Corte Franca, le Torbiere finiscono al Tar

Dal   GIORNALE DI BRESCIA,7/2/2006

Il Comitato di cittadini ricorre alla magistratura amministrativa contro una delibera comunale ritenuta dannosa per l’ambiente

Emergono novità in merito alla vicenda della variante parziale al Prg di Corte Franca, approvata il 13 ottobre dello scorso anno ed avversata da un comitato di cittadini che ne rileva la pericolosità per il delicato equilibrio ambientale delle Torbiere. Due le notizie: la Provincia ha risposto all’esposto del comitato, dandogli sostanzialmente ragione, ed il comitato, affiancato dall’associazione «La Schiribilla», Legambiente e Wwf, ha messo in campo una nuova iniziativa, ricorrendo al Tar.

 

Per comprendere la portata di questi ultimi sviluppi, occorre tornare all’ottobre scorso, quando il Consiglio comunale del centro franciacortino, nonostante le mille firme raccolte contro il provvedimento dal Comitato per la tutela del territorio, approvò una variante parziale al Prg, prevedendo la trasformazione di un’area di 28.500 mq da zona E1 (agricola di salvaguardia) a zona F6 (adibita ad attività ricettive al servizio delle Torbiere), con le relative indicazioni imposte dalla Provincia.
Il Comitato di tutela del territorio di Corte Franca reagì alla delibera del Consiglio promuovendo un esposto alla Provincia, datato 4 novembre, nel quale si sosteneva l’incongruenza tra i contenuti della variante al Prg e le prescrizioni della Provincia. Qualche giorno fa è pervenuta la risposta dell’Amministrazione provinciale: «Esiste un contrasto tra la prescrizione della Provincia e la previsione degli atti di pianificazione comunale: la variante da E1 a F6 deve essere limitata alla sola area destinata all’edificazione per un limite massimo di 400 mq, mentre dalle tavole comunali l’area risulterebbe ampia 24.000 mq». La dottoressa Elena Tironi, referente del Servizio di assetto territoriale, spiega come le cartografie non coincidano e quindi invita il Comune a correggere le tavole, perché; non sorgano equivoci futuri
.
Per contrastare un provvedimento ritenuto foriero di trasformazioni dannose per il paesaggio, per la riserva naturale e conseguentemente per gli abitanti, il Comitato insieme ad altre associazioni quali «La Schiribilla», Legambiente e Wwf, ha deciso di ricorrere al Tar, rilevando profili di illegittimità nella delibera consiliare del 13 ottobre 2005.

 

Il Comitato di Corte Franca pone in rilievo l’aumento degli aspetti di criticità già presenti nella zona: il traffico già caotico in un’area dove si stanno concentrando attività commerciali, l’inquinamento atmosferico, il consumo di suolo a vantaggio di pochi e non della collettività, la ripetizione di attività produttive e turistico-ricettive già esistenti nel paese. Inoltre – segnalano ancora dal Comitato – una parte dell’area adiacente alla riserva delle Torbiere, interessata dalle varianti, continuerebbe ad essere occupata abusivamente da moltissime autovetture, nonostante la valutazione di incidenza della Provincia abbia del tutto bocciato la possibilità di un’area per parcheggio.

 
Veronica Massussi

Proposte per la revisione del Piano della Riserva Naturale delle Torbiere Sebine

Venerdi, Febbraio 03, 2006

In vista dell’adozione del nuovo Piano della Riserva , invitiamo tutti i soci (e non) a contribuire con osservazioni, suggerimenti, pareri , riferimenti normativi .per  migliorare la  tutela del sito

 

 Finalmente dopo lunga gestazione la primavera prossima verrà ( forse) adottato il nuovo piano della Riserva. Rendiamo noto perciò un primo documento della Schiribilla, condiviso anche dalle associazioni interessate alla tutela delle Torbiere, che sarà oggetto di ulteriori nostri  approfondimenti, ma che contiene certamente le linee-guida, che intendiamo proporre  ( con modalità da decidere) al confronto con gli enti  responsabili della gestione dell’area protetta, ma anche al pubblico.

