Due articoli sul convegno tenutosi sabato scorso al Centro visitatori di Iseo.

Fonte: Bresciaoggi, domenica 04 dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 25

 

PROVAGLIO D´ISEO. Ieri il convegno, con la presenza di ittiologi, al Centro visitatori del Parco delle «lame»
Un progetto di autotutela
per la pesca nelle torbiere

Fausto Scolari
Si va verso una massiccia azione di salvaguardia di persico reale, luccio, anguilla ed arborella Una mano anche dai pescatori

 

Nelle torbiere si va verso una massiccia azione di tutela e valorizzazione del persico reale, del luccio, dell´anguilla e dell´ alborella, una volta esemplari di pesci massicciamente presenti nelle nostre «lame», ma ormai ridotti a pochi esemplari. Il Consorzio di tutela di questo lembo prezioso di terra lombarda non ha dubbi e, forte di un contributo regionale di 122 mila euro, marcia diritto verso un massiccio intervento, volto a favorire una naturale ripresa delle specie autoctone (dal greco autòs, che vuol dire se stesso, e chthòn suolo/terra, che indica l´appartenenza di qualcosa ad un luogo) al momento quasi soppiantate da quelle alloctone (dal greco «allos», che vuol dire altro, e «chthòn», per indicare la non appartenenza a quel luogo). E lo fa supportato, e questa è la notizia più eclatante, dall´ appoggio dei pescatori, pronti a dare una mano ed a fungere come «sentinella ambientale».
Del resto gli obiettivi sono comuni: il Consorzio deve far fronte ad una vera e propria invasione del pesce siluro, originario dell´Europa orientale, ormai presente in torbiera con una percentuale incredibilmente alta che raggiunge il 34%, quando la norma sarebbe del 3%; un predatore che divora di tutto e che lascia ai pescatori ben poche prede. Ed allora «unire le forze» sembra una necessità ma anche una scelta convinta.
IL CONVEGNO nel Centro visitatori ha fatto così il punto sulle specie ittiche delle torbiere, del popolamento e dei mutamenti nell´ultimo decennio. I numerosi i relatori: dal presidente del Consorzio Gianni Lecchi, a Cristian Salogni, dell´Istituto zooprofilattico di Brescia, dall´ittiologo Marco Mancini, curatore del progetto, all´ittiologo Stefano Marconi, fino a giungere a Marco Narducci, presidente dello Spinning club Italia, hanno concordato sulla necessità di far presto e di muoversi per avviare il progetto di tutela e valorizzazione della fauna ittica autoctona.
Il piano d´opera, finanziato con fondi europei dalla regione Lombardia, prevede numerosi interventi.
In primis bisogna dar corso (e questo si farà da gennaio 2012) a «letti di frega» artificiali, per favorire la riproduzione, sfruttando nel contempo le condizioni riparate come «nursery» per l´accrescimento e la successiva diffusione del novellame autoctono.
Inoltre saranno realizzate tre campagne d´ intervento, della durata di cinque giorni ciascuna, che andranno a prelevare le specie alloctone. Seguirà anche uno studio agronomico per dar corso ad un´analisi e censimento delle attività agricolo-zootecniche inserite nel bacino colante delle torbiere.

 

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Fonte: Giornale di Brescia 4 dic. 2011
Torbiere, una «nursery»
per salvare i pesci autoctoni

 

