Salute e saluti a tutti. Sono un’alzavola, un’anatra migratrice di superficie. Il mio mondo sono le zone umide, come le Torbiere del Sebino, dove mi muovo nell’acqua con agilità e velocità, procurandomi il cibo senza immergermi completamente. Gradisco i semi, ma anche larve d’insetti acquatici. Sono un tipo allegro in compagnia dei miei simili, ma divento timida e silenziosa alla presenza dell’uomo, che cerco di schivare nascondendomi tra i canneti che circondano gli specchi d’acqua. Vi piace il mio piumaggio? È molto variegato e scintillante! Quasi un arcobaleno! Che dite? Sono un maschio o una femmina?
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Magazzino in torbiera: nulla più…osta
Ottenuti i vari nullaosta, il Consiglio di Gestione della Riserva (delibera n.33 del 28 maggio 2012) ha approvato il progetto definitivo/esecutivo di costruzione del magazzino, da edificare in torbiera (località Funtanì), sull’area che il Comune di Provaglio di Iseo ha concesso all’Ente gestore in diritto di superficie. Il gestore provvederà a propria cura e spese alla costruzione e manutenzione del deposito della superficie coperta di mq 84.60, necessario alle proprie attività, provvedendo anche alla demolizione della struttura esistente per la quale il Comune concederà un contributo di € 12.000 a copertura delle spese di demolizione.
Si tratta di un’azione che costituisce la prima fase di un progetto più ampio di
ristrutturazione dei volumi esistenti (area ex Zumbo), che prevede in futuro la costruzione della sede amministrativa dell’ente di gestione.
Il costo complessivo dell’intervento è pari a € 80.000, ma esso è compreso nell’azione 6 del progetto “Tutela e valorizzazione delle popolazioni di persico reale, luccio, anguilla ed arborella” (C.D.G. N. 34 DEL 28-05-2012) finanziato dalla Regione Lombardia per il quale è stato concesso un contributo di € 122.170.
Lamette: prati da sfalcio e coltivi
In attesa di conoscere il parere dell’Ente gestore della Riserva sulla questione del prato da sfalcio convertito in campo di mais con pacciamatura di plastica, in Lametta un altro terreno, censito nelle tavole tematiche come prato da sfalcio, è stato arato (v. sotto come si presenta l’identico luogo in maggio e in giugno)
Uno strano fenomeno in Torbiera
Gran parte degli specchi d’acqua delle Lame è coperta da una sorta di mucillagine (o microalghe?). Da circa due mesi il fenomeno è in aumento.
Qualcuno sa di che cosa si tratta e a cosa può essere dovuto?
Qui alcune foto scattate in marzo ed aprile
info@laschiribilla.it
habitat o non habitat?
Aspettando “lumi chiarificatori” dall’Ente gestore della Riserva sulla questione distruzione di habitat/lavori agricoli in Lametta… ecco la “risposta provvisoria” (18 aprile 2012) del Presidente Lecchi a Legambiente Franciacorta…
Intanto, là dove c’era una volta un prato da sfalcio (www.laschiribilla.it/immagini/2012/zebre/molino%20arrehenatheretalia.jpg), spuntano dalla pacciamatura con teli plastici le novelle piantine…
Intervista all’associazione La Schiribilla
Si può vedere su www.terraintavola.it, nella sezione “programmi”, lo speciale Torbiere del Sebino dopo l’incendio: si parla dell’evento distruttivo, ma anche delle peculiarità della riserva e di alcuni problemi di attualità…
Qui invece la recente foto di Angelo Danesi con ampia visuale dell’area colpita
Torbiere, cresce l´allarme «plastificazione»
Fonte: Bresciaoggi, lunedì 16 aprile 2012
Il Coordinamento delle associazioni ambientaliste e animaliste chiede all´Ente gestore più attenzione per l´area protetta
La Giunta regionale dovrebbe deliberare a breve il nuovo «Piano di gestione» L´area delle Torbiere coperta da teli di plastica
«Un´audizione fuori tempo massimo? Speriamo di no»: è quanto si augura il Coordinamento delle Associazioni ambientaliste e animaliste di Brescia di fronte al problema delle Torbiere del Sebino.