 

 

 

In primo luogo, si richiamano i principi, che ispirano la legge Regionale n. 86, che disciplina le aree protette. In particolare, l’art. 1, alla lettera c), definisce le Riserve naturali come aree specificatamente destinate alla conservazione della natura, mentre l’art. 11, alla lettera b), statuisce che le riserve naturali orientate (come le Torbiere) sono istituite con lo scopo di sorvegliare e orientare specificatamente l’evoluzione della natura, precisando come in esse siano consentite solo la attività antropiche tradizionali compatibili con l’ambiente naturale e l’accesso del pubblico sia consentito unicamente per fini culturali secondo disposizioni dell’ente gestore.

 

 

Alla luce di tali principi, condividiamo sostanzialmente il piano di gestione della RN attualmente in vigore,   che va tuttavia reso conforme anche alle “Linee Guida per la gestione dei Siti Natura 2000”, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale con Decreto 224 del 03.09.2002.

 

 

 

Posto che a nostro avviso non devono assolutamente essere diminuiti la superficie, le protezioni ed i vincoli posti a tutela della RN, riteniamo prioritario introdurre il divieto di costruzione di nuovi edifici nella zona Ep e regolare in maniera più precisa l’uso degli edifici esistenti, vietando tutte le attività non compatibili con l’area protetta.

 

 

 Reputiamo inoltre opportuno introdurre il divieto assoluto di realizzare parcheggi, strutture per aree di sosta e per qualsiasi attività ricreativa entro i confini delle zone A-B-C.

 

 

Riteniamo poi che il centro visite già esistente all’interno della RN (oggi non utilizzato) sia una struttura sufficiente per i visitatori previsti, e pertanto escludiamo la necessità di altre strutture di accoglienza, che rappresenterebbero un inutile spreco e comporterebbero un aumento della pressione antropica, con gravi rischi per l’equilibrio del biotopo.

 

 

Data la forte sottoutilizzazione delle possibilità di pesca sportiva ora previste, forse è utile verificare se le norme ora in vigore siano valide, ma consideriamo non opportuno un ampliamento dell’area dove è possibile pescare, o la previsione di zone di pesca “intensiva”; riteniamo inoltre che si debba impedire la gestione privata di aree di pesca sportiva, con o senza immissioni di pesce pronta pesca.

 

 

Ancora, reputiamo importante regolamentare in maniera più precisa la fruizione dell’area protetta, al fine di non creare disturbo, precisando meglio il divieto di ingresso con biciclette o altri veicoli, il divieto di fare picnic, il divieto di prendere il sole, fare il bagno, navigare, giocare ecc., così da prevedere nei fatti solo una visita itinerante a piedi sui percorsi segnalati.

 

 

A nostro avviso è necessario disciplinare le attività agricole, nelle zone C ed Ep, affinché; esse non danneggino l’ambiente della RN; in particolare, sarebbe opportuno orientare gli agricoltori verso le coltivazioni biologiche. E’ inoltre indispensabile regolamentare l’attività del vivaio esistente dentro e vicino alle torbiere, dove abbondano le colture di specie esotiche potenzialmente pericolose per l’equilibrio floristico della RN.

 

 

Sarebbe utile, se non necessario, prevedere l’uscita dal perimetro dell’area protetta dei due ristoranti esistenti, progettando anche lo spostamento della pista ciclabile al di fuori dei confini della riserva.
Vanno poi assolutamente stabiliti tempi certi per il ripristino ambientale delle aree degradate o manomesse e per la rimozione di manufatti non compatibili (quali recinzioni, baracche, etc.). Infine, è necessario intervenire per impedire scarichi fognari vecchi e nuovi in Riserva.

 

LA  SCHIRIBILLA

ASSEMBLEA DEI SOCI

La Schiribilla quest’anno è stata impegnata, con altre associazioni, in tante azioni e battaglie con raccolta di firme per difendere il nostro territorio, in particolare la Riserva delle Torbiere sempre minacciate dal tentativo di farne un parco giochi e/o un area da sfruttare (anche come recapito di fogne). Attualmente é; in atto la revisione del piano di gestione che ci deve vedere particolarmente attenti.