ISEO Alborelle, lucci, persici reali ed anguille: sono queste le specie autoctone pregiate presenti, prima degli anni ’90, in modo equilibrato nelle acque delle Torbiere del Sebino ma oggi, pressoché scomparse.
I predatori introdotti, dapprima il pesce gatto poi il carassio ed il siluro, hanno infatti reso «sterili» questi ambienti colonizzando in maniera assai imponente l’ecosistema.
Dal prossimo mese di gennaio, grazie al progetto proposto dal Consorzio di Gestione della Riserva e finanziato dal Fondo europeo per la pesca per 122mila euro, partiranno le attività individuate per la «Tutela e valorizzazione delle popolazioni di persico reale, luccio, anguilla ed alborella».
L’elevata qualità ambientale delle Lame e delle Lamette nella Riserva Naturale delle Torbiere permetteranno infatti di utilizzare questi luoghi come «Nursery» per i pesci, in vista del ripopolamento sia delle vasche delle Torbiere sia, di riflesso, dello stesso bacino lacustre.
Durante il convegno organizzato ieri dal Consorzio al centro di accoglienza visitatori gli ittiologi estensori del progetto hanno confermato come l’apertura dei canali delle Lamette, realizzati nel corso di questi ultimi anni, abbiano già portato risultati positivi per il ripopolamento dei pesci.
Marco Mancini ha infatti spiegato che le Lamette sono nicchie ambientali idonee per la riproduzione e fungono da incubatoio: «L’implementazione delle aree elettive per la tutela e la salvaguardia del novellame (pesce piccolo appena nato) tramite rifugi artificiali, così come il riequilibrio degli assetti ittici sono tra le attività principali del progetto che andremo ad effettuare, a cui farà seguito anche un’analisi e uno studio delle condizioni agricole e zootecniche presenti a latere delle Torbiere, dalle quali non si può prescindere».
In buona sostanza, a partire dal prossimo anno, insieme allo studio e al monitoraggio delle specie ittiche, sia nelle Lame sia nelle Lamette verranno posizionate 16 strutture a cupola fatte di ramaglie più o meno grosse e 65 fascine intrecciate per permettere soprattutto alla specie del persico reale di trovare un luogo idoneo al rifugio e alla deposizione delle uova.
Per favorire invece l’incubazione delle uova delle alborelle, specie la cui presenza è risultata talmente sottodimensionata che la pesca è stata chiusa per i prossimi tre anni, saranno messe in acqua cassette di ghiaia adeguate a questa finalità. Cinque saranno le aree di posa nella Lametta, due dedicate solo alle alborelle, due siti invece nelle Lame che, essendo a «circuito chiuso», presentano un differente ambiente acquatico.
I censimenti ittici si alterneranno alle tre campagne di contenimento delle specie alloctone (siluro in primis) in previsione, consistenti in cinque giornate ciascuna.
«Gli effetti attesi – ha continuato Mancini – sono l’identificazione dell’effetto nursery artificiale delle Lamette, il riequilibrio della fauna ittica in quest’ambiente e la realizzazione di nuove prassi di gestione per limitare l’impatto antropico». Ma per realizzare al meglio il progetto, è stato rimarcato, è necessaria la collaborazione di tutte le associazioni interessate.
«Rimane comunque estremamente difficile – ha sottolineato l’ittiopatologo Cristian Salogni – prevedere come sarà l’evoluzione delle specie ittiche nuove: queste, una volta ambientatesi, si adattano ed è quasi impossibile sradicare».
Veronica Massussi

appuntamento

Fonte: Bresciaoggi 30/11/2011
Pesce, risorsa da valorizzare per le Torbiere

Convegno dal titolo «Tutela e valorizzazione delle popolazioni di persico reale, luccio, anguilla ed alborella» sabato 3 dicembre nel Centro visitatori delle Torbiere a Iseo. Appuntamento a partire dalle 9,30. Numerosi i relatori che vanno dal presidente del Consorzio di gestione Gianni Lecchi che introdurrà i lavori, a Cristian Salogni dell´Istituto zooprofilattico di Brescia che svolgerà una relazione su «Panoramica del popolamento ittico e della sua evoluzione nell´ultimo decennio»; seguiranno gli interventi di Marco Mancin, Stefano Marconi, Marco Narducci. La manifestazione si concluderà con una tavola rotonda moderata da Cristian Salogni. F.SCO.

articolo

Fonte:  http://www.ilgiorno.it/brescia/cronaca/2011/11/17/620993-agenti_fingono.shtml#.Ts0YtxFRw1U.email         

 

Agenti si fingono coppietta, molestatore ‘pizzicato’

 

Sorpreso alle Torbiere, si esibiva davanti ai turisti

 

Il Giorno-Torbiere, 17 novembre 2011 – Hanno finto di essere una coppia in cerca di un luogo appartato dove scambiarsi tenerezze, ma in realtà erano due agenti della polizia locale, un uomo e una donna, che con la loro messa in scena sono riusciti a fermare un uomo che da qualche tempo si aggirava per la riserva naturale delle Torbiere del Sebino esibendosi in atti osceni, spesso in compagnia di altri.

 

È accaduto in questi giorni a Iseo, dopo che molte persone hanno segnalato al comando locale la presenza di alcuni uomini dediti ad “attività sconvenienti” all’interno del parco. Diversi visitatori, tra cui non mancano famiglie con bambini, hanno raccontato agli agenti coordinati dal comandante Giovanni Peroni di avere incontrato una o più persone con i pantaloni abbassati che han fatto di tutto per farsi notare.

«Abbiamo subito iniziato le indagini – spiegano dal comando –  Nella riserva naturale può accedere chiunque. In Torbiera non mancano nemmeno i gruppi in gita, tra cui le scuole. Non vogliamo che facciano brutti incontri». Per questo motivo dopo le prime segnalazioni sono iniziati i servizi di controllo dell’area. Sabato pomeriggio gli sforzi della locale hanno dato i loro frutti. Due agenti, difatti, hanno cominciato ad aggirarsi per i sentieri del parco fingendo di essere una romantica coppia. Attorno alle 17 gli agenti hanno messo in atto la seconda parte della messinscena e hanno fatto ingresso in un edificio abbandonato, dove è stata segnalata la presenza degli esibizionisti.
Qui hanno simulato alcuni atteggiamenti affettuosi. Nel giro di qualche minuto i poliziotti si sono resi conto di essere osservati da due maschi. Uno di loro proprio nel momento in cui è stato notato stava per calarsi i calzoni. È bastato questo per fare scattare un inseguimento tra i canneti. Uno dei due è fuggito, mentre l’altro è stato preso nel giro di pochi metri.

