COMUNICATO: LAMETTE, CAPANNI DA CACCIA, MANTENERE LE DISTANZE DI LEGGE!

Lamette, capanni da caccia: mantenere le distanze di legge!

Ritorniamo sulla questione dei capanni da caccia che da quest’anno si dispongono, come

Marzaiole in volo

di consueto, nell’unica zona del Basso Sebino dove si può esercitare la caccia agli acquatici, prevalentemente anatidi che si trovano in quegli specchi d’acqua perché c’è la riserva. Gli appostamenti sono in larga parte collocati proprio di fronte all’area protetta, che, al contrario, ha come scopo la salvaguardia di una zona adatta alla sosta e nidificazione dell’avifauna.

 Come già riferito, fra i pareri preventivamente chiesti dal Consorzio Laghi, che ha rilasciato l’autorizzazione al posizionamento in acque demaniali, figura anche quello favorevole dell’Ente gestore della Riserva, fatto che ha generato sconcerto, tanto più che non vi è traccia della raccomandazione, indicata nel nuovo Piano di gestione, di sospendere l’attività venatoria in occasione delle gelate invernali.

 L’Ente della riserva motiva il proprio assenso, in quanto, dalla planimetria depositata, i capanni da caccia risultano essere oltre il perimetro della Riserva Naturale (indicato nella mappa dalle “boe delimitazione canneto”).

Esaminando la mappa, salta all’occhio che certamente gli appostamenti venatori sono oltre il perimetro della riserva, ma a una distanza inferiore ai 400 metri dal confine dell’area protetta, contrariamente a quanto prevede la Legge Regionale 16 agosto 1993, n. 26 l’art. 25 comma 7: non è consentito impiantare appostamenti fissi di caccia a distanza inferiore a quattrocento metri dai confini delle oasi di protezione, delle zone di ripopolamento e cattura, nonché dei parchi nazionali e riserve naturaliQuella che dovrebbe essere “la distanza di sicurezza” è infatti stata calcolata dalle postazioni dei capanni fin dentro il confine dell’area protetta, andando ben oltre il limite della stessa.

Abbiamo anche il dubbio che il confine della riserva tracciato sulla planimetria non corrisponda alla nuova perimetrazione del sito, che è stata modificata per collimare con quella del SIC/ZPS (IT2070020).

Per quali ragioni è potuto accadere tutto ciò? Interessante sarebbe anche sapere cosa ne pensano i cittadini di tutte queste “anomalie”.

L’associazione fa appello agli Enti competenti e, in primis, all’Ente gestore responsabile della tutela della riserva, affinché sia assicurato il pieno rispetto delle disposizioni di legge. 

Qui il comunicato da diffonderecomunicato capanni 27 ott.2012

 

COMUNICATO. LAMETTE, CAPANNI DA CACCIA: L’ENTE GESTORE HA DETTO SÌ

5 ottobre 2012

Lamette, capanni da caccia: l’Ente gestore ha detto sì                                         Come di consueto, nei giorni scorsi sono stati ancorati nella fascia del lago d’Iseo di fronte alle Lamette gli appostamenti fissi da caccia agli acquatici: per ora risulterebbero ancora sei, nonostante purtroppo ne siano stati autorizzati altri (in totale una decina) dal Consorzio per la Gestione Associata dei laghi d’Iseo, Endine e Moro, come reso noto in un recente articolo di stampa (v. Articolo e commento: “Davanti alle Torbiere una «linea Maginot» di capanni da caccia”). Per questo tipo di caccia, la stagione venatoria si apre da oggi 7 ottobre e si conclude il 31 gennaio 2013.

Da molti anni abbiamo rilevato come tali postazioni potrebbero arrecare grave danno all’avifauna che popola la riserva, sia nella fase delle migrazioni che nel periodo delle gelate invernali, quando gli uccelli si concentrano in quei bassi fondali alla ricerca di cibo per sopravvivere.

La questione è ben presente anche allo stesso Ente gestore della riserva, il quale, infatti, nelle varie fasi dell’iter del nuovo Piano di gestione, nell’aprile del 2009 aveva approvato una disposizione all’interno dell’art. 3.4.2 (Strategie, azioni e indicatori dello stato di conservazione delle specie faunistiche di cui all’allegato I della Direttiva Uccelli 79/409/CEE): per la tutela dell’avifauna è prevista la sospensione dell’attività venatoria nel tratto prospiciente la lametta in occasione delle gelate invernali.