Una associazione risulta efficace nelle sue iniziative se c’è il contributo di tutti, ti invitiamo perciò caldamente all’assemblea degli iscritti  che si terrà il giorno lunedì 12 dicembre alle ore 20.45 presso la sala della biblioteca di Corte Franca in via Seradina a Timoline, discuteremo dei seguenti argomenti:
 Relazione sull’attività di quest’anno e valutazione dei risultati
 Resoconto incontri in Provincia e col Consorzio
 Rapporti con altre associazioni
 Situazione della Riserva, nuova gestione
 Partecipazione a commissione su educazione ambientale istituita dal Consorzio
 Eventuali collaborazioni col Consorzio -sede della Schiribilla- centro visite- guide.
 Programmi/azioni/iniziative per il futuro
 Iscrizioni
 Varie ed eventuali

 

Rimarchiamo l’importanza della partecipazione: il nostro ambiente e il futuro del nostro territorio sono legati anche all’impegno de La Schiribilla pertanto i soci possono invitare anche amici e conoscenti interessati alle Torbiere che potrebbero eventualmente, non obbligatoriamente, aderire alla associazione.

 

Cordiali saluti,
Carlo Giussani

Torbiere Sebine:variante di Corte Franca, ossia COSI’ E’ SE VI PARE

Corte Franca, 4 novembre 2005

 

Alla Provincia di Brescia
Assessorato  dell’Assetto  Territoriale e V.I.A.

 

Alla  Regione Lombardia
D. G. Territorio e Urbanistica

 

Alla Regione Lombardia
D. G. Qualità dell’Ambiente.

 

Al Ministero dell’Ambiente e della Tutela  Territorio

 

Al Consorzio per la Gestione della   Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino

Alla Commissione europea Direzione Generale Ambiente

 

OGGETTO: COMUNE DI CORTE FRANCA. Incongruenze / non conformità della Deliberazione di Consiglio Comunale n. 045 del 13 ottobre 2005 (Approvazione definitiva Variante parziale al PRG adottata con atto consiliare n. 59/2003, nello specifico variante n. 7/b e n. 9, interessante area contigua a SIC ,Torbiere del Sebino) con il Parere n. 2240 del 3 agosto 2005  della Provincia di Brescia

 
I sottoscritti         espongono quanto segue

 

 

 

Per quanto riguarda gli ambiti di variante n.7/b e n.9  ,  area contigua al SIC, Torbiere del Sebino,  in Comune di Corte Franca,  per la trasformazione di un’area da “zona E1 – Agricola di salvaguardia” a “zona F6 – Attività ricettive al servizio delle Torbiere”:

 
1°  il Parere della Provincia di Brescia pone in chiara  evidenza  gli stretti limiti dell’area soggetta a Variante, infatti:

 

a    il Parere n.2340 della Provincia di Brescia si sofferma in particolare sugli ambiti di variante n. 7/b e n.9, in quanto le trasformazioni in previsione possono avere significative influenze sul SIC”Torbiere del Sebino”

 

b   secondo il Parere della Provincia, per quanto riguarda gli ambiti sopra indicati, “si dovrà ottemperare alle prescrizioni contenute nella Valutazione d’Incidenza”

 

c   il Parere n. 2292 del 28.07.2005 di espressione di valutazione d’incidenza (allegato alla delibera di Giunta Provinciale del 2 agosto 2005 n.342 a formarne parte integrante e sostanziale),  per gli ambiti sopra indicati (varianti 7/b e 9 ), “ESPRIME, ai sensi dell’art. 5 D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 [normativa sovraordinata], valutazione d’incidenza positiva , ovvero assenza di effetti negativi sull’integrità del SIC IT 2070020 “Torbiere d’Iseo” tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo, della  variante di PRG (7b-9) per la trasformazione di un’area da “zona E1 – Agricola di salvaguardia” a “zona F6 – Attività ricettive al servizio delle Torbiere” e l’assoggettamento di tale area alle relative NTA di Piano proposta dal Comune di Corte Franca a condizione che siano rispettate le seguenti prescrizioni:

 

“l’area soggetta a variante dovrà essere limitata alla superficie strettamente necessaria a permettere un’edificazione massima pari a 400 mq secondo la destinazione d’uso, gli indici di edificabilità ed i parametri urbanistici contenuti nell’art. 44bis – Zone F6 – Attività ricettive a servizio delle Torbiere – delle NTA di Piano ed interessare la porzione di territorio immediatamente ad est del Centro commerciale “le Torbiere” in modo da mantenere la massima distanza possibile dal limite del SIC” ecc.