 

Si tratta di un sessantenne residente in un paese vicino a Iseo, che ha confessato di «provare piacere mostrandosi e guardando le altre persone». È stato denunciato per atti osceni in luogo pubblico e a giorni sarà affidato ai servizi sociali. Non si tratta della prima volta che nel parco naturale delle Torbiere accadono episodi simili:«Per questo motivo i controlli non smetteranno e saranno a sorpresa».

 

Milla Prandelli

 

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articoli

Fonte: Giornale di Brescia 20/10/2011

APPELLO
Tutela delle Torbiere, «servono norme più restrittive»
ISEO «La Regione Lombardia con la recente delibera sui parchi ha ridotto le norme a tutela della Riserva Torbiere del Sebino». Lo dice l’associazione La Schiribilla, preoccupata per la possibilità di nuove edificazioni. In zona B (riserva parziale con valenza idrogeologica, paesistica e botanica) e in zona C (di rispetto) si consentono nuove possibilità edificatorie e nella zona C vengono meno i divieti di campeggio, di danneggiare la flora spontanea, gli animali selvatici, di distruggere i nidi, il loro ambiente, di introdurre specie animali o vegetali estranee, di costituire discariche o depositi di rifiuti, di svolgere attività pubblicitaria, organizzare manifestazioni folcloristiche e ogni altra attività che comporti alterazioni permanenti alla qualità dell’ambiente.
«Anche la parte della Riserva antistante la rotonda del Ciochet è stata declassata dopo la battaglia degli anni ’90». Le associazioni sperano che il Piano della Riserva intervenga con norme più restrittive.
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Commento: l’area della Riserva in zona Ciochèt è stata declassata senza che siano state addotte motivazioni di carattere scientifico/naturalistico: ricordiamo che, quando la Provincia ha realizzato la rotatoria, nella valutazione d’incidenza la zona è stata descritta come interessata da prati umidi con vegetazione igrofila di pregio (habitat 7230 Torbiere basse alcaline), fra cui il magnocaricion (Corine 53.2) caratterizzato da vegetazioni erbacee torbigene improntate da carici di grande taglia, Carex elata in particolare, accompagnate da un complesso di altre specie, per lo più graminoidi; si presenta nella tipica fisionomia a grandi cespi compatti; questo ambiente era in passato abbastanza comune e rappresentava la condizione normale per le rive dei laghi ma è andato via via rarefacendosi a causa di bonifiche mediante dreno (più spesso colmate con riporti), sfalcio, dissodamento e messa in coltura.
Anche nel recente aggiornamento (2008) del Formulario standard Natura 2000, tra le situazioni di rischio per il sito (4.3. VULNERABILITÁ), è evidenziato l’impatto delle attività agricole praticate sui terreni circostanti gli habitat poiché determinano un eccesso di nutrienti a carico delle acque che percolano nelle vasche della torbiera. La medesima situazione è rimarcata da anni: perché non viene presa in considerazione e anzi si va nel senso opposto?
Ricordiamo che il formulario standard è il modulo compilato dagli stati membri dell’Unione Europea per ogni sito di importanza comunitario o Zona di Protezione Speciale. In tale modulo sono indicate le caratteristiche biotiche in termini di specie e habitat che giustificano l’inserimento del sito nella Rete Natura 2000.
Qui il formulario 2008 pubblicato nel corso del 2011:www.laschiribilla.it/DOCS/doc.2011/2008%20IT2070020%20.pdf

 

 

 

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Fonte: Giornale di Brescia 20/10/2011
Lamette, bonifiche nel quarto canale
ISEOPer completare il lavoro svolto sulle Lamette negli anni scorsi (parte a lago della Riserva Naturale delle Torbiere) il Consorzio di gestione ha in programma di pulire e riaprire l’ultimo dei quattro canali. A collaborare a questa iniziativa si troverà questa volta anche il Consorzio di gestione dei laghi, interpellato dall’ente della Riserva.
«L’interesse che l’ambiente, il lago, l’ecosistema siano tutelati anche con opere di pulizia e riqualificazione è comune – conferma Giuseppe Faccanoni, presidente dell’ente demaniale – così che quando ci sarà da intervenire, saremo disponibili». Un miglioramento dell’ecosistema lacustre in genere è un risultato apprezzato già con la prima fase di questi lavori. Le operazioni di dragaggio e sfalcio dei canneti nei tre canali già ripuliti infatti hanno dato una vera e propria boccata d’ossigeno a questo territorio palustre tant’è che poi sono state avviate sperimentazioni di ripopolamento ittico.
L’apporto dell’associazione Ysei Sub aveva permesso di posizionare sui fondali delle Lamette graticci e fascine di legna per la deposizione delle uova dei pesci autoctoni. Questa particolare prassi è stata riproposta, nel basso lago, da Clusane a Sarnico, anche dal Consorzio di gestione dei laghi, che ha un progetto ancora in corso sulla riqualificazione dei fondali.
Per quanto riguarda le Lamette il prossimo progetto è rivolto alla parte dell’area situata verso Clusane d’Iseo, dove si trova il quarto canale. «Come abbiamo proceduto per le prime fasi, stenderemo dapprima il progetto per poi cercare finanziamenti – spiega il presidente del Consorzio della Riserva, Gianni Lecchi -; questa volta però abbiamo l’appoggio del Consorzio di gestione dei laghi che grazie ai mezzi che possiede ci darà una mano a realizzare i lavori».
Le opere consisteranno sia nello sfalcio di canneti e nel dragaggio del fondale ma anche nel favorire una miglior segnalazione dei confini della Riserva tramite il posizionamento di nuove boe e pali nelle acque lacustri.
Solo questi galleggianti infatti determinano per ora il limite tra spazio navigabile ed area protetta.