Mercoledì 11 aprile, a distanza di un anno dalla richiesta, i portavoce delle associazioni interessate alla tutela delle Torbiere hanno infatti espresso le loro preoccupazioni alla Commissione regionale Agricoltura, Parchi e Risorse idriche, in vista del via libera al nuovo Piano di gestione della Riserva Naturale, il cui iter di approvazione è stato tormentato e non privo di rilevanti incongruenze.
IL FORTE TIMORE è che i numerosi fattori di pressione e abusi in atto da molto tempo sul sito (urbanizzazione nelle zone limitrofe, inquinanti nei corpi idrici, pesca di frodo e bracconaggio soprattutto in località Lametta, prelievi d´acqua dalle vasche, gare di pesca sportiva, bonifiche e colmate, solo per citarne alcuni) possano aggravarsi, qualora nel nuovo strumento gestionale non siano introdotte misure più restrittive, rispetto a quelle deliberate in sede di Consiglio regionale.
Il Coordinamento è seriamente preoccupato, in particolare, che sia snaturato il ruolo della zona C di rispetto, che pure è parte integrante dell´ecosistema protetto Sito Natura 2000, tanto più che, proprio in questo periodo, si assiste nelle Lamette alla distruzione di alcuni ambienti naturali a ridosso dell´area più pregiata, con la messa a coltura di terreni caratterizzati da habitat di interesse comunitario.
L´AREA INTERESSATA è attualmente coperta da teli di plastica: si tratta di vari ettari di terra letteralmente «plastificata» e a tale proposito varie associazioni stanno sollecitando l´Ente gestore perché intervenga a tutelare la biodiversità.
Come già richiesto nel tempo in varie sedi, i rappresentanti del Coordinamento – che raggruppa l´Enpa, Legambiente, il Servizio di Vigilanza Ambientale, la Lac, la Lipu, l´Oipa, l´Anpana, la Lav e l´Associazione Compagni di Strada -, anche in occasione dell´audizione, hanno rilevato l´importanza che all´area protetta sia garantito un apparato normativo chiaro e rigoroso, che disciplini tutte le attività antropiche presenti nel sito.
Un problema reso ancora più «caldo» e pressante dopo l´incendio che all´inizio di aprile ha devastato e distrutto ben sei ettari della Riserva delle Torbiere.
L´ULTIMA PAROLA ora spetta alla Giunta regionale che, a breve, delibererà definitivamente sul Piano.
L’incendio del 2 aprile nella riserva delle Torbiere.
Il fuoco probabilmente è partito dalla zona nei pressi del ristorante Funtanì a Provaglio e si è propagato verso nord in direzione di Iseo. L'intervento di numerose squadre antincendio (compreso elicottero) ha contenuto e fermato le fiamme prima che arrivassero al bosco recentemente piantumato, vicino al centro visite. Qualcuno ha anche sostenuto che bruciare il canneto che si sviluppa rapidamente fa bene…
Certamente tutta la vegetazione annuale palustre dovrebbe essere in grado di rigenerarsi in tempi rapidi, ma qualche nido, tutti gli insetti e microorganismi che fanno parte della catena alimentare impiegheranno tantissimo a ripopolare l'area. Alcuni uccelletti, come la cannaiola che "attaccano" il nido alle canne secche, per quest'anno nella zona bruciata non ci saranno.
Siamo nel periodo in cui tante specie di uccelli migratori stanno facendo ritorno in queste aree per nidificare. L'avifauna, pur non colpita direttamente dall'incendio, spaventata, potrebbe aver abbandonato i nidi sugli alberi.