 
2° Al contrario, nella Deliberazione Comunale sono presenti sia disposizioni incongruenti in riferimento a quanto espresso nella delibera stessa, sia disposizioni non conformi al Parere della Provincia, di cui sopra, in quanto l’area trasformata da    zona E1  a zona F6 risulta di ben  28.500 MQ, infatti :

 

nella Deliberazione  del Comune di Corte Franca n. 045 del 13 ottobre 2005 (v. pag. 2) si dichiara che si  è “ritenuto di dover recepire integralmente le prescrizioni e le direttive poste dalla Provincia di Brescia con il Parere n. 2340 del 03.08.2005”, ma ciò

 

risulta INCONGRUENTE con quanto in seguito dichiarato nella stessa deliberazione,  pag. 4 punto  3, dove si afferma che  “gli ambiti di variante n.7/b e n. 9 sono da considerarsi come unica variante per cui le aree dei due ambiti sono diventate un’unica area classificata come zona urbanistica F6-Attività ricettive al servizio delle Torbiere; soggetta a Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica; con possibilità di edificazione limitata ad una superficie massima coperta pari a mq 400”
Tenuto conto anche
-che nella tav. 5 dell’Azzonamento gli ambiti di variante n.7/b e n.9,  successivamente considerati come un’unica area, sono  classificati totalmente come zona urbanistica F6, corrispondente  a  circa 28.500 mq. con la teorica possibilità di avviare trasformazioni coerenti con il nuovo e diverso utilizzo, rispetto a quello agricolo  di salvaguardia originario, per tutta l’area oggetto di modificazione della destinazione d’uso;
– che tutto ciò risulta pertanto  anche  NON CONFORME  al Parere n.2340 della Provincia  le cui  prescrizioni, come già rilevato al punto 1°, parlano chiaramente di AREA SOGGETTA A VARIANTE CON SUPERFICIE  STRETTAMENTE  LIMITATA  A PERMETTERE UN’EDIFICAZIONE DI 400 MQ.(v.. Relazione Istruttoria allegata alla delibera di Giunta Prov. N. 342 del 2 agosto 2005 pag.3) e indicano CHE L’ESTENSIONE DELL’AREA SARA’ COMMISURATA ALLE STRETTE PERTINENZE DELL’EDIFICAZIONE (v. Relazione Istruttoria pag. 8),

 

alla luce di tutto quanto sopra
si chiede alle Istituzioni in indirizzo

 
se l’Amministrazione Comunale di Corte Franca, come da  delibera in oggetto , trasformando  TUTTI i  28.500 mq  da zona E1 a zona F6, Attività ricettive al servizio delle Torbiere, ha adeguato lo strumento urbanistico alle CONDIZIONI PRESCRITTE  con il Parere n. 2340 del 03.08.2005 e, nello specifico, alle condizioni poste dalla valutazione d’incidenza  con Parere n. 2292,

 
tenuto principalmente in considerazione che

 

gli ambiti di variante 7/b e 9    interessano     area    contigua  ad area particolarmente protetta
(SIC,Torbiere Sebine), E COME TALE SOGGETTA A VALUTAZIONE D’INCIDENZA SECONDO NORMATIVA SOVRAORDINATA (comunitaria, nazionale, regionale), e cioè in base all’art. 6 della “direttiva Habitat” 92/43 CEE ,recepita dallo stato italiano nel 1997 con DPR n. 357, come sostituito dal DPR n.120 del 12 marzo 2003 e in base a D.G.R. 14106, 8 agosto 2003 .

Si chiede inoltre che,

nel caso sia accertato che la delibera comunale non abbia ottemperato alle prescrizioni  del Parere 2240, si intervenga tempestivamente affinché;;  tale illegittima e debordante Deliberazione venga riportata al rispetto delle prescrizioni impartite, mantenendo sui terreni  non interessati dagli interventi consentiti la destinazione agricola di salvaguardia.

 
Ringraziando per l’attenzione, restiamo in attesa di una  Vs. risposta scritta entro trenta     giorni, ai sensi dell’art. 16 legge 86 del 26 aprile 1990.