 

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articolo

Fonte: Bresciaoggi, venerdì 21 ottobre 2011

NATURA IN BILICO. Il Coordinamento delle associazioni ambientaliste
torbiere, nuovo allarme:
«La riserva perde i pezzi»
Sotto accusa un declassamento che apre la strada all´agricoltura

Italia Nostra fa appello all´agricoltura di qualità per fermare il cemento in Franciacorta; ma la stessa pratica agricola (in questo caso addirittura biologica) ha finito per dare una nuova e neanche troppo indiretta spallata alla tutela di un pezzo molto prezioso di questo territorio: la sempre più maltrattata Riserva naturale delle torbiere del Sebino.
La comunicazione e le critiche arrivano dal Coordinamento delle associazioni ambientaliste e animaliste bresciane (dieci realtà, dall´Enpa a La Schiribilla) sotto il titolo «Accontentato il privato, bocciato il Comitato». Il privato in questione ha visto di fatto accolte le proprie osservazioni da parte della Regione, che con una delibera approvata dal Consiglio, lo ricordiamo, ha da qualche tempo ridefinito i nuovi confini e riclassificato gli spazi interni alla riserva. Così, i titolari di un terreno antistante la rotonda del Ciochèt prima inserito in zona «B», e già «fermati» nel 2009 da un ricorso delle associazioni dopo aver spianato un´ampia area protetta per destinarla all´agricoltura biologica, ora potranno riprendere il progetto grazie a un declassamento del medesimo settore del parco, appena inserito in fascia «C».
E il Comitato? È quello tecnico scientifico del Consorzio di gestione delle torbiere: ha il compito di aggiornare periodicamente situazione e conoscenze sull´area, e aveva raccomandato di mantenere il pezzo di area tutelata in questione nella zona B per conservarne le particolari caratteristiche botaniche. Inutilmente.
«Già nel Piano di gestione del 1997 quest´area era stata riconosciuta di valenza naturalistica e protetta nella zona B – commentano le associazioni del Coordinamento -. Poi è stata utilizzata in parte nel 2005 per costruire la rotonda del Ciochèt, e ora il consiglio regionale, all´unanimità, ne sacrifica un´ampia fetta per opere di interesse privato». Un caso non isolato inserito in un quadro generale che gli ambientalisti ritengono preoccupante: «Col provvedimento di ridefinizione degli spazi della riserva sono state semplicemente allargate le maglie delle precedenti prescrizioni – affermano i gruppi del Coordinamento -. Infatti, sia nella fascia B, sia nell´area di rispetto C si consentono nuove possibilità edificatorie e vengono meno divieti importanti; come il no alla raccolta della flora spontanea o alla formazione di depositi di rifiuti.
Oppure come l´obbligo di mantenere lontane manifestazioni pubbliche».
Oltre al danno, per di più, c´è stata anche la beffa: «Il provvedimento regionale è contradditorio, perchè contemporaneamente riconosce il valore naturalistico di questo territorio, ma ne sancisce nello stesso contesto il trasferimento in una classe di tutela inferiore».
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articoli e comunicazione

Le associazioni ambientaliste avevano da tempo chiesto audizione 

(www.laschiribilla.it/DOCS/doc.2011/audizionecommissioneregionale.pdf)
presso la commissione consiliare di competenza…audizione negata, visto che le cose sono andate avanti e le ass. non sono state interpellate.
Se è stata recepita tal quale la delibera di Giunta regionale che modificava classificazione e divieti, la salvaguardia viene diminuita.
Vedremo, non appena pubblicata la delibera consiliare, se si va davvero verso una maggior tutela. 