Speriamo si possano al più presto accertare le cause dell'incendio e si alzi il livello di guardia per evitare che queste situazioni si ripetano, perché in poche ore si perde un lavoro di cura e naturalizzazione di anni.
Purtroppo la stagione di forte siccità crea condizioni favorevoli agli incendi che comunque sono quasi sempre di origine dolosa. Quest'anno, infatti, in Lombardia sono caduti 2 miliardi di metri cubi di acqua in meno tra piogge e nevicate, mancano 300 milioni di mc di acqua nei grandi laghi e invasi prealpini, c'è 1 miliardo di metri cubi in meno nelle nevi montane, con una situazione particolarmente critica nei bacini orobici e nella montagna bresciana.
Se però dovesse emergere che l'incendio è stato causato dalla mano dell'uomo, gli eco criminali avrebbero fatto male i propri calcoli perché la legge parla chiaro: i terreni distrutti da incendi dolosi non potranno diventare aree edificabili
Qui alcune foto di Angelo, scattate durante e dopo l'incendio e una mappa con indicata la zona interessata:
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P.S. La video intervista alla nostra associazione:https://vimeo.com/86159010
articoli: Censimento Iwc: diminuiti gli «acquatici svernanti»
Fonte: Edizione: Giornale di Brescia 5 aprile 2012
Sul Sebino volatili in calo ma è ritornata la gru
Censimento Iwc: diminuiti gli «acquatici svernanti»
ma si segnala anche il ritorno di alcuni esemplari
LAGO D’ISEO Appostamenti e nascondigli, zone d’osservazione, vista acuta e binocoli, ma anche metodo ed esperienza. Armati di doti, pazienza e di tanta passione, anche quest’inverno i volontari dell’Iwc (International waterbird census) hanno battuto palmo a palmo il lago d’Iseo e la riserva delle Torbiere, sfidando il gelo di dicembre e gennaio, per realizzare il censimento annuale degli «uccelli acquatici svernanti», quelli che scelgono la nostra terra per superare i rigori dell’inverno.
Coordinati dal provagliese (di Provezze) Marco Guerrini, gli «osservatori» hanno scoperto che tra il 2011 e il 2012 il numero delle specie ornitologiche presenti nell’area sebina ha subito un calo rispetto alla scorsa stagione: 21 contro 26. Rispetto al 2011, sono mancati all’appello nove tipi di uccelli pescatori, ma se ne sono anche visti quattro che l’anno scorso non c’erano. Tra gli assenti la strolaga mezzana, una tuffatrice abitante in Russia e Alaska; le anatre germanate, dirette discendenti del germano reale; la canapiglia, anatra di superficie che pesca immergendo solo la testa; il moriglione, anatide che predilige i grandi spazi aperti; la moretta, pescatrice con il ciuffo che riesce a scendere sott’acqua fino a 9 metri; il fistione turco, uccello acquatico originario della Turchia; il quattrocchi, anatra di colore bianco e nero; il martin pescatore, piccolo volatile con piumaggio sgargiante e becco affilatissimo; e il merlo acquaiolo, cacciatore dal petto bianco, goloso di insetti e pesciolini, che in Europa scende raramente in pianura e può vivere fino a 2000 metri di quota.
In compenso però, pur rimanendo in deficit per quanto riguarda la varietà, sugli specchi d’acqua del Sebino sono apparse quattro specie che l’inverno passato non si erano viste: pavoncella, smergo minore, airone bianco e gru, tutti presenti con un solo esemplare. Per la gru in particolare, avvistata più volte in tutta la sua imponenza nei mesi scorsi a Pisogne, si tratta di una presenza davvero eccezionale.