 

1) Comitato per la Tutela del Territorio
2) Associazione la Schiribilla
3) Associazione Monte Alto
4) Circolo Legambiente Franciacorta
5) Legambiente Coordinamento provinciale BS
6) WWF sezione di Brescia,

TORBIERE SEBINE: BELLEZZE FERITE

TORBIERE SEBINE: BELLEZZE FERITE
Il 29 giugno 1939 fu emanata una legge fondamentale per la salvaguardia del patrimonio culturale: la legge 1497, riguardante le bellezze panoramiche e del paesaggio.
A seguito degli eventi bellici con distruzione di vasti ambienti, crebbe sempre più  l’attenzione per la tutela delle magnificenze della natura,  un bene collettivo da mantenere in vita e valorizzare. Fra queste meraviglie è da annoverare la Riserva Naturale delle Torbiere Sebine, istituita nel 1984: un sito suggestivo che custodisce, in un ambito di limitata estensione, un insieme di elementi naturali e ambientali straordinari, oltre che rappresentare la memoria  della  fatica dell’uomo nell’opera  di escavazione manuale della torba.
Già negli anni settanta l’elevata significatività della zona viene esaltata e recepita  dai tre decreti ministeriali che dal 4 giugno 1973  includono nell’elenco delle aree sottoposte  a tutela paesistica (ai sensi della legge di cui sopra) tutta la zona delle torbiere in località “Lama”, compresa nei tre comuni di Corte Franca, di Iseo e di Provaglio, con una identificazione molto precisa del perimetro;  vengono richiamati nomi di strade e località confinanti  e viene esplicitata la motivazione che porta all’istituzione del vincolo sulle zone, riconoscendo ad esse notevole interesse pubblico perché; caratterizzate da grandi e poco profondi specchi d’acqua, alternati ad arginature lievemente emergenti, con tipica vegetazione di canneti e fiori d’acqua; le stesse  costituiscono, inoltre, un quadro naturale e panoramico di non comune bellezza, godibile dalle strade pubbliche.

 

Un sito “di notevole interesse pubblico“?
Purtroppo da tempo, la consapevolezza riguardo le bellezze naturali sembra dover soccombere di fronte alla mancanza di sensibilità per un luogo i cui vincoli di protezione (e sono numerosi) vengono visti solo come fastidiose interferenze, quando, entrando in gioco gli interessi di pochi, il patrimonio naturale, culturale collettivo è considerato  un qualsiasi  bene di consumo.
Ma questo prodotto della natura non è replicabile in serie.
Le Torbiere  risultano essere, come tutte le zone umide, un sito vulnerabile; lo si desume dai vari rapporti scientifici : rumore del traffico, con relativi riflessi acustici, inquinamento atmosferico e luminoso,  presenza, nelle immediate vicinanze, di  grossi centri abitati e di  centri turistici.sono tutti elementi di perturbazione con effetti nocivi.   Ma è anche già vulnerato, come rimarcato sin dall’88 dal Piano di Gestione della Riserva che individua nei bordi interessati dalla viabilità provinciale e statale (SS 510, strada provinciale Iseo-Rovato, Tangenziale di raccordo tra le due strade citate) i punti maggiormente vulnerabili, e vulnerati, dell’intero perimetro.
Tanti altri i fattori di degrado, molti quelli segnalati da semplici cittadini e da associazioni, pochi i riscontri ottenuti da chi è ufficialmente demandato a tutelare l’area protetta.
Ad esempio, il sistema idrografico della zona non è mai stato oggetto di particolare attenzione. Ai frequenti allagamenti, soprattutto cagionati da coperture e deviazioni improprie di fossi e invasi che costituivano la rete storica di regimazione, si aggiungono oggi le precarie condizioni igieniche delle acque, per scarichi di reti fognarie e di attività industriali non ancora collegati ai collettori di depurazione, e per il percolare dei trattamenti chimici  necessari all’agricoltura intensiva.
La tutela di tutti i corpi idrici e delle piccole zone umide non ancora riempite dovrebbe rappresentare invece un’assoluta priorità sia per le Torbiere che per la collettività, essendo le paludi riconosciute utili regolatori del clima e del livello delle falde freatiche.
E poi ancora . bracconaggio e pesca abusiva, colmate, recinzioni di vasche, modificazioni di sponde, introduzione non autorizzata di manufatti.E in più sono incombenti altri interventi di antropizzazione in zone territoriali della Riserva.
4500 le firme raccolte in poco tempo, la scorsa primavera, tra franciacortini, bresciani e non solo, per un “Appello alla tutela delle Torbiere Sebine”.
Chi da anni si batte  contro l’assenza di vigilanza , contro logiche distruttive di preziose risorse, si è sentito più volte rispondere, da più bocche, anche in sedi istituzionali: “Si vuole impacchettare, incelofanare, imbalsamare la Riserva”. Tre verbi con vago sentore di morte, di muffa, ma usati impropriamente: in verità  è proprio questo il rischio che corre il sito, natura rara e generosa, sorgente  pulsante di vita, che  necessita di ampio respiro, e non di essere metodicamente vulnerata.