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Fonte: Bresciaoggi, 28 Settembre 2011

 

AMBIENTE. Iseo, Provaglio e Corte Franca

 

Maggiori tutele per le Torbiere del Sebino
Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità i nuovi confini 

La riserva naturale «Torbiere del Sebino», un’ estensione territoriale di 360 ettari che coinvolge i Comuni di Iseo, Provaglio d’Iseo e Corte Franca, sarà ancora più tutelata. Lo ha stabilito ieri il Consiglio regionale, approvando all’unanimità la modifica dei confini della riserva e adeguando la sua classificazione. Come spiega il relatore del provvedimento Mauro Parolini, consigliere bresciano, l’area, composta da canneti e specchi d’acqua circondati da campi coltivati e con alcune abitazioni, è stata dichiarata Zona di protezione speciale dall’Unione Europea e Sito di importanza comunitaria, e su tutto il territorio della riserva vige il vincolo nazionale «Bellezze naturali». Le modifiche introdotte sono dettate dalla necessità di uniformare il perimetro della riserva a quello dei siti di Rete Natura 2000 e garantire una protezione maggiore degli habitat e dell’ecosistema dell’area. Inoltre viene ora regolamentata l’accessibilità e la fruibilità della riserva introducendo maggiori tutele. «Entro fine anno – promette Parolini – la Giunta regionale approverà il piano di gestione della riserva».
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Fonte: Giornale di Brescia, 28 settembre 2011
Provaglio d’Iseo
Un magazzino per la Riserva delle Torbiere
PROVAGLIO D’ISEOLa Riserva naturale Torbiere del Sebino inizierà ad occuparsi della «pesca mirata» al pesce siluro e nello stesso tempo del ripopolamento ittico di pesci autoctoni grazie ad un progetto e al relativo finanziamento regionale di 122mila euro, curato e redatto da una ditta specializzata di Milano.
Oltre alla parte naturalistica il bando prevede anche una sezione dedicata alla riqualificazione delle infrastrutture, azione che permette al Consorzio di gestione di realizzare il famoso magazzino a disposizione della Riserva. Il tutto, pesca e ripopolamento da una parte e costruzione dell’edificio dall’altra, dovrà essere fatto entro il 31 dicembre 2012. «Questi contributi ci permettono finalmente di costruire nell’area ex Zumbo a Provaglio d’Iseo, ciò che sarà deputato a magazzino per il rimessaggio della barca, delle attrezzature e delle reti, utilizzate dal comitato tecnico scientifico del Consorzio – spiega Gianni Lecchi, presidente dell’ente gestore -. L’abbattimento dell’immobile, ora presente e degradato, sarà a carico del Comune di Provaglio d’Iseo che ha deliberato e messo a bilancio 12mila euro mentre la nuova costruzione verrà realizzata dal Consorzio».
Per quanto riguarda la sede dell’ente, che in origine doveva trovare spazio nella stessa area, verrà rimandata a tempi migliori; sarà preparata la piattaforma per un futuro progetto ma intanto la sede continuerà a rimanere all’interno di Palazzo Francesconi. Partiranno invece tra il mese di ottobre e novembre i lavori per realizzare il percorso pedonale per disabili all’interno della Riserva, anche questo possibile grazie ad un finanziamento regionale di 97mila euro. Il percorso di circa 600 metri partirà dal centro d’accoglienza visitatori di Iseo in direzione della torretta, avrà un’apposita pavimentazione, sarà corredato di pannelli scritti in braille per non vedenti e di altra cartografia sempre in rilievo. Le opere saranno curate dalla Gardenlake, ditta che ha partecipato, insieme ad altre quattro, alla gara d’appalto. Per quanto riguarda invece il Consorzio, l’ente gestore, subirà delle modifiche in seguito alla nuova legge regionale sui parchi e riserve. Il Consorzio diventerà ente di diritto pubblico, entro il 4 dicembre verrà cambiato lo statuto e per la fine del mese di gennaio ci sarà il rinnovo delle cariche; l’assemblea cambierà nome con comitato della riserva.

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Fonte: Giornale di Brescia, 25 settembre 2011

Franciacorta, un regolamento per i fitofarmaci

 

