Torbiere: la pesca di frodo è sempre attiva

Il mese scorso le GEV (Guardie Ecologiche Volontarie) hanno recuperato due imbarcazioni usate dai pescatori di frodo, purtroppo sempre molto attivi in riserva. Il danno non riguarda solo l’ittiofauna tutelata, ma anche altre peculiarità dell’area protetta: sono abbandonati rifiuti, lenze, ami. Il muoversi tra la vegetazione, per cercare appostamenti “nascosti”, è deleterio per le specie vegetali tipiche della torbiera (carici, giunchi, ecc.), che non sopportano il ripetuto calpestio.

GEV nella fase di recupero di una imbarcazione “abusiva”

Torbiere: ruberie e interventi di manutenzione

Una bacheca divelta

Non hanno sosta gli atti vandalici e i furti a danno delle attrezzature e degli arredi della Riserva delle Torbiere.

Oltre alle bacheche e alla segnaletica spesso sotto tiro, nei giorni scorsi ignoti hanno forzato uno dei distributori ticket posti agli ingressi dell’area protetta, sottraendo il denaro ivi contenuto.

Per impedire nuove ruberie il Consiglio di amministrazione dell’Ente gestore ha disposto la blindatura di alcuni erogatori, mentre altri, più obsoleti, saranno messi in sicurezza in altro modo (costo € 1.700 più IVA). I lavori sono stati affidati a Brescia Mobilità.

Tra i lavori di manutenzione è invece prevista la sostituzione della segnaletica verticale dei percorsi pedonali, mentre gli interventi sulla vegetazione consisteranno nella potatura di contenimento di esemplari arborei posti lungo alcuni tratti dell’itinerario visitatori, nell’abbattimento di alcune piante secche e nel taglio del canneto in alcune zone delle Lame.

Qui le delibereC.D.G. N. 38 DEL 13-11-2013 – C.D.G. N. 39 DEL 13-11-2013

Cartello divelto e buttato in acqua

Riserva delle Torbiere: accumulo di rifiuti vegetali

Una bella immagine autunnale delle Torbiere

Qui sotto invece un’immagine che suscita ben diverse emozioni…Saranno anche solo scarti vegetali, ramaglie ecc… ma perché depositarli proprio a ridosso del canneto e degli specchi d’acqua? Il piano agricolo della Riserva ha istituito una fascia di rispetto di 30 metri dagli specchi d’acqua!

“CONVOCAZIONE COMUNITA’ DELLA RISERVA”, 26.11.2013

“CONVOCAZIONE COMUNITA’ DELLA RISERVA”

martedì 26/11/2013 alle ore 18.00

presso la Sede dell’Ente gestore della Riserva  (Palazzo del Municipio, via Europa, 5 – Provaglio d’Iseo) con il seguente ordine del giorno:

  Esame ed approvazione  Assestamento al Bilancio esercizio finanziario 2013

Qui l’avvisoComunità della Riserva novembre 2013

Ente gestore della Riserva: in arrivo un nuovo sito web

Probabilmente bisognerà pazientare ancora un po’, ma almeno il dado è tratto!

L’Ente per la gestione della Riserva Naturale Torbiere del Sebino ha approvato e indetto il bando di gara per rinnovare il sito Web, veramente obsoleto e privo di aggiornamenti.

Per la realizzazione del portale si è fissata una base d’asta di €. 5000 (oltre IVA di legge); l’affidatario del servizio dovrà farsi carico anche della formazione del personale dell’Ente.

Il termine di presentazione delle offerte è il 9 novembre 2013.

Qui la delibera del Consiglio di gestione: bando web Ente riserva

Comunicato. Torbiere: perimetri ballerini?

Ritaglio tratto da Giornale di Brescia 5 novembre 2013

A proposito di distanze di appostamenti fissi da caccia e di confini della Riserva delle Torbiere del Sebino, nell’articolo di recente pubblicato sul Giornale di Brescia (Giornale di Brescia 5.11.2013) si cita una dichiarazione del presidente dell’Ente gestore della Riserva, il quale afferma, quasi a giustificare il collocamento dei capanni a distanza non regolamentare, che “in realtà quasi tutti i capanni hanno autorizzazioni provinciali vecchie, quando il perimetro dell’area protetta coincideva con il canneto. Ora quello nuovo invece entra nel lago e quindi, una volta scadute, le concessioni verranno rilasciate sulla base del nuovo perimetro”.

Sull’argomento capanni da caccia ci siamo già espressi (v. qui), ora ci limitiamo a rimarcare che sin dall’istituzione dell’area protetta il perimetro a lago della riserva comprendeva una fascia d’acqua ben oltre il canneto. Così risulta dalla stessa delibera di Consiglio regionale 1984 (v. dcr 84, pag.pag. IV): la fascia a lago faceva parte della zona di rispetto (1confini dcr 84), nella quale vigevano quasi tutti i divieti previsti per l’area più tutelata, compreso il divieto di caccia.