 

Un sito“godibile dalle strade pubbliche”?
 Sì, per ampio tratto, ancora sì.

 

Sul percorso storico da Timoline di Corte Franca al casello ferroviario di Provaglio, traffico limitato, fruizione visiva totale: in primo piano, in zona di protezione comunale della Riserva, campi e vigneti, poi la vegetazione palustre, gli specchi d’acqua, lago, isole, monti.Spettacolo ancor più coinvolgente se ci si porta sulla stradina sovrastante, in località S.Carlo.
Immettendoci sulla vecchia provinciale del Sebino, subito sulla sinistra, il notevole complesso monastico di S.Pietro in Lamosa: include una storia millenaria ed è nel contempo una porta spalancata sulle bellezze delle Lame e un regale centro di accoglienza per i visitatori della Riserva.
Ma non lontano, più sotto, proprio dentro il perimetro SIC, all’interno del sito “Natura 2000”, sussistono gli squallidi resti della ex-proprietà Zumbo: casa fatiscente, capanni coperti in eternit, luogo un tempo riservato ad un allevamento inquinante di anatre.
Di recente acquisito dal comune di Provaglio, è prevista la ristrutturazione dell’immobile, spazi che verranno affidati al Consorzio che potrà porvi la propria sede, gestendoli, in comodato d’uso, “per iniziative di educazione ambientale, fruizione sociale e turistico-ricreative coerenti con le linee contenute nel piano di gestione delle Torbiere”.
Un altro centro di accoglienza dunque. Il vigente Piano della Riserva non consente l’intervento così come è stato attualmente  deliberato. Da qualche mese viene pubblicamente presentato un altro progetto: nuova costruzione, imbellettata con materiale locale, più lontana dalle vasche. Senz’altro  una miglioria dell’esistente, ma forse non un bell’esempio di educazione ambientale. Canto di uccelli oppure altro andirivieni, vociare, rumori, suoni, luci.dentro la Riserva?
Sarà un vulnus, un’altra offesa alle Lame?
Volontà e coraggio potrebbero riconsegnare alla Riserva ciò che era della Riserva.
L’alternativa, se proprio serve, c’è: la vicina stazione ferroviaria dismessa, capolinea della Franciacorta, è già lì, con area parcheggio, in  posizione strategica e panoramica invidiabile, a due passi dallo  straordinario sito cluniacense e dai sentieri di accesso alle Torbiere.

 

Vecchia provinciale del Sebino in direzione Iseo: traffico leggero, all’inizio un tuffo nel verde fra piante ad alto fusto, poi, man mano si scende , la barriera arborea degrada  e lascia che gli occhi si riapproprino delle Lame in un quadro paesaggistico particolarmente significativo per profondità ed ampiezza.
Lungo la tangenziale iseana invece, una cintura di pioppi, salici, ontani nasconde alla vista l’ampio bacino nord delle Torbiere. Qui si è aperta un’ inevitabile e insanabile ferita: arteria di scorrimento veloce, traffico pesante, rumore, abbagliamento luminoso, in ogni stagione. Rischioso soffermarsi. Anche l’avifauna ha progressivamente abbandonato queste aree tanto che il Consorzio anni addietro fu costretto a “delimitare  una fascia in grado di schermare almeno parzialmente gli effetti nocivi rilevati”.
Al di là della fitta vegetazione, all’interno delle Torbiere, sull’area ex-Comergas, è disponibile, dallo scorso anno, il nuovo Centro Accoglienza Visitatori di Iseo, gestito dal Consorzio: un  edificio moderno con ampi porticati, ben attrezzato, dove si possono ricevere ragguagli, materiale illustrativo, osservare pannelli didattici ed acquari, utilizzare una grande sala per proiezioni e conferenze.Ma sulla strada nessuna segnalazione, il suo ingresso è pressoché; invisibile; un azzardo anche accedervi dal parcheggio posto al di là della tangenziale: il previsto sottopasso non è mai stato realizzato, niente strisce pedonali. Struttura quindi capace di soddisfare le varie esigenze dei visitatori, ma non pubblicizzata (il perché; non mi è noto) e quindi con potenzialità parzialmente sfruttate.