Per quest’anno i protagonisti della ricerca avifaunistica sono stati dodici, nove uomini e tre donne: oltre all’immancabile Guerrini c’erano Emanuele Forlani, Marco Fredi, Daniele Vezzoli, Paolo Trotti, Dario Quaranta, Stella Magrone, Francesca Giliani, Marta Musatti, Giorgio Garzetti, Luca Ilahiane e Andrea Zampatti. Giova ricordare che per l’Italia l’attività di censimento viene organizzata dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), mentre a livello regionale le operazioni sono in capo all’Università degli studi di Pavia.
Per quanto riguarda i numeri, gli avvistamenti complessivi sono cresciuti rispetto all’anno passato. A trascinare il rialzo la colonia di svassi maggiori, passata da 600 a 1300 esemplari (di cui 1100 nella parte nord del lago), i gabbiani comuni, passati da 1000 a 1300, e i germani reali, incrementati da 550 a 600 esemplari. Aumenti anche per gli aironi cenerini (+17), i porciglioni (+12), i gabbiani reali (+23) e le gallinelle d’acqua (+6). In calo i cigni reali (da 130 a 80), le folaghe (da 1260 a 1180) e i tuffetti (da 88 a 44).
L’esperto «Senza canneti l’area diventerà meno ospitale»
LAGO D’ISEO Considerazioni e valutazioni dei dati, tra cali di presenze, incrementi e anomalie, le ha fornite Marco Guerrini, esperto di lavoro sul territorio e, contestualmente, responsabile numero uno del censimento Iwc.
Guerrini è un attento osservatore delle dinamiche che si sono verificate nell’ultimo decennio. Cosa emerge? Una riduzione generalizzata delle presenze più importanti, in qualche caso anche drastica. Ad esempio: il cigno reale è arrivato a 238 esemplari nel 2004 e oggi se ne contano 79; il moriglione e la moretta, che quest’inverno non sono stati avvistati, nel 2004 erano colonie che contavano rispettivamente 370 e 55 unità; allo stesso modo, lo svasso piccolo è sceso da quota 58 – raggiunta nel 2008 – ai soli 15 esemplari del 2012.
Che conclusioni si possono trarre da questi riscontri?
«Fondamentalmente il problema della presenza di questi uccelli pescatori è legata alla naturalità delle aree vicine all’acqua – riferisce Guerrini – e pare destinata a decrescere progressivamente in rapporto all’aumento delle urbanizzazioni che interesseranno la sponda del lago. È inutile nascondersi: estirpando i canneti, il Sebino è destinato a divenire una zona poco accogliente per questi uccelli, che trovano sempre meno cibo».
La razza che non subisce perdite è quella dei gabbiani. «L’osservazione è giusta ma questo dato ha una valenza relativa – precisa l’esperto -. Questo uccello infatti di giorno si reca in massa a mangiare nelle discariche e di sera torna a dormire sul lago. Con queste abitudini, gli individui non sono monitorabili come altre specie e il loro numero non è particolarmente significativo».
Tornando alle assenze, quest’inverno ha fatto molto freddo e le Torbiere sono rimaste ghiacciate per molti giorni. «Per le anatre pescatrici – conclude Guerrini – non potersi tuffare è un vero problema, che le spinge a dirigersi sul lago, e proprio nella zona confinante con la Riserva ci sono i capanni di caccia».
Come trasformare un habitat comunitario in coltura…
Forse quello che “si coltiva” è prima di tutto l’dea che in riserva, nonostante le norme, i vincoli, si può fare ciò che si vuole oppure qualcuno pensa che plasticare un’area protetta sia un’opera d’arte moderna?
Sappiamo che a proposito delle “zebre in riserva” (v. post precedente) un attivista dell’associazione ha chiesto lumi all’Ente gestore. Speriamo in una risposta tempestiva.
Intanto noi rileviamo che là dove c’era un prato da sfalcio ora c’è ben altro.
Guarda qui:
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L’area è (era?) interessata da habitat molino arrehenatheretalia:www.laschiribilla.it/immagini/2012/zebre/molino%20arrehenatheretalia.jpg