CORTE FRANCA L’input di creare un regolamento sull’uso dei fitofarmaci in viticoltura è giunto dal Comune di Corte Franca, sensibile alla tematica salute-ambiente; dal mese di giugno scorso, dodici sindaci della Franciacorta, insieme al Consorzio di tutela e valorizzazione del Franciacorta hanno deciso di costituire un tavolo di lavoro per la stesura del regolamento, la cui bozza sarà presentata dallo stesso Consorzio per la fine di ottobre. «L’obiettivo condiviso dai Comuni e dal Consorzio per formulazione di un regolamento- spiega Piera Pizzocaro, assessore di Cortefranca – è quello di anticipare le direttive europee che fissano al 2014 l’utilizzo della lotta integrata e al 2016 la revisione di tutti i macchinari obsoleti». Più di un terzo del territorio della Franciacorta* è infatti destinato alla viticoltura (400 ettari su 1.400 comprese Torbiere e fasce boscate) per cui il tema preme davvero a molti.
Corte Franca ha voluto convocare le associazioni ambientaliste del territorio e le liste politiche presenti alle ultime elezioni amministrative: Terra! (che al primo punto del suo programma elettorale aveva appunto la stesura di un regolamento sui fitofarmaci), Lega Nord, Cortefranca per la libertà, Associazione Monte Alto, La Schiribilla, Legambiente, per una condivisione dell’argomento. Prendendo spunto dal regolamento della zona Conegliano-Valdobbiadene, il documento che il Consorzio si impegna a presentare dovrà essere vagliato da Asl e Arpa.
Tra i temi toccati durante i primi incontri tra i portatori di interesse c’è stato quello del controllo del rispetto della futura normativa che potrà essere effettuato, dopo un’adeguata formazione del personale, dalla Polizia locale in collaborazione con quella provinciale. Ma, per il momento, si tratta solo di ipotesi: la parola al tavolo di lavoro.
Veronica Massussi—————*il dato riguarda Corte Franca, non la Franciacorta

 

Note aggiuntive a cura di mbs:

 

– L’incontro si è svolto il 21 settembre scorso, nella sala consiliare del Comune di Corte Franca, numerose le presenze; molto sentito il tema dei possibili impatti sull’ambiente dovuto all’impiego e all’accumulo dei fitofarmaci utilizzati soprattutto nell’agricoltura intensiva (prevalentemente viticoltura) in Franciacorta.

 

– Sebbene le superfici a vigneto siano sempre più estese, dopo decenni di trattamenti – sostiene Legambiente – non si hanno a disposizione dati in merito agli effetti su suolo e acque, nonostante vengano impiegate sostanze ancora pericolose. Si spianano dossi, si disbosca per far posto alle vigne, la biodiversità sta scomparendo.

 

– Il percolare dei vari trattamenti fitosanitari è un rischio anche per la Riserva delle Torbiere, come risulta da vari rapporti scientifici e dalla necessità di uno studio agronomico (previsto dal Piano di gestione sin dall’1988).

 

– In merito alla stesura di un regolamento sovra comunale, da più parti si è sottolineata l’esigenza che l’iniziativa sia condotta principalmente dalle amministrazioni comunali (in primis deputate alla difesa della salute della popolazione) in collaborazione non solo col Consorzio, ma anche con le altre realtà agricole non consociate ed enti quali ASL, ARPA ecc…

 

– A Corte Franca negli ultimi tre decenni le aree destinate a vigneto si sono quintuplicate fino a raggiungere l’estensione di 401 ettari (dato del 2006, VAS del PGT).

 

In molti casi i terreni vitati sono situati a ridosso di nuclei abitati e di strade frequentate, da qui la richiesta al Sindaco da parte di alcuni gruppi locali di adottare (in attesa del “regolamento franciacortino”) con una ordinanza misure minime di tutela dei cittadini (es. le condizioni meteorologiche devono essere tali da garantire la permanenza del fitofarmaco nelle sole aree da trattare, orari in cui effettuare i trattamenti con gli atomizzatori, le distanze da mantenere dall’abitato, le aree di rispetto ecc…).

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Fonte: Bresciaoggi, Sabato 20 Agosto 2011

PROVAGLIO. Estate nera per la flora: i pioppi si ammalano e la vegetazione soffoca le paludi

 

Bagni abusivi e vandalismo «torbiere terra di nessuno» 
Fausto Scolari
La Schiribilla lancia l’allarme: «Roghi dolosi, furti e maleducati serve un giro di vite nella vigilanza per liberare l’oasi dall’assedio»