Tale perimetro è rimasto lo stesso fino alla variazione del 2011, recepita in seguito dal nuovo Piano di gestione (2012):  i margini della riserva sono stati modificati per farli perfettamente coincidere con quelli del SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e della ZPS (Zona di Protezione Speciale).

Insomma, per appurare che il limite della riserva andava ben oltre il canneto sin dalle origini, basta consultare la copiosa cartografia a disposizione, allegata anche ai vari Piani di gestione o la tavola 7 PERIMETRI RISERVA, tra l’altro pubblicata sul sito web dell’Ente gestore.

Rimaniamo in attesa di chiarimenti…

 

 

Articoli. Torbiere e appostamenti da caccia

In seguito al nostro comunicato sono usciti sulla stampa i seguenti articoli:

Bresciaoggi, mercoledì 30 ottobre 2013

CORTE FRANCA. Gli ambientalisti sollevano il problema dei capanni situati a ridosso dell´area protetta «Caccia in Torbiera, riserva a rischio»

Giornale di Brescia 5 novembre 2013
iN Chiari Week, 1 novembre 2013

Comunicato. Torbiere, avifauna tra due fuochi…

Con l’apertura della stagione della caccia si rinnova puntualmente una situazione molto critica per l’avifauna della Riserva naturale: da una parte i capanni, ancorati nel lago, nella zona al confine settentrionale, dall’altra, nella fascia a sud, tra Provaglio e Corte Franca, gli appostamenti in terra ferma…

Due fronti minacciosi per un’area che dovrebbe essere “protetta”, ma ad ora non sono ancora stati adottati opportuni provvedimenti per la tutela del sito. Come ormai noto, la normativa prescrive una fascia di rispetto di 400 m. dal confine delle riserve, ma la quasi totalità degli appostamenti è all’interno di questa zona.

Posizionamento capanni stagione venatoria 2013/2014 (il n. 15 è stato eliminato)

 Per il posizionamento dei  capanni schierati di fronte alle Lamette, quest’anno, prima di dare l’assenso, l’Autorità di Bacino Lacuale dei Laghi d’Iseo, Endine e Moro ha tenuto in giugno una conferenza dei servizi, nella quale è stata negata l’autorizzazione a uno degli appostamenti per l’eccessiva vicinanza all’area protetta (il n. 15-v.foto), ma, peggiorando la situazione, le concessioni sono state rinnovate con validità di ben sei anni per tutti gli altri!

Lamette 1983: i capanni erano al limite esterno del canneto, a volte raggiungibili a piedi a seconda del livello del lago

La questione che si ripresenta è che si vantano i diritti acquisiti (eterni?) dei capannisti prima dell’istituzione della riserva nel 1983:  le loro postazioni preesistenti a tale data, erano al limite del canneto, dentro il confine di quella che sarebbe divenuta poi un’area protetta.

A seguito del riconoscimento della riserva naturale viene introdotto il divieto di caccia: gli appostamenti vengono dismessi e poi collocati fuori dal perimetro, ma non posizionati a 400 m. dal confine della stessa, in violazione della allora vigente legge regionale sulla caccia, quella del 1978. 

Perché già allora tale norma non è stata rispettata?

Successivamente le Torbiere sono state riconosciute anche come SIC/ZPS (Sito di Importanza Comunitaria/Zona di Protezione Speciale), status che esige una particolare procedura a tutela di tali aree, cioè la valutazione d’incidenza di piani, progetti, interventi che potrebbero pregiudicare la buona conservazione del sito.

Perché nessuno degli Enti preposti si premura di valutare gli impatti sulle specie e sugli habitat presenti nel sito, come prescrive la legislazione, tanto più che è presa di mira proprio l’avifauna tipica della zona umida?

Risulta che nemmeno il Piano faunistico venatorio provinciale sia stato sottoposto alla valutazione d’incidenza prevista dalla normativa comunitaria.

Un appostamento sovrastante il sentiero pedonale e ciclabile in riserva (Provaglio d’Iseo)

Come se non bastasse, non è per nulla considerato anche l’impatto sulla zona sud della riserva, dove da tre appostamenti a terra si fa fuoco verso le Lame, anche qui a distanza molto ravvicinata. In particolare uno di essi sovrasta addirittura a poche decine di metri il percorso pedonale e la pista ciclabile provinciale che per un tratto passa in torbiera! Anche in questo caso vi sono diritti acquisiti? Qui poi si mette a repentaglio anche l’incolumità dei passanti!