 

La strada per Rovato ritorna ad essere   un  percorso di elevato valore panoramico, ma  sempre più battuto, frastornante  e pericoloso, con code chilometriche nel fine settimana.
Tra Iseo e il bivio di Clusane l’occhio può allungarsi nuovamente sulle radiose distese delle  Torbiere, ma per goderne appieno, con la tranquillità dovuta, è bene spostarsi su via Colombera, che corre in quel tratto parallela alla provinciale, quel tanto sopraelevata da avvilupparci in una magia: allungando il collo al di sopra del muro in pietra , lo sguardo si perde nel verde, negli specchi lucenti , in lontananza cormorani e aironi, monti e dolci colline moreniche; alle spalle le Lamette, con quel loro aspetto selvatico e di pace, i canneti sorvolati dal rosso falco di palude, il maestoso pioppo che ospita il nido del nibbio.Ma proprio lì, in zona di protezione comunale di Iseo, la desolante area dell’ex-Supersolaio  si incastra spietatamente nelle Lamette, in zona A, la più tutelata della Riserva: si è rischiato, fino a pochi mesi fa, di vedere realizzare in riva al lago un intervento turistico-ricettivo di 11.000 metri cubi, come da Piano di Lottizzazione. Le Torbiere sono state esposte al pericolo di  una profondissima ferita, ma, grazie anche alla pressione di associazioni e alla petizione di numerosi cittadini, in extremis, la possibilità di edificare è rientrata nei 4.000 metri cubi previsti dal PRG in vigore.
Rimangono tuttavia su questo luogo molti interrogativi inquietanti: sito inquinato da deposito illecito di rifiuti? occupazione di superfici demaniali? modificazione di corsi d’acqua? La risposta verrà dalla Magistratura.

 

Riportandoci sulla provinciale verso Cremignane, in località Ciochèt,  non più prati umidi, canneti fruscianti e vasche d’acqua: anni fa, all’interno della Riserva, un’abusiva colmata con terra e materiale vario, trasportato da decine e decine di autotreni, ha trasformato sotto gli occhi di tutti un pezzo di lama in  una spianata di 6000 metri quadri. Sono passati più di due anni dalla sentenza del Tribunale di Brescia che prescrive il ripristino dello stato originario dei luoghi, ma nulla è stato fatto. Altra ferita. Un altro pezzo di torbiera che se ne è andato per sempre?

 

Proseguendo in direzione di Corte Franca, ormai in prossimità della frazione Timoline, appena superato un dosso boschivo, l’occhio che vuole ritornare desideroso alle Torbiere, volgendosi a sinistra, incrocia inevitabilmente  un monumento commerciale nudo e crudo, con le sue  insegne luminose , lampioni e torri faro ad esaltare il tutto. A suo tempo fu presentato  come una “porta” per l’accesso alle Torbiere : locali per l’informazione turistica, per il  ristoro e lo svago, lo shopping, ampio parco auto .
Prima dell’edificazione del centro, il sito,  chiamato “le funtàne”, era caratterizzato da una risorgiva dove i contadini   abbeveravano il bestiame; c’era anche la lastra di pietra dove  le donne del vicinato  si recavano per “resentà” i panni dopo la “bügàdô”.
Negli anni sessanta venne eretta  una fornace,attività tipica della zona, poi, qualche anno fa, colate di cemento e asfalto  cancellarono per sempre uno dei possibili luoghi della memoria della comunità.
Difficile non avere rimpianti.
Rechiamoci allora, come  già costretti a fare in questo tragitto, su tracciati secondari, su quel tratto della storica Timoline-Cremignane che, pure in zona di protezione comunale della Riserva, si snoda brevemente parallela alla provinciale, tra campi a frumento, vigneti e piccoli dossi silvestri. Non c’è bisogno di allontanarsi dal centro commerciale, basta averlo alle spalle, porsi al bivio, tra il vecchio percorso  e la stradina che si inoltra nelle Lame, per gioire di nuovo di  una scenografica veduta dell’anfiteatro sebino, con vista sulle Torbiere, sul lago, su Montisola, sul Guglielmo.
Basta averlo alle spalle?Oggi sì. Domani ?
Si sperava che almeno questo storico tracciato potesse costituire un limite  insormontabile, in grado di fermare l’urbanizzazione che opprime sempre più la vista e  l’habitat naturale. Invece è in dirittura d’arrivo un intervento alla grande: proprio a lato del già ingombrante centro commerciale, sempre in zona di protezione comunale della Riserva,  in continuità fisica e visuale con la stessa, con variante al PRG si vuole la trasformazione  di ben 28.500 mq di area agricola di salvaguardia, per realizzare altre strutture turistico-ricettive, un’altra volta  naturalmente al servizio del sistema di accoglienza per la Riserva Naturale. Qui niente recupero di edifici preesistenti con cambio di destinazione d’uso maggiormente compatibile con le finalità del sito: no, qui sarà tutto nuovo fiammante!
E le stelle stanno a guardare.