Le torbiere sono sotto assedio. Una delle zone umide più suggestive dell’Europa sta diventando una terra di nessuno.
Se in prospettiva a preoccupare sono soprattutto le nuove normative regionali sui parchi che potrebbero fare da prologo a colate di cemento nell’area protetta è anche il presente monopolizzato da un’inciviltà diffusa a mettere a repentaglio la sopravvivenza della Riserva. Emblematica la moda che si è diffusa quest’estate: ignorando i divieti, sempre più visitatori si tuffano nelle acque delle torbiere. La punta di un’iceberg di forme di bivacco che non rispettano l’ambiente nè il decalogo di comportamento fissato dal Consorzio di gestione della riserva. A lanciare l’allarme è l’associazione «La Schiribilla».
«Purtroppo ci risiamo – osserva sconsolato Angelo Danesi -: anche quest’anno sempre più persone scambiano la zona umida come un lido balneare. Continuiamo ad assistere a persone che fanno il bagno incuranti delle norme che regolano la fruzione dello spazio». Secondo Danesi è insomma rimasto irrisolto l’annoso nodo dei controlli.
«SIAMO CONSAPEVOLI che vigilare su una riserva naturale di simile estensione senza penalizzare la fruizione dell’oasi non sia una cosa facile – afferma il presidente dell’associazione -, ma è anche vero che di fronte all’escalation di episodi parenti stretti del vandalismo non si può sottovalutare il problema sorveglianza». A questo proposito Danesi fa riferimento all’incendio divampato nei pressi del Funtanì. «Non è chiaro che se le fiamme siano state appiccate volontariamente o si sia trattato di qualche visitatore imprudente che ha gettato un mozzicone di sigaretta ancora acceso o peggio ancora ha cercato di accendere un falò – afferma Danesi -. Dolo o colpa l’episodio è significativo».
MA LE CRITICITÀ NON SONO ancora finite. «Purtroppo – prosegue il portavoce della Schiribilla – c’è da registrare che alcuni pioppi sono attaccati da un parassita simile a quello che sta rovinando i castagni». Come se non bastasse in Riserva è presente pure il fenomeno dei furti di rame: le staccionate a protezione dei percorsi sono rimaste prive dei collarini.
«E non si tratta della prima razzia – ricorda Angelo Danesi -. Alcuni anni fa i ladri rubarono le lastre di rame che coprivano il tetto in lamiera di una postazione lungo il percorso naturalistico».
Il presidente della Schiribilla sottolinea anche il drastico calo delle presenze di alcune specie di avifauna migratoria e nidificante in zona.
«Inoltre – conclude Angelo Danesi – nella riserva prolifera velocissimamente la vegetazione palustre che invade gli specchi d’acqua. Fra questi, quelli meno profondi tra poco rimarranno all’asciutto. Insomma servono urgentemente dei correttivi». A partire dalla sorveglianza.

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Fonte: Giornale di Brescia 14 agosto 2011

Starne in Franciacorta, via al ripopolamento
FRANCIACORTA La starna, uccello un tempo autoctono della Franciacorta e ora quasi estinto, sarà reintrodotta grazie ad un progetto dell’Ambito Territoriale Caccia, con risorse della Provincia di Brescia. L’area individuata per il ripopolamento (a divieto di caccia) ha una superficie di oltre 400 ettari, e si estende tra Castegnato, Ospitaletto, Paderno e Passirano.
Il territorio, denominato «Zona Rossa n. 14 Franciacorta», è variegato sia dal punto di vista ambientale, sia per le coltivazioni presenti. In sostanza, la zona si estende dalle cave ed ex discariche tombate a nord dell’autostrada A4, fino ai campi cerealicoli a nord di Paderno e Passirano. Le prime covate – in attesa di essere liberate – stanno crescendo in appositi recinti a Boscosella, l’ex discarica di Castegnato, ora parco didattico, affidato a Legambiente Franciacorta.
Il progetto – studiato da Elena Bonavetti, tecnico faunistico dell’Atc – prevede un accordo retribuito con alcuni agricoltori che garantiranno coltivazioni idonee alla sopravvivenza delle starne. Il progetto di ripopolamento è stato studiato attentamente: si sono fatte riunioni coi tecnici, i rappresentanti dei cacciatori e la vigilanza, oltre ad un’assemblea dei cacciatori dei quattro comuni interessati. Nel corso degli incontri si è verificata la condivisione del progetto ed è stato nominato un gruppo di lavoro, composto dai rappresentanti delle associazioni venatorie e coordinato da Silvio Parzanini di Legambiente. Con le guardie volontarie si è definito un protocollo d’intesa che prevede la vigilanza della zona. Entro l’estate le prime starne saranno liberate, e già dall’anno prossimo si dovrebbe assistere alla loro riproduzione spontanea. Se avrà successo, l’esperimento franciacortino sarà ripetuto in altre zone.
«L’obiettivo del progetto starne – spiega il presidente dell’Atc, Giuseppe Lussignoli – è ricostituire una presenza di fauna selvatica vera, destinata anche ad un parziale prelievo venatorio, che è un’alternativa di qualità rispetto alla pratica del solo pronto-caccia». dam
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Fonte: Bresciaoggi, 14 Agosto 2011
LA POLEMICA SULLA CACCIA. Dura presa di posizione ambientalista
«Le deroghe? Violazioni per interessi elettorali»