E che dire dell’uso di munizioni con pallini di piombo? Sono rispettate le disposizioni che per tale tipologia impongono il rispetto di una distanza minima di 150 metri dalle rive più esterne delle zone umide? (http://www.provincia.bergamo.it/provpordocs/dgr9275_BURL.pdf)

 Tale munizionamento da caccia rappresenta una fonte non trascurabile d’inquinamento da piombo, in grado di avvelenare gli uccelli selvatici, contaminare il terreno e determinare un rischio sanitario per l’uomo.(http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/ISPRA158web.pdf)

Provaglio d’Iseo

 In conclusione, da una parte s’istituisce un’area protetta destinata alla conservazione della fauna selvatica, per favorire l’insediamento delle specie stanziali e la sosta di quelle migratorie e per preservare il flusso delle correnti migratorie, dall’altra, in contraddizione con tali scopi, si consentono interventi che vanno in tutt’altra direzione.

Uso dei fitofarmaci, fuori e dentro la Riserva delle Torbiere

Dettaglio da PSA, cartografia uso del suolo: il confine della Riserva è tratteggiato in rosso. In viola i vigneti, che insistono maggiormente nella fascia immediatamente esterna nella zona sud-ovest. In arancione, ad ovest, le zone dei vivai.

Anche le aree immediatamente all’esterno della Riserva, le cosiddette aree sensibili (A.S.), in cui sono presenti  47 ettari coltivati a vite, soprattutto nella fascia meridionale, sono coinvolte  dal regolamento sull’uso dei pesticidi nei vigneti, approvato dai vari comuni franciacortini (ad eccezione di Rodengo Saiano).

Proprio nella zona a sud delle Torbiere, l’analisi di recenti campionamenti d’acqua rileva in alcuni punti parametri chimici diversi rispetto ad altre: il fatto delle maggiori variazioni potrebbe essere messo in relazione alla vicinanza degli scoli delle aree di liscivazione delle superfici coltivate a vivaio e ad altre coltivazioni intensive, anche esterne al perimetro della riserva (PSA-Allegato 1- analisi acque – dic. 2012)

Occorre considerare poi che numerosi sono i corpi idrici/fossi che scaricano nell’area protetta, dopo aver attraversato un più ampio bacino caratterizzato da vaste aree a vigneto. Rammentiamo, ad esempio, che in presenza di corsi d’acqua del Reticolo Idrico Primario e Reticolo Idrico Minore il regolamento impone una “fascia di rispetto” soggetta a varie prescrizioni a seconda di vari fattori: tipo di macchina irroratrice utilizzata, disposizione dei filari, parete fogliare ridotta o sviluppata, presenza di barriere fisiche (siepi, scarpate, argini…).

Tutto questo ci dice quanto sia importante, non tanto o solo rispettare le norme già in vigore, ma andare oltre per una più adeguata tutela del territorio e della salute.

Tale regolamento, a nostro parere, dovrebbe essere applicato anche all’interno della riserva per quanto riguarda i vigneti (circa 5 ettari sparsi qua e là), nel caso contenga disposizioni più restrittive rispetto al Piano  settore agricolo (PSA), specificatamente approvato, nel dicembre 2012, dall’Ente gestore, a tutela del delicato ecosistema. Ad esempio, il regolamento dei comuni della Franciacorta prescrive che nelle zone di rispetto è consentita la distribuzione dei prodotti fitosanitari sui vigneti solo in assenza di vento, mentre nel piano agronomico delle torbiere si vietano i trattamenti in presenza di vento ad una velocità superiore a 7m/s : chi andrà a controllare con un anemometro?

Le disposizioni contenute nel piano specifico per la riserva (v. anche qui)  riguardano però tutti i tipi di colture e precisano, tra l’altro, le distanze da mantenere tra coltivi e specchi d’acqua, disciplinano l’uso e la tipologia di fitofarmaci e concimi, anche se purtroppo non sono stati vietati i trattamenti con diserbanti chimici.

Lamette, 18 ottobre 2013: fervono i lavori di raccolta in un coltivo che pare a “distanza ravvicinata” rispetto alla zona umida più pregiata. Il Piano agricolo prescrive che tra le colture e le  sponde degli specchi d’acqua debba essere interposta una fascia di rispetto di 30 m., in cui è vietato: effettuare lavorazioni del terreno, concimazioni organiche e minerali, trattamenti fitosanitari e diserbanti (PSA art.9 punto 8).

Poiché i documenti concernenti il Piano agricolo non sono ancora stati  messi a disposizione sul sito web dell’Ente gestore, per ora se ne possono scaricare alcuni da qui:

– le norme tecniche http://www.laschiribilla.it/public/Norme.pdf

– la cartografia uso dei suoli http://www.laschiribilla.it/public/TAV1a-Carta.pdf

– Allegato 1 relazione- Riserva Torbiere Relazione Analisi Acque 2012

N.B. Si tratta di file piuttosto pesanti.