 

Maria Bersi
Corte Franca, ottobre 2005

risposta del sindaco di Provaglio

In merito a segnalazione “Riserva o Cloaca?”, dal sito comune di Provaglio, piazza telematica, forum Le Torbiere del Sebino, trascrivo:

“Risposta a segnalazione
In data 13 ottobre il Consorzio tutela del sebino è intervenuto pulendo le griglie otturate che impedivano il normale deflusso della fognatura.
Ritengo che il problema riguardi tutti gli enti da voi individuati pertanto ho promosso, come Comune di Provaglio d’Iseo, una conferenza di servizi allargata a tutti gli enti coinvolti affinchè vengano valutati i possibili progetti di soluzione di un problema che periodicamente si ripresenta.
Giusi Martinelli

TORBIERE: RISERVA O CLOACA?

TORBIERE: RISERVA O CLOACA?

Domenica, Ottobre 16, 2005

Tra settembre ed ottobre per alcune settimane la fognatura di Provaglio d'Iseo ( e non è la prima volta), passando a cielo aperto vicino al Monastero si riversava in Torbiera. Questa anomalia si vedeva, e soprattutto si sentiva, tanto che s. Pietro in Lamosa ( monumento nazionale) si poteva individuare, da lontano, anche ad occhi chiusi. Se questo scarico denso e puzzolente, colasse  in mezzo al un paese o in qualche zona frequentata del lungolago, chi di dovere sarebbe intervenuto prontamente ma in questo caso il liquame si recapitava solo.. in una riserva naturale..
Noi non sappiamo chi, in questi casi, deve intervenire ( il comune di Provaglio? il consorzio tutela del Sebino? il consorzio di gestione della Riserva?) ma il fatto che nessuno intervenga con rapidità, per impedire questo scempio, la dice lunga sulla considerazione che i nostri amministratori hanno dell'ambiente in generale e delle Torbiere in particolare. Non sappiamo se considerare quest'inerzia come disinteresse o una precisa scelta per poter poi dire. che tanto la Riserva è inquinata.gli uccelli non ci sono più.l'ambiente è degradato quindi tanto vale utilizzarla in modo più "redditizio" Le discariche, i parchi gioco con negozi e ristoranti, le aree fabbricabili, rendono di più, almeno nell'immediato, che un'area protetta, ma anche un bel progetto di risanamento potrebbe essere, per qualcuno, un affare…
Abbiamo letto dell'intervento del nuovo presidente dell'ente gestore della Riserva per organizzare, giustamente, una più efficace vigilanza, onde evitare comportamenti scorretti dei visitatori, ma se gli enti preposti alla tutela dell'area protetta non vedono questi gravissimi fatti, così micidiali, come credere loro quando parlano di tutela delle Torbiere, di tolleranza zero ecc..?

oggi 13-otttobre 2005 la fogna continua.fino a quando??????

LEGAMBIENTE  FRANCIACORTA
WWFF  BS
LA SCHIRIBILLA
CISL ISEO
ACLI

volantino:TORBIERE.Riserva.Cloaca2005