Dopo il vaglio della Regione, il Piano definitamente deliberato nel giugno di quest’anno continua a segnalare il problema, pur limitandosi a un’indicazione generale di sospendere l’attività venatoria nel tratto prospiciente la lametta in occasione delle gelate invernali.

Abbiamo voluto ricostruire queste tappe dopo aver reperito qualche giorno fa la determinazione del Consorzio per la Gestione Associata dei laghi, nella quale abbiamo letto con sconcerto che l’Ente gestore della riserva delle Torbiere ha espresso parere favorevole ad un ulteriore dispiegamento dei capanni.

estratto da: determinazione del Consorzio laghi- del 04.09.2012

Non conosciamo i motivi di quest’assenso, immaginiamo che sia stato valutato che non vi è nessuna incidenza sul Sito Natura 2000!

Ma allora perché nel nuovo Piano di gestione il problema è stato invece sollevato? A noi “sembra” una contraddizione…

 

Qui il testo integrale della determinazione: Concessione deman Consorzio gest laghi- iseo

Comunicato: Piano agricolo della Riserva, il nostro punto di vista

Riserva delle Torbiere del Sebino: airone cinerino

Come altri soggetti interessati, anche la Schiribilla, in collaborazione col Circolo Legambiente Franciacorta, ha accolto l’invito del presidente Lecchi a presentare osservazioni alla bozza del Piano di settore agricolo della Riserva (PSA), in vista dell’approvazione definitiva.

La necessità di uno studio agronomico è stata sentita sin dal primo Piano di gestione del 1988; anche i vari aggiornamenti della banca dati del sito Natura 2000 Torbiere del Sebino da anni confermano che esistono situazioni di rischio circa le attività agricole praticate sui terreni circostanti gli habitat che determinano un eccesso di nutrienti a carico delle acque che percolano nelle vasche della torbiera.

Nelle note inviate all’Ente gestore abbiamo dapprima rilevato alcune situazioni contrastanti fra la mappa sull’uso del suolo del piano agricolo (frutto di una recente indagine sul campo) e le tavole cartografiche del nuovo Piano di gestione: a titolo di  esempio, nel PSA alcuni terreni risultano identificati come seminativo o vigneto, altri come giardino/parco di ampia estensione, mentre nel Piano di gestione tali zone sono riconosciute diversamente, per lo più come prati da sfalcio.

Ritenendo che il Piano agronomico non possa porsi in contrapposizione con quanto accolto dall’aggiornamento del Piano gestionale, abbiamo quindi chiesto che sia verificato se vi siano state variazioni colturali non consentite, al fine di evitare in futuro fraintendimenti e contenziosi. Ci risulta inoltre che anche due specchi d’acqua non siano stati cartografati.

Abbiamo condiviso:                                                                                                                      l’importanza della conservazione dei prati permanenti, al fine di salvaguardare la ricca biodiversità floristica e faunistica che essi ospitano.                                                       i limiti posti all’utilizzo dei concimi e l’introduzione, a tutela degli specchi d’acqua, di una fascia di rispetto nella quale è vietato l’uso di diserbanti e pesticidi.

Concordiamo in linea generale con le prescrizioni proposte, mentre riteniamo incompatibile con le finalità del sito la pacciamatura con teli di plastica anche se biodegradabile, perché anche tali coperture sono riflettenti, possono surriscaldarsi e rappresentano un ostacolo alla presenza e allo spostamento della fauna, oltre a essere di notevole impatto dal punto di vista paesaggistico.

Per quanto riguarda l’utilizzo dei prodotti fitosanitari, il Piano agronomico intende accogliere il “Regolamento sull’uso sostenibile e sicuro degli agrofarmaci nei comuni della Franciacorta DOCG”, estendendolo a tutte le coltivazioni. Abbiamo però fatto presente che tale regolamento è ancora in itinere e nemmeno in bozza è mai stato a oggi presentato pubblicamente: occorrerà pertanto valutarne la compatibilità con le particolari finalità naturalistiche e biologiche del sito. Da quel che si sa a oggi, risulta infatti che è consentito l’uso di prodotti tossici e molto tossici e di diserbanti.                                              Occorrerà anche considerare se con tale regolamento sia, ad esempio, tutelata la salute dei visitatori della riserva, dato che il percorso a loro riservato si snoda anche tra le coltivazioni.