La nuova legge regionale sulla caccia in deroga? «Una metodica violazione delle leggi solo per servire gli interessi elettorali». La definizione è del Coordinamento delle associazioni ambientaliste e animaliste di Brescia dopo l’approvazione al Pirellone della norma che garantirà lo sparo anche a peppole, fringuelli, storni, pispole e frosoni.
«Il centrodestra temeva forse una “fuga” verso il fronte leghista, mentre una parte del centrosinistra, coi bresciani in testa, ha manifestato ancora una volta una evidente miopia politica, ritenendo di poter rappresentare un bacino elettorale sempre più risicato e insignificante rispetto alla maggioranza dei cittadini – scrivono in una nota le associazioni -. Così, alla faccia dei propositi annunciati tempo fa dal presidente Formigoni, la Regione è riuscita nell’ennesima impresa a spese della natura. La vergogna, poi, è raddoppiata; perché il consiglio regionale ha subito iniziato a occuparsi anche dell’altro orrore etico e giuridico: la gestione degli impianti di cattura autorizzati per la distribuzione dei presicci da usare come richiami vivi ai capanni. Quei roccoli che finiscono ogni anno in primo piano per i sequestri da parte delle polizie ambientali».
Il coordinamento, poi, punta il dito contro i politici (lo schieramento è ampio: dal Pdl al Pd) che «anziché farsi garanti del rispetto delle norme, varano sistematicamente provvedimenti apertamente illegali». E l’illegalità, secondo gli ambientalisti, starebbe nel fatto che «per autorizzare l’abbattimento di mezzo milione di uccelli sono passati sopra le procedure di infrazione dell’Unione e condanne della Corte di giustizia europea» e «hanno ignorato innumerevoli sentenze sfavorevoli del Tar e calpestato pure sentenze negative della Consulta sia rispetto alle deroghe, sia relativamente ai roccoli». Un comportamento che – conclude la nota – porterà ad un epilogo già scritto: «In una congiuntura economica negativa, l’Italia si troverà anche quest’anno ad essere sanzionata nuovamente dall’Ue e il costo della caccia in deroga sarà a carico di tutto il popolo italiano».

articolo

Fonte: BRESCIAOGGI, Venerdì 29 Luglio 2011

 

LA NUOVA LEGGE. Il consiglio regionale interviene sull’assetto delle aree protette lombarde
Parchi, ora si cambierà così

 

Molte modifiche durante la discussione in aula. No alla norma sulle procedure per la variazione dei confini

 

Cambia la governance dei parchi in Lombardia. Il Consiglio regionale ha approvato (44 sì, 5 no e 20 astenuti) la legge che modifica l’assetto gestionale delle aree protette: dagli attuali consorzi di gestione, che da dicembre saranno soppressi per effetto di una norma nazionale, si passerà a enti di diritto pubblico, composti da una Comunità del Parco (fino a oggi è stata l’assemblea) e da un comitato di gestione (l’ex Cda), formato da un presidente e 4 membri, uno dei quali designato dalla Giunta regionale.
Il provvedimento, già naufragato in Consiglio un mese fa e osteggiato da opposizioni e comitati ambientalisti, è stato modificato durante la discussione in aula e alcuni suoi aspetti più contestati sono stati in parte rivisti, tanto che Pd e Udc hanno scelto un voto di astensione, mentre Italia dei Valori e Sel hanno confermato la bocciatura del testo. In particolare, è stata soppressa la norma che semplificava e abbreviava le procedure di modifica dei confini, si è specificato che il rappresentante designato dalla Regione all’interno del Comitato di gestione dovrà essere scelto «tra amministratori, esperti o personalità di rilievo del territorio del parco».
Per quanto riguarda la realizzazione, nei confini dei parchi, di opere pubbliche in deroga previste dalla legislazione nazionale e di reti e infrastrutture previste dalla programmazione regionale, è stato chiarito che questa sarà possibile solo previa acquisizione del parere favorevole vincolante e obbligatorio dell’ente Parco. Il provvedimento istituisce anche un apposito albo regionale per i direttori dei parchi, così come fa nascere la Consulta regionale delle aree protette e ilTavolo delle aree regionali protette, strumento di confronto con le associazio! ni agricole, ambientaliste e venatorie sulle politiche di sett! ore.
«Abbiamo scongiurato il rischio che dal primo gennaio 2012 i parchi e le riserve rimanessero privi di governo – dichiara il consigliere regionale Mauro Parolini (Pdl) -. Sono previste inoltre forme di coinvolgimento delle associazioniambientalistiche, venatorie, piscatorie e degli agricoltori. Ho personalmente chiesto che anche le due riserve bresciane che interessano i due comuni e cioè quelle delle Torbiere del Lago d’Iseo e dei graffiti di Ceto, Cimbergo e Paspardo si trasformino in enti pubblici. Ora è necessario che si provveda rapidamente all’esame complessivo della legge sui parchi ormai datata, affiancando la tutela alla fruizione regolata. Le aree protette devono sempre di più diventare una risorsa».
Per l’Italia dei Valori, «si parla tanto di federalismo – ha osservato il bresciano Francesco Patitucci – , ma poi si accentrano i poteri nelle mani della Regione». «Pur apprezzando la disponibilità della maggior! anza e dell’assessore a migliorare il testo – ha confermato Gianmarco Quadrini (Udc) – siamo costretti ad astenerci perchè restano ancora alcune ombre soprattutto sul tema della governance».
Soddisfazione per le modifiche apportate al progetto invece da Legambiente: «Lo stralcio degli articoli sulla modifica dei confini e l’introduzione del parere vincolante del parco sulle deroghe corrisponde esattamente alle nostre richieste. Dobbiamo dare atto all’assessore di avere dimostrato un atteggiamento sensibile e costruttivo».