella che era ed è una Riserva orientata, caratterizzata da tre zone di tutela gradualmente meno intensa (dalla A, la più preziosa, alla fascia C di rispetto) si ridurrebbe alla sola zona A, e nella fasce B e C (in particolare in quest’ultima) si spalancherebbe la strada a una serie di attività antropiche e a edificazioni finora vietate. Tutto ciò per gli ambientalisti rappresenta un semplice «svuotamento» dell’area protetta; che risulta a loro dire evidente (per esempio e non solo) nella «riclassificazione della zona B a Riserva parziale idrogeologica, paesistica e botanica: una scelta che ignora del tutto i valori avifaunistici rilevati». Ma che diventa ancora più evidente quando la delibera regionale «rende possibile realizzare nuove costruzioni nelle zone B e C, purché previste dal Piano di gestione ed eseguite direttamente dall’ente gestore o su sua autorizzazione».

 

LE CONSIDERAZIONI SOPRA esposte sono de «La Schiribilla» e del Coordinamento delle associazioni ambientaliste e animaliste bresciane (Lipu, Enpa, Legambiente, Sva di Legambiente, Lac, Anpana, Laica, Lida, Lav, Oipa, Compagni di strada e Telefono difesa animali), e sono contenute in un pacchetto di osservazioni di modifica della già citata delibera della giunta del Pirellone inviate alla Regione, al ministero dell’Ambiente, alla Provincia, al Consorzio delle torbiere e a tutti gli enti locali che ne fanno parte. Nel documento si ricorda che il provvedimento regionale abolisce nella fascia di rispetto (C) divieti come il campeggio, la cattura di animali, la raccolta della flora spontanea e la formazione di depositi o addirittura discariche, e si chiede innanzitutto alla Regione di mantenere nei confini della Riserva orientata anche la fasce di minor tutela, di confermare sostanzialmente tutti i divieti definiti dal Piano di gestione del 2009 e, «in considerazione dello stravolgimento attuato dalla delibera regionale», di prevedere «una ancora più necessaria e indispensabile Valutazione ambientale strategica del Piano di gestione». P.BAL.
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*Probabilmente un refuso, per indicare invece “no a qualsiasi declassamento della riserva” .