Abbiamo anche proposto che sia valutata, in accordo con i proprietari del vivaio, la possibilità di un arretramento della coltivazione florovivaistica dalle zone più vulnerabili della riserva, con compensazione in altre parti della proprietà più distanti dalle aree di pregio naturalistico.

Per i dettagli, qui le note inoltrate all’Ente gestore: 12.09.2012 osservaz. PSA

Articolo e commento: “Davanti alle Torbiere una «linea Maginot» di capanni da caccia”

Fonte. Bresciaoggi, mercoledì 29 agosto 2012

ISEO. Nel mirino la selvaggina di passo

Davanti alle Torbiere una «linea Maginot» di capanni da caccia

Le postazioni aumentano da 6 a 10 Resteranno da settembre a febbraio

 Si allunga la «linea Maginot» che, disposta sul fronte-lago delle lamette, cercherà di intercettare gli uccelli acquatici in arrivo da nord e diretti alla riserva delle Torbiere per una sosta ristoratrice. Crescono infatti da 6 a 10 i capanni da caccia che saranno posizionati nella foppa di Clusane, l´ansa lacustre tra Sassabanek e le. I capanni resteranno dal 17 settembre dal 20 febbraio. Le relative concessioni demaniali sono state rilasciate dal Consorzio dei laghi d´Iseo, d´Endine e Moro.

Chiusa la stagione venatoria, però, i capanni da caccia dovranno essere rimossi e allontanati persino dalla riva. Il loro stazionamento nella foppa di Clusane anche d´estate, in effetti, aveva contribuito- causa le granaglie sparse per alimentare le anatre da richiamo – a peggiorare la situazione igienica di quel tratto di lago. Troppi i volatili selvatici attirati dai capanni, avevano rilevato gli agenti della Polizia locale e provinciale. E troppe le deiezioni di uccelli in acqua rilevate dall´Asl. G.Z.

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Vista dalla parte dell’avifauna, la linea di difesa/protezione “Maginot” è la fascia tra i confini in acqua della riserva (dovrebbero essere segnalati da boe gialle, ma gli uccelli sapranno distinguere?) e i 400 metri di distanza imposti, da tale perimetro, ai capanni da caccia dalla normativa vigente.

Ricordiamo che quella antistante alle Lamette è l’unica zona del basso lago dove si può esercitare la caccia, ma è anche proprio quella che, essendo caratterizzata da bassi fondali, è adatta alla pastura per la maggior parte degli anatidi e dei rallidi delle Torbiere.

Soprattutto quando gli specchi d’acqua interni alla riserva gelano, agli uccelli non resta che uscire dal territorio “protetto”, concentrandosi verso il lago dove non c’è ghiaccio, cadendo in sostanza sotto il tiro dei cacciatori. Il problema è stato considerato anche dal nuovo Piano di gestione, che però si limita a un’indicazione generale di sospendere l’attività venatoria nel tratto prospiciente la lametta in occasione delle gelate invernali. 

Testimoni oculari hanno anche segnalato negli scorsi anni la presenza di bracconieri proprio in quella zona della riserva: con imbarcazioni e sventolando bandiere fanno alzare in volo gli uccelli acquatici, spingendoli oltre i confini dell’oasi.

La riserva delle torbiere del Sebino è una ZPS, cioè una Zona di Protezione Speciale, un sito dedicato alla conservazione dell’avifauna come previsto dall’articolo 4 della Direttiva Uccelli.  Consentire un aumento degli appostamenti di caccia è un CONTROSENSO!

 

Osservazioni al PGT di Corte Franca

Osservazioni al PGT di Corte Franca

Stamane, venerdì 10 dicembre 2010, sono state inoltrate all'ufficio protocollo del Comune di Corte Franca le osservazioni al PGT adottato, presentate dall' associazione La Schiribilla e da  Legambiente Franciacorta.

Sono state espresse considerazioni generali sul consumo di suolo e sulle previsioni di trasformazione del territorio, ma anche osservazioni specifiche su alcuni ambiti che si ritiene vadano ad intaccare anche aree di valenza naturalistica e di elevato valore percettivo.
Le osservazioni n.5 e n.6 riguardano in particolare fattori di rischio per la Riserva naturale delle Torbiere.

Qui il testo integrale delle osservazioni: www.laschiribilla.it/DOCS/doc.2010/-osservaz.%20PGT%20Corte%20Franca